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Il Dono, diretta seconda puntata 26 dicembre 2015: tutte le storie

Il Dono, la diretta della seconda puntata con Paola Perego e Marco Liorni.

pubblicato 26 Dicembre 2015 aggiornato 9 Novembre 2020 16:29

  • 21.30

    Puntuali, si comincia: un rapido riassunto delle storie che vedremo stasera. Enza, che vuole ringraziare la persona che ha salvato la vita di suo figlio gravemente ferito dallo scoppio di una bomba esplosa sul treno dove viaggiavano nel Dicembre del 1984; di Roberto, che vuole chiedere perdono ai figli che ha abbandonato quando erano bambini e con cui non ha più avuto rapporti; di Adriano, che vuole ringraziare Nasser per essere stato l’unico ad aiutarlo quando aveva perso ogni speranza di trovare un lavoro e per avergli insegnato a sconfiggere i propri pregiudizi; Hamos, che deve la vita al coraggio di una donna che nel 1966 aiutò la sua ed altre famiglie ebree a fuggire dalla Libia incendiata dall’odio; Sandra e Renato, che vogliono ringraziare la persona che ha salvato la vita della figlia Giada

  • 21.31

    Father & Son di Cat Stevens per la storia di Roberto: ha abbandonato i figli e questi non vogliono più vederlo. “il mondo mi succhiava, mi succhiavano le cose materiali più di sentirmi padre a tutti gli effetti”. Lui e la moglie si sono separati, Roberto dice di ricordarsi ancora le voci dei figli dietro la porta.

  • 21.34

    “sapevo che non potevo fare niente, solo andare via… E sono corso vi. Ho passato una giornata in giro per Roma non sapendo neanche dove andare. La giornata più terribile della mia vita, perché sapevo che, oltre alla mia sofferenza che contava poco, stavo facendo soffrire i miei figli”. La voce di Roberto si rompe lentamente mentre ricorda che andava a cercare i figli all’uscita della scuola, pur di riuscire a vederli.

  • 21.36

    Il freddo e il distacco di Roberto lo hanno portato ad allontanarsi fino a rassegnarsi, racconta Liorni. Nel frattempo ha conosciuto una donna. Però Roberto ha avuto un problema di salute, un’amnesia grave per alcuni mesi, che lo ha costretto a ricostruire la sua vita passo dopo passo. “Voglio chiedere ai miei figli che mi possano perdonare” chiede Roberto.

  • 21.38

    L’amnesia di Roberto ha cancellato il suo passato: causata dallo shock di aver perso tutto quello che aveva, un’azienda messa su con dei soci, è stato ritrovato in un ospedale di Firenze. “Non tutto quello che riveniva davanti agli occhi erano cose belle…”. I figli si chiamano Roberta e Stefano.

  • 21.39

    Con Nadia, la nuova compagna, Roberto ha avuto altri tre figli. I primi due, invece, restavano sullo sfondo “L’egoismo era portare avanti questa nuova famiglia. Adesso mi manca un pezzo di cuore. Vorrei cominciare una nuova vita con loro”.

  • 21.41

    Come dono, Roberto vorrebbe dare ai figli un diario con le pagine bianche. “ho paura a scrivere del mio passato”. Liorni gli augura che diventi il diario del futuro.

  • 21.42

    Non è stato difficile rintracciare Roberta e Stefano, Liorni consegna il dono. Il biglietto allegato li lascia senza parole. “Forse non doveva scarica’ un libro ma un tir di libri, pe’ riscrive 33 anni e mezzo” è il commento accorato di Stefano.

  • 21.44

    Roberta sembra più morbida rispetto al fratello. “A me è mancato tanto. So che ha altri tre figli ma io sono l’unica femmina. Potrà sembrare assurdo ma un papà per una figlia femmina ha una tenerezza in più, un pensiero… E l’ho sofferta questa cosa”. Lei parla di rimozione, il fratello dice “abbandono”.

  • 21.46

    Stefano non ha parole leggere. “Se sono l’uomo che sono è anche perché non ho avuto un padre”. Ringrazia la madre e lo zio, che ha svolto funzione paterna, per esserci sempre stati.

