IL GRANDE TALK non c’è più, resta TV TALK la costoletta…
IL GRANDE TALK è stato soppresso ma non ho notato sui giornali o sui blog (torto mio forse) qualche notizia in proposito. E’ scomparso dai palinsesti di Tv2000(che si chiamava Sat2000), uscendo in punta di piedi, in silenzio, senza strepiti e polemiche. Mentre intorno le televisioni ribollono di flop e di cancellazioni clamorose.Sono stato ospite
IL GRANDE TALK è stato soppresso ma non ho notato sui giornali o sui blog (torto mio forse) qualche notizia in proposito. E’ scomparso dai palinsesti di Tv2000(che si chiamava Sat2000), uscendo in punta di piedi, in silenzio, senza strepiti e polemiche. Mentre intorno le televisioni ribollono di flop e di cancellazioni clamorose.
Sono stato ospite nel marzo scorso di una puntata del GRANDA TALK invitato dal conduttore Alessandro Zaccuri, giornalista e scrittore, per parlare del mio film CONCERTO ITALIANO in occasione dei programmi sui 150anni dell’Unità, film trasmesso due volte su Rai3 e presentato nella serata di inaugurazione del Prix Italia del 2010, e dopo in giro nel nostro paese.
Ho gradito l’invito. Sia perchè ho conosciuto dall’interno la trasmissioni e le garbate, intelligenti persone che se ne occupavano; sia perchè l’idea non è venuta a TV TALK, trasmissione Rai, proprio di Rai3, costola, anzi costoletta del vecchio GRANDE TALK. Adesso che questa invenzione di Tv2000 , realizzata in collaborazione con i servizi educativi della Rai quando il direttore era Minoli, non c’è più, vorrei dire qualcosa sul perchè mi dispiace la cancellazione.
Era un modello senza pretese, con pochi mezzi, intelligente ,di un talk capace di parlare delle televisioni senza copiarne i formati vincenti (e comunque perdenti visto i flop che grondano), con un approccio preciso e serio, garantito da autori precisi nelle scalette, negli interventi, nello stimolare gli ospiti, messi peraltro a proprio agio.
Era un luogo di incontro e di approfondimento ma anche di confronto senza compiacenze o tenerezze plateali, garantito dalla critica Poggiolini dell’Avvenire, brava ed esplicita, e dagli studenti-analisti. Debbo dire che personalmente io preferisco ritmo, energia, come dire una drammaturgia mossa e incisiva nei toni e nei filmati; ma il GRANDE TALK aveva un merito, che è cresciuto nel tempo, e che riguarda un fatto: era l’oasi in mezzo ai talk senza criterio nè forma che si formano o deformano nella rissa, nello scontro, nella attualità sciorinata a colpi di gossip e di zoomate sul nulla, nell’esibizionismo surreale e spesso allucinante dei conduttori.
Il GRANDE TALK era una trasmissione di una emittente cattolica. La parola “cattolica” suscita spesso, spessissimo in Italia , pregiudizi radicati e giudizi altrettanto radicali. La sorveglianza è giusta, la diffidenza no. Infatti il GRANDE TALK si distingueva per la misura e la qualità delle scelte, oltre che dei modi per presentare temi, problemi, personaggi.
Oggi le televisioni si somigliano terribilmente tutte, con le eccezioni che sappiamo e vanno calando. Servilismo verso i conformismi delle stesse tv, per i partiti e gli schieramenti politici di riferimento; anticonformismo velleitario e inesistente: cambiano i titoli e i conduttori ma la sostanza è la stessa, e inquina a macchia d’olio.
Non vedevo con frequenza il GRANDE TALK ma, avendolo conosciuto e comunque seguito, posso dire che non sono d’accordo con la sua eliminazione, e auspico un suo ritorno. Era GRANDE nello stile, nella semplicità, nelle intenzioni e nei risultati; poteva non soddisfare ma non aveva la presunzione di fare lo spettacolo del nulla, come i talk che invece di essere grandi sono pigmei in mezzo ad una folla di pigmei.
Italo Moscati