Il Leone saldo e fiero ruggisce ancora ed il Festival di Sanremo può salvargli il trono
Rai1 ha il suo direttore, ed il suo direttore ha Rai1
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Tante parole si sono dette sulla gestione attuale della prima rete del servizio pubblico radiotelevisivo. Da una parte gli “oppositori” della gestione di Giancarlo Leone. Gli rimproverano di non aver dato un identità precisa a Rai1, concedendo troppo spazio a voci e a volti che forse non si meritavano la ribalta della prima canale Rai. Facendo anche delle scelte editoriali poco attente a valorizzare la rete. Scelte queste ultime, che lo hanno visto in qualche modo “alleggerito” dei suoi poteri, con decisioni della direzione generale, come l’arrivo del nuovo vice direttore Andrea Fabiano al palinsesto, oltre al fatto che sarà Antonio Marano a decidere in futuro cambi di palinsesto a seguito di eventi importanti. Altri invece dicono che la sua gestione, alla fine della fiera, ha portato la Rete 1 a vincere la gara degli ascolti contro il principale competitor, ovvero Canale 5.
In realtà il ruolo di direttore di Rai1, nel tempo, è da sempre più un compito politico che altro. Negli anni passati, i grandi direttori della rete ammiraglia, hanno potuto contare su grandi capostruttura, che oltre ad organizzare e realizzare i programmi, potevano loro stessi presentare al direttore di rete, progetti, idee, conduttori e contenuti, pronti poi per essere messi in onda. Era dunque fondamentale il ruolo del capostruttura, che poteva essere davvero “la macchina, il motore della rete”. Oggi questo ruolo, si è molto ridimensionato.
Qualche direttore di rete, sopratutto negli ultimi anni, sceglie ed incarica il capostruttura di mettere in piedi il progetto. Spesso il capostruttura, non sentendolo pienamente suo, si limita, o si deve limitare in altri casi, a progettare, costruire e far gareggiare quella macchina, in nome e per conto di altri. La Rai vive della politica, attraverso quel cordone ombelicale, invisibile, ma anche no, da dove passano, spesso e volentieri, i pensieri, i desideri, le aspettative dell’esponente di turno.
C’è il direttore che resiste stoicamente a queste segnalazioni, c’è quello che se le fa rimbalzare e poi c’è quell’altro che le raccoglie tutte, spesso scontentando tutti. Educativo ed interessante un episodio su questo tema, che circola nell’ambiente e che riguarda un ex direttore di una rete della Rai.
Arriva la segnalazione del politico di turno, che raccomanda una sua protetta per un ruolo in un varietà televisivo. Il politico dice al direttore: “Vedrai non ti pentirai ed un giorno mi ringrazierai“. Stupenda la risposta del direttore: “Invece sai che ti dico? Se la ragazza sfonda, dirò a tutti che me l’hai segnalata tu. Non posso prendermi i tuoi meriti”. Dall’altra parte del telefono un lungo silenzio, di qualche minuto. Poi si sente la voce tremante del politico che dice: “Facciamo finta che questa telefonata non te l’ho mai fatta“.
Ecco, ci sono direttori di questo tipo, ed altri che pensano a mettersi in tasca “cambiali”, da riscuotere poi, quando i CDA scadono (con i direttori generali), in attesa dei nuovi inquilini, possibilmente designati dai politici di turno. Perchè, comunque la si dica, chi impasta, prima o poi, si sporca di farina.
Giancarlo Leone conserverà la poltrona di direttore di rete, anche dopo Forte forte forte ed anzi, con un Festival di Sanremo che andrà meglio di quello dell’anno passato, puntellerà ulteriormente le gambe della sua sedia e farà i palinsesti della prossima stagione di Rai1. Come Angelo Teodoli li farà per Rai2 e Andrea Vianello per Rai3.
C’est la Rai, madame et monsieur!