  • 21.48

    Roberta e Stefano andranno all’appuntamento con il padre Roberto?

  • 21.49

    Va solo Roberta. Che appena lo vede lo apostrofa “Sembri Babbo Natale” e gli dice di respirare e stare calmo. Roberto è emozionato.

  • 21.50

    Stefano niente, e Roberto chiede di lui… E invece sorpresa! “Mamma m’ha dato un’educazione, qualcuno m’ha cercato e io me so’ presentato”. Della serie “non me le lego mai al dito”.

  • 21.52

    Roberta è pragmatica: con tutti questi anni di distanza, impossibile costruire un vero rapporto padre-figli. Le scuse sono difficili da accettare.. E Stefano se ne va, dicendo che non è la situazione per lui.

  • 21.53

    Roberta prende le parti del fratello, ma resta col padre. Ci vorrà tempo, dice. Si allontanano abbracciati. Pubblicità.

  • 21.59

    La nuova storia è quella di Adriano, che si è ritrovato disoccupato nonostante l’esperienza come cuoco e ristoratore. Aveva problemi economici e con la moglie, dopo la nascita del figlio. Lo ammette candidamente: aveva sempre avuto pregiudizi nei confronti degli extracomunitari.

  • 22.02

    Dopo tre anni e mezzo dalla nascita di Mattia, il figlio, la storia tra Adriano e Manuela è terminata. Il lavoro non si trovava: “che al mio paese non si possa trovare un lavoro, è assurda la cosa”. Un giorno arriva una telefonata: una persona che cercava un cuoco in cucina, e questa persona era un egiziano. “Che aveva due ristoranti, e io ero senza mangiare.. era una cosa grave per me”.

  • 22.04

    Piano piano, conoscendo meglio Nasser, l’egiziano proprietario del ristorante, si è creata una bella amicizia e Adriano ammette di vergognarsi un po’ di ciò che credeva. Nasser ha dato ad Adriano la possibilità di lavorare, di recuperare la dignità, e Adriano vuole ringraziarlo per tutto il bene che gli ha dato.

  • 22.07

    Adriano spiega a Paola Perego di essere diventato razzista dopo una brutta esperienza di lavoro con dei capi nordafricani in Spagna. Nasser gli ha insegnato a non avere pregiudizi e a smettere di essere razzista.

  • 22.09

    Come regalo per Nasser, Adriano vuole dargli il suo primo coltello da cuoco, quello che aveva anche quando iniziò a lavorare da lui. Paola Perego parte a cercare Nasser a Borgo Satollo, vicino Brescia.

  • 22.11

    Nasser riceve il dono e il biglietto di Adriano, pieno di bellissime parole.

  • 22.12

    L’uomo si commuove. “Mi ha fatto una grande sorpresa, per me. È un vero amico”. Racconta del suo arrivo in Italia nel 1998, da clandestino: per entrare da noi ha speso tantissimi soldi, quasi 10 milioni di vecchie lire, dategli dai genitori che si sono venduti tutto per spedirlo in Italia.

  • 22.14

    La storia dell’arrivo di Nasser è allucinante: in 40 su un gommone da dieci persone massimo, a tutta velocità in mare, con la gente che cadeva in mare e nessuno veniva salvato. Nemmeno un bambino. A 300 metri dalla costa, vennero scaricati: chi sapeva nuotare arrivava a riva, gli altri morivano. Io ho i brividi nel sentire la sua voce.

  • 22.16

    Nasser ha raggiunto un cugino a Brescia e ha iniziato a lavorare come lavapiatti, poi ha imparato tante cose e alla fine ha aperto tre ristoranti. Ha superato tanti pregiudizi pur di affermarsi e lavorare.

  • 22.19

    Il loro incontro è bellissimo: tra pacche e “ti sei ingrassato!”. “Tu sei stata l’unica persona ad aiutarmi in un momento di grandissima difficoltà” dice Adriano. “sei brava persona e ti meriti” risponde Nasser. Adriano gli comunica che vuole prendere uno dei ragazzi dell’associazione con cui Nasser collabora per insegnargli il mestiere di cuoco.

