Il Miracolo è il The Leftovers italiano: la religione guest-star di un motore indipendente
La recensione de Il Miracolo, la serie tv di Sky ideata e diretta da Niccolò Ammaniti, con al centro il mistero di una statuetta della Madonna che piange sangue
Quel confine invisibile che divideva la serialità italiana, timida nel cercare temi capace di sconfinare e di catturare anche un pubblico all’estero, da quella internazionale, è ormai definitivamente stato cancellato. Chi più, chi meno, le case di produzione nostrane hanno capito che il futuro non sta solo nel produrre serie che sbanchino l’Auditel, ma anche che riescano ad avere un vita propria in Paesi stranieri. A serie come I Medici, Il Cacciatore e Gomorra, che hanno imparato ed applicato questa lezione, oggi si aggiunge anche Il Miracolo, la nuova produzione Sky Italia e Wildside, in onda su Sky Atlantic e Sky Cinema Uno.
Un Miracolo di Ammaniti
Partiamo dalla premessa raccontata nella serie: una statuetta della Madonna che piange sangue, un mistero inspiegabile e che coinvolge personaggi le cui vite cambieranno per forza dopo aver visto quello che sembra un vero e proprio Miracolo.
Un’idea che poteva venire solo ad un autore come Niccolò Ammaniti, che già in passato nei suoi libri si era divertito a raccontare storie straordinarie calate in un contesto ordinario: “Che la festa cominci”, “Anna” (ambientato in realtà in un futuro post apocalittico) ed alcuni racconti contenuti nella raccolta “Il momento è delicato” hanno già espresso la sua passione per storie che pur restano fisse dentro certi canoni della realtà sanno spiccare il volo con la fantasia.
Una storia come quella de Il Miracolo, ambientata in un’Italia contemporanea, alla vigilia di un importante referendum sulla possibile uscita dall’Unione Europea, alle prese con un fenomeno inspiegabile e che, se rivelato, arriverebbe a creare situazioni di pericolo per l’ordine pubblico è Ammaniti puro. Una storia che poteva benissimo diventare un libro (e chissà, forse un giorno lo diventerà) ma che nelle vesti di serie tv italiana pronta per essere presentata anche ad un pubblico all’estero calza alla perfezione.
Il The Leftovers italiano
I primi due episodi de Il Miracolo mettono in chiaro che il mistero da cui parte il racconto sarà sì il fil rouge della serie, ma non ci sarà nessuna corsa alla sua risoluzione, almeno per ora. Tanti piccoli indizi o presunti tali vengono piazzati qua e là, ma solo a fare da contorno alla deflagrazione che attende i protagonisti che s’imbatteranno nella statuetta.
Non c’è frustrazione, non c’è curiosità morbosa: se si giocano bene le proprie carte, Il Miracolo può diventare una serie “character driven”, dove a contare sono solo i personaggi, i loro gesti, i loro cambiamenti. Hbo ci aveva provato, qualche anno fa, a proporre un esperimento simile: si chiamava The Leftovers, era anch’esso tratto da un libro (di Tom Perrotta), e fin dalla prima puntata metteva in chiaro che il mistero scatenante il racconto (il Rapimento biblico del 2% della popolazione mondiale) non avrebbe mai avuto una spiegazione, a prescindere dalle reazioni del pubblico.
Ecco, Il Miracolo è il The Leftovers italiano. Riesce ad incuriosire andando oltre i misteri, a catturare tramite altri appigli, a crescere in tanti altri aspetti. Se le premesse poste dai primi due episodi confermeranno tutto questo, Il Miracolo non avrà nulla da invidiare a The Leftovers, ma anche a Les Revenants, altri mistery (francese) con le stesse premesse narrative: la religione si fa guest-star ed accende un motore che, poi, corre da solo.
Un Miracolo d’esportazione
La nuova serie di Sky è stata pensata fin da subito per un pubblico internazionale. Un pregio per molti appassionati che possono godersi una serie di tale fattura interamente made in Italy; un difetto per altri, che avrebbero sperato in un racconto i cui ritmi si sarebbero dovuti adeguare a quelli dell’intera serialità italiana. Invece no: Il Miracolo rallenta quando necessario, corre (ma mai con il fiatone) quando lo ritiene opportuno, non si attacca alle parole per riempire i silenzi.
Il Miracolo sarà una serie di nicchia, sia in Italia che all’estero, ma proprio per i motivi sopra citati conferma la nuova era della produzione seriale italiana, sempre meno costretta ad inseguire certi canoni nostrani e sempre più indipendente nel prendere decisioni, a volte anche poco popolari. In altre parole, la serialità italiana sta imparando a sperimentare: e no, questo non è un miracolo.