Home Grande Fratello Il Grande Fratello 11 e la non richiesta digressione

Il Grande Fratello 11 e la non richiesta digressione

Giovanni, Marta e Michela accendono per tempo per non perdere nemmeno un fotogramma del Grande Fratello. Non cambieranno canale nemmeno durante la pubblicità. Commentano tutto, ne scrivono su Facebook, ne parlano su TvBlog, mangiano patatine e bevono Coca Cola e intanto analizzano l’ordito del nuovo vestito di Alessia Marcuzzi e le nuove trovate della prima

pubblicato 19 Ottobre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:48


Giovanni, Marta e Michela accendono per tempo per non perdere nemmeno un fotogramma del Grande Fratello. Non cambieranno canale nemmeno durante la pubblicità. Commentano tutto, ne scrivono su Facebook, ne parlano su TvBlog, mangiano patatine e bevono Coca Cola e intanto analizzano l’ordito del nuovo vestito di Alessia Marcuzzi e le nuove trovate della prima puntata del Grande Fratello. Come ogni anno, si rendono conto che al Grande Fratello è tutto un po’ più scontato, ma sembra anche tutto più nuovo e inedito, e mentre Giovanni, Marta e Michela, che sono una specie di gruppo d’ascolto del Grande Fratello, si ingozzano di patatine e Coca Cola e immagini, il programma macina i suoi concorrenti e comincia a triturare ascolti e sentimenti e speranze più o meno credibili, più o meno vere, ma verosimili quanto basta.

Finché a un certo punto la porta di casa di Giovanni, che ospita Marta e Michela, si spalanca, entra una troupe, due uomini in nero afferrano Giovanni, lo incappucciano, lo trascinano via, e una sessantenne Alessia Marcuzzi annuncia felice che Giovanni, proprio lui, è il nuovo concorrente del Grande Fratello. Marta e Michela guardano la scena in tv, ignorando quel che succede dal vivo, e gridano felici vedendosi inquadrate in diretta.

Ovviamente, tutto ciò non è mai successo, ma, ecco. Potessi parlarne così, del Grande Fratello, come se fosse un racconto, lo farei con più leggerezza. Invece niente.

Come si faccia, oggi, a parlare del Grande Fratello 11, non lo so. Dico sul serio, e sarebbe bello che autori e produttori televisivi si mettessero nei nostri panni, nei panni di, piaccia o meno, di programmi televisivi parla per lavoro. Undici edizioni sono tante, sapete? Quasi un’era geologica, in questi tempi da social network. Eppure, eccomi qui, nella necessità ineludibile di scriverne, anche dopo l’overdose di ieri – commenti live, foto di tutti i concorrenti, schede -. Necessità, perché altrimenti ci chiameremmo AltroBlog e non TvBlog, e quindi, signore e signori, con buona pace del fatto che a me piace Report e probabilmente mi avvelenerei il fegato quotidianamente guardando inchieste giornalistiche ben fatte a ripetizione, adesso vi parlo del Grande Fratello 11 e del suo kickoff di ieri sera.

Ma, davvero, cosa ci si aspetta che si dica? Che per quanto mi sforzi di applicare l’empatia non mi sento in grado di entrare in contatto con chi mastica bulimicamente immagini, casting, schede di presentazione e televoti? Sarei originale nel farlo? Potrei andare a prendere i commenti ai kick off delle vecchie edizioni per ispirarmi, potrei tentare di indovinare dinamiche e meccanismi, potrei parlare della regia o della scenografia o del rosso-troppo-rosso del corridoio d’ingresso o dell’abito della Marcuzzi; degli urletti, del luogocomunismo – ma diventerei luogocomunista a mia volta – e del coattume ammiccante; potrei parlar di Ferdinando-detto-Nando-detto-Nanto, del fatto che guarda un po’ è stata ripescata Cristina, che nel corso della puntata si è forse lasciata scappare un riferimento a un eventuale suo lesbismo, come se essere lesbica fosse davvero una cosa che può fare notizia, in attesa della puntata in cui eventualmente lo si svelerà; potrei parlare del fatto che la stessa Cristina ha basato la sua scelta per tenere in casa uno dei concorrenti sul fatto che aveva la clip più bella; potrei parlare di Norma-cioccolatino-Silvestri, che è la più cliccata su TvBlog: l’avreste mai detto?