  • 22.21

    La storia di Paolo parte dallo tsunami del 2004 nel Sud Est asiatico: sta cercando la persona che gli diede rifugio. Nelle sue parole, c’è lo strazio di chi ha visto sparire nei mulinelli anche bambini piccoli, inermi di fronte alla potenza dell’acqua. “chi non ce l’ha fatta era lì, inerte, quando il mare si è ritirato”.

  • 22.24

    Paolo è riuscito a risalire la collina e ad arrivare ad una villa con un cancello aperto. Assieme a lui c’erano centinaia di persone, accorse a ripararsi: in mezzo a tutti, Mr Smith, un uomo grande e grosso che ha aperto la sua casa per dare rifugio ai dispersi. “Quasi un San Pietro dei tempi moderni” commenta Paolo. “Aveva questo enorme fuoristrada e portare su tutti quelli che riusciva ad incontrare”

  • 22.25

    Paolo vorrebbe incontrare Mr George Smith, ma a Phuket non si sa niente di lui. La Perego lancia un appello a chi fosse lì, o avesse notizie. Intanto si va in pubblicità.

  • 22.31

    La storia di Enza e dei figli, Gianpasquale e Alessandro, è legata ad una delle stragi dei treni di moltissimi anni fa: nello specifico l’attentato al rapido 904, quando il 23 dicembre del 1984 una bomba esplose sul treno nella galleria di San Benedetto Val Di sambro, sull’Appennino tra Firenze e Bologna.

  • 22.35

    Enza era sul treno con i figli, tutti e tre sono rimasti feriti nell’esplosione della bomba. Nello specifico, uno dei due ragazzi, Gianpasquale, era in gravissime condizioni e perdeva molto sangue: un medico si avvicinò e gli prestò soccorso, mantenendolo vigile grazie alle sue parole. Enza vuole ritrovare quel medico e ringraziarlo per tutto.

  • 22.37

    Siamo a Napoli, quindi beviamoci una tazza di caffè. Poi Enza procede nel racconto: “C’erano stati i segni premonitori che non dovevamo prenderlo quel treno: mio nipote buca le gomme della macchina, arriviamo in ritardo. Poi arrivo, salgo nella carrozza numero nove ma poi mi fanno spostare alla numero cinque”. Enza vuole trovare quel medico perché non l’ha fatta sentire abbandonata, la ha aiutata, le ha dato la forza. Ricorda solo la voce e un’ombra nel buio.

  • 22.39

    Liorni le dice che non sarà facile, visti quei pochi dettagli sul medico. Enza vorrebbe donargli una cintura, memore di quella che il medico legò al braccio del bambino per salvargli la vita più di trent’anni fa.

  • 22.41

    Le immagini di repertorio raccontano come si svolse il processo, per il quale fu condannato il boss della mafia Pippo Calò.

  • 22.42

    Marco Liorni va a consultare i filmati delle Teche Rai per vedere se riesce a trovare qualche traccia di quest’uomo, ma non c’è modo di trovare indicazioni utili. La seconda strada è quella dell’Associazione delle vittime, e la pista sembra buona: lo mettono in contatto con il regista che ha realizzato il documentario sulla strage del Rapido 904. Ma anche qui nulla, solo che il regista ricorda che tra alcune testimonianze raccolte c’è un dentista di vicino Milano. Potrebbe essere lui.

  • 22.45

    Il medico si chiama Giorgio Moiraghi, è un odontoiatra, ha 56 anni e sta a Trezzano sul Naviglio. Riceve il Dono da Liorni e commenta: “Tanti anni” guardando la cintura. Lui era sul treno perché rientrava a Milano dopo aver accompagnato a Napoli la allora fidanzata, ora moglie.

  • 22.47

    “Ho fatto quello che ho potuto con quello che avevo a disposizione”: la modestia di quest’uomo è incredibile. Risponde sì alla volontà di Enza di incontrarlo: prevedo lacrime senza sosta.

  • 22.49

    Enza prende un treno (e che coraggio!) per andare a conoscere il dottor Giorgio Moiraghi che salvò la vita a suo figlio. “Sono bloccata, mi sento così: mi succede sempre quando mi emoziono” commenta la signora, felicissima. Mado’ mo’ piango.

