Il fattore umano, la dimensione reportagistica di cui la Rai non può fare a meno
Il fattore umano ricorda l’importanza di raccontare e indagare la realtà attraverso il reportage, di cui la Rai ha bisogno. La recensione.
Il fattore umano ha inaugurato il nuovo ciclo di puntate con un importante reportage su quello che sta avvenendo in Ucraina, con il conflitto portato dalla Russia dallo scorso 24 febbraio. Potrebbe apparire come paradossale la scelta di partire dalla guerra, una delle circostanze più inumane che si possa immaginare, soprattutto per le violenze e le atrocità che è in grado di compiere sulle popolazioni coinvolte.
Eppure, Il fattore umano, con questo primo reportage dal titolo La guerra del dissenso, realizzato da Lorenzo Giroffi, Andrea Sceresini e Tatsiana Khamliuk e affidato alla voce narrante di Oksana Chelisheva, giornalista russa considerata dissidente politica, ci ricorda che proprio lì, al margine con la barbarie della guerra, si nasconde ancora tutta l’umanità che possiede l’uomo.
Così spunta la testimonianza di un professore universitario ucraino che nei primi giorni del conflitto, arruolatosi già sul fronte per combattere, senza dire niente di tutto ciò ai propri studenti, svolge una lezione in videochiamata, che lo costringerà poi a svelare dove effettivamente si trova. Così si notano i televisori presenti nei rifugi degli ucraini, televisori che diventano strumento per svagarsi, anche solo inserendo un semplice dvd.
La dimensione reportagistica permette poi di puntare i riflettori anche su altri aspetti, come la vita a cui è costretto un dissidente ceceno, dopo essere stato catturato, interrogato e torturato dallo stesso governatore della regione, Ramzan Kadyrov, che sta giocando all’interno del conflitto un ruolo centrale con i suoi numerosi soldati inviati al fronte in Ucraina, o come quella dei bielorussi che decidono di abbandonare il loro paese, asservito alla volontà di Vladimir Putin, per dare vita a un proprio battaglione che prenda parte alla guerra in difesa del popolo ucraino.
Il viaggio di Il fattore umano, che si ispira all’articolo 1 della convenzione ONU sui diritti umani e che ha dunque per oggetto quest’ultimi, che vengono indagati in ogni angolo del mondo, parte necessariamente dalla notizia a cui a livello mediatico si è prestata più attenzione negli ultimi mesi, ricordandoci però che il genere reportagistico può aggiungere tanto anche a una materia già lungamente trattata e che ha la capacità di fare emergere particolari forse fino ad oggi non colti, grazie alla potente unione di immagini e parole. La Rai non deve rinunciare a raccontare e ad indagare la realtà tramite il reportage.