Il grande successo di Maria e la concorrenza
C’è un comunicato stampa di Donelli, direttore di Canale5, che recita così, nella sua parte iniziale: Amici ha stravinto la prima serata con un risultato record: 28.39% di share. Ma ciò che mi piace sottolineare ancor più è la share strabiliante riferita al target commerciale (15-64 anni): ben il 31.57%! Un dato che conferma la
C’è un comunicato stampa di Donelli, direttore di Canale5, che recita così, nella sua parte iniziale:
Amici ha stravinto la prima serata con un risultato record: 28.39% di share. Ma ciò che mi piace sottolineare ancor più è la share strabiliante riferita al target commerciale (15-64 anni): ben il 31.57%! Un dato che conferma la grandissima capacità di Maria De Filippi nell’intercettare i gusti del pubblico di Canale 5
e che si conclude così:
La crescita sistematica di Amici dalla prima alla quarta puntata sottolinea come il programma sia, alla sesta edizione, più fresco che mai. Brava Maria!
L’analisi è realistica e verosimile, chi dice niente. Amici è un format di successo, un programma che funziona e che raccoglie consensi.
Mi si conceda, tuttavia, il gusto di un’avversativa, che inizi così: però, consideriamo la concorrenza.
Senza nulla togliere al tenerone Frizzi, Mi fido di te è un programma che profuma di vecchio fin dal titolo, e che non aveva nessuna speranza non solo di tener testa, ma nemmeno di avvicinarsi lontanamente alla corazzata defilippica.
E il vecchio che avanza – non tanto in termini di età di chi sta sul frontstage, quanto in termini di idee – sembra essere il leit motiv della nuova stagione televisiva, e dei prossimi mesi (sono in cantiere nuovi Cervelloni, nuovi Musichieri, nuovi Portobelli. Tutti nuovi, con le radici che affondano nel passato).
La sensazione, personalissima e opinabile, ovviamente, è che in Italia si abbia paura a fare quel che non si è mai visto, che ci si debba sempre imporre un minimo di autocensura, che se una cosa è sempre andata in un modo non la si debba cambiare, mettere in discussione, innovare.
E invece, sempre a giudizio dello scrivente, la televisione richiederebbe freschezza, aggiornamenti continui, idee contaminate da altre idee e da altre idee ancora, scrittura brillante, agilità di mezzi e di adattamento mentale alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie.
Così non è. E allora si plaude alla “fresca” sesta edizione di Amici, e in prima serata si parla di cani. Cani veri, non conduttori-cani.