Potrei parlar del gigolò o del figlio del camorrista, del fatto che le colpe dei padri non ricadano sui figli è come signora-mia-non-c’è-più-la-mezza-stagione ed è anche l’unico commento possibile, e intanto pensare che Endemol produce anche Fazio e Saviano, che sulla camorra ha avuto qualcosa da dire, e cortocircuitare in un limbo che rappresenta molto bene quest’Italia, oggi; potrei parlare della valigia-che-esplode. No, dico. La valigia che esplode. L’emergenza sicurezza. Aiuto.
Come se fossimo all’aeroporto e qualcuno avesse lasciato un bagaglio incustodito e quel bagaglio esplodesse. Solo che capita sotto gli occhi di tutti, non fa vittime, se non Sheila, poveretta, che è esperta di gossip e ci tiene tanto a dire che si può essere sexy anche con la cellulite – il fatto stesso che lo debba ribadire in continuazione nega l’assunto – ha perso tutti i suoi vestiti esplosi. Tutti. Sì, come no.

Potrei dire, semplicemente, che io quella roba lì non la guarderei, perché non mi interessa più. Potrei chiedermi: chissà se gli autori del Grande Fratello 11 lo guarderebbero, il programma, se non ci lavorassero. Ne sarebbero interessati? Potrei chiedermi a chi possa realmente interessare.
E’ intrattenimento, mi direte voi. Davvero? chiederei io. In che termini? In che senso?

E’ questo il meglio cui si possa aspirare per intrattenerci? O, almeno, è la media? E chi in quella media non si riconosce più o non si è mai riconosciuto, deve prenderne atto e rassegnarsi a sorrisi e lacrime di plastica come i sentimenti di un animatore da Club Med nei confronti dei turisti? Se è così, mi concederete questa non richiesta digressione, con la quale, tutto sommato, intendo intrattenervi a modo mio.

Chiariamo una cosa. Non è che il sottoscritto impazzisca per il resto della televisione di questo genere, ok? Perché a volte si confonde la necessità di parlar di qualcosa con il piacere nel farlo, o con il tifo. Non mi interessa particolarmente se il Grande Fratello o Amici o X Factor vadano bene, cerco di guardarli, a volte ne scrivo con la partecipazione necessaria al commento, ma li guardo con distacco, perché non trovo altro modo per farlo. A volte li guardo con pena e dolore – non è un eccesso, credete pure – come quando penso al povero Stefano Filipponi che balbetta e canta in tv dimenandosi come può a ritmi dance. Povero, sì. Con lui riesco a entrare in empatia.

Come quando penso a quello che molla la compagna incinta per entrare al GF. Come quando mi vengono i brividi al pensiero che sia questa la grande opportunità che offre la nostra società oggi. Come quando penso a quell’altro che non dice di essere gay per anni perché lui fa parte dello showbiz. Come quando penso alla violenza di un microfono e di una telecamera puntati in faccia alla mamma e moglie di probabili o possibili assassini che grida di andare via. E alle facce che avranno gli spettatori a casa mentre guardano tutto questo: bisognerebbe poterli vedere tutti, uno a uno. Poterci vedere tutti come non vorremmo mai essere visti, per capire meglio questo intrattenimento che a volte si traveste addirittura da cronaca.

E non è un caso che io abbia scelto questa immagine qui in alto, per parlare in questo modo, per una volta prendendomi uno spazio. E’ Cristina che rientra. Come non vorresti mai rientrare in una casa da un ingresso troppo rosso e col culo di fuori. Eppure le capita, anche se probabilmente lo dava per scontato, che sarebbe stata proprio lei a rientrare.

E per parlarne, per intrattenervi diversamente, mi sono preso uno spazio lungo, che, fortunatamente, non siete stati obbligati a seguire. Come, del resto, nessuno è obbligato a seguire reality, talent e quant’altro. Tuttavia, la tv penetra. E’ potente. E’ forte. E’ immanente. Riscrive i pensieri e, più che farsi modellare, ci modella. Modella le voci critiche e quelle acritiche, e non ci lascia possibilità di assoluzione. Nemmeno quando si cerca di non dire troppe banalità e si finisce per farlo.

Banalità. Ma a volte, ci sono constatazioni non banali ma semplici. Ecco.
Queste vorrebbero essere constatazioni semplici.

Buon Grande Fratello a tutte e tutti.

Grande Fratello