Il grande dono: la tv dei sentimenti strumentalizzati
“Il grande dono” di Oprah Winfrey (una grande conduttrice, scritto e controfirmato), cominciato ieri in seconda serata su Sky Vivo e in onda ogni lunedì alle 21.55, è un piccolo concentrato (americano) di forti emozioni. Alcuni dubbi rimanevano sul funzionamento della trasmissione, che abbiamo sommariamente descritto in un articolo di pochi giorni fa. Ecco le
“Il grande dono” di Oprah Winfrey (una grande conduttrice, scritto e controfirmato), cominciato ieri in seconda serata su Sky Vivo e in onda ogni lunedì alle 21.55, è un piccolo concentrato (americano) di forti emozioni. Alcuni dubbi rimanevano sul funzionamento della trasmissione, che abbiamo sommariamente descritto in un articolo di pochi giorni fa. Ecco le precisazioni.
La squadra di dieci persone affronta in ogni puntata un tipo di missione molto diverso, ma che ha sempre lo scopo di aiutare le persone nelle loro difficoltà economiche. I concorrenti non vengono, questo è importante, sempre riempiti di soldi da mettere nelle mani delle persone in modo superficiale, ma devono invece pensare e riflettere sui modi più creativi per ottenere quelle cifre da soggetti terzi, organizzando eventi, situazioni, iniziative. L’unica conseguenza è che a volte queste donazioni sono di matrice religiosa o commerciale, offerti da aziende che danno grossi assegni con grossi marchi sopra per motivi evidenti di immagine. Quindi la generosità viene in parte veicolata da interessi diversi, in onore della marchetta televisiva.
Ma i contenuti sono la vera forza del programma, che mescola racconti di vita incredibilmente difficili (una donna con due figli senza fissa dimora, una madre che ha perso il marito ucciso, un soldato americano costretto a vivere in un posto di fortuna, un universitario senza soldi per un master di specializzazione in medicina). Insomma: c’è di che emozionarsi e di che coinvolgersi. E’ la strumentalizzazione è il prezzo da pagare. Oddio, mi ricorda tanto C’è Posta per te, Ricomincio da qui e un’altra mezza dozzina di programmi che inevitabilmente sfruttano gli stessi meccanismi.
Altra pecca del programma è la modalità operazionale dei tre giudici che decidono chi dei concorrenti viene eliminato. In teoria dev’essere escluso dal gioco “chi è stato meno generoso”. In realtà i criteri di scelta sono dichiaratamente legati alla creatività, allo spirito di guida del progetto. In soldoni: chi riesce a creare una situazione più sfacciatamente spettacolare che di conseguenza possa generare maggiori emozioni, resta. Insomma, un programma dai sentimenti veri e naturali che viaggia su parametri piuttosto utilitaristici. Ma la tv dei sentimenti, nessuno ve lo potrà negare, è fatta sempre così.