  • 22.51

    L’abbraccio fa piangere pure me. La signora Enza dice solo “grazie grazie grazie”. Il dottor Moiraghi pure sembra commosso. “Sediamoci che mi tremano le gambe” dice la signora. Datemi un fazzoletto, vi prego.

  • 22.52

    E arriva anche Gian Pasquale, il “salvato”, a stringere la mano al dottore. “Che bello risentire questa voce” commenta l’uomo. Io ho i brividi.

  • 22.59

    La storia di Sandra e Renato porta in montagna a Vipiteno, sul sentiero per le cascate di Stanghe: una passeggiata con le figlie Chiara e Giada che ha rischiato di diventare una tragedia quando Giada è scivolata dalla mano di Sandra, restando appesa ad un ciuffo d’erba. Sotto, lo strapiombo.

  • 23.02

    Nemmeno il cellulare di Renato prendeva, perché non c’era campo in zona: mezz’ora atroce di attesa.

  • 23.04

    All’improvviso dietro il costone spunta un carabiniere che si cala giù, sotto Giada, e la recupera risalendo la roccia e riconsegnandola ai genitori terrorizzati.

  • 23.06

    “Mi mette angoscia, tristezza, disperazione ripensare a quei momenti. Sono diventata apprensiva, sempre con quattro occhi” racconta Sandra. E ricorda il carabiniere: alto, biondo, magro. Non lo hanno mai cercato in questi anni, anche se ci hanno pensato. Vogliono donargli un diario (e due stasera) con i vent’anni di vita di Giada, la bambina che lui salvò.

  • 23.09

    Paola Perego riesce a recuperare il carabiniere: oggi ha 46, si chiama Franz ed è ancora appuntato scelto a Vipiteno. Gli consegna il diario con le foto di Giada ma lui non la riconosce. Appena la Perego dice la data, il 22 luglio 1998, ricorda tutto.

  • 23.11

    “Non ho neanche pensato di aver paura… Mi sono buttato. Ero l’unica persona che poteva dare una mano, si trattava di secondi. Devi intervenire, e basta” commenta Franz. E accetta di incontrarli.

  • 23.13

    Renato e Sandra accettano di tornare su quel sentiero per incontrare Franz. In sottofondo Eppure sentire di Elisa. Sandra dice “pensavo di non avere il coraggio di tornare in questo posto”.

  • 23.14

    Renato si commuove, Sandra gli dice “sei stato sempre nel mio cuore” e Franz, nonostante la teutonica volontà di ferro, un po’ cede. Soprattutto quando vede Giada.

  • 23.16

    L’ultima storia di stasera risale a 48 anni fa, in Libia: è la storia di Amos e della Guerra dei Sei Giorni tra Israele e i paesi del Nordafrica, nel 1967, che incrina per sempre i rapporti tra arabi ed ebrei.

  • 23.18

    Una dipendente delle aerolinee libiche è riuscita a modificare le carte dell’aereo e a far salire più persone di quante consentite, per salvare molta più gente. “Finalmente senti che sei salvo, quando sei lì, è un momento importante.” dice Hamos.

  • 23.20

    Hamos ha vissuto in Libia, a Tripoli, per 12 anni: poi la guerra dello Yom Kippur ha modificato gli equilibri, tanto che la famiglia si è nascosta da alcuni amici. “Ho visto mio padre e mia madre piangere nel vedere le case dei parenti prendere fuoco” racconta.

  • 23.22

    Svuotare la Libia dagli ebrei: la famiglia di Amos è arrivata all’aeroporto e si è messa in attesa. Una donna della compagnia aerea ha rischiato in proprio, li ha messi su un aereo per mandarli via. “Vorrei dirle grazie, ma un grazie molto sentito”. Dà gli indizi: all’epoca la donna aveva meno di trent’anni, e ricorda il nome : si chiamava Floriana. Vorrebbe donarle una rosa del deserto, la bellissima pietra, come simbolo del suo coraggio.

  • 23.25

    La Perego si mette sulle tracce della donna: trova una pubblicazione che raccoglie testimonianze di ex hostess e steward. Giuseppe Dionisi, che ha scritto il libro, non trova informazioni ma passa un altro nome, Umberto Maccarini, che lavorava per la compagnia di bandiera all’epoca. E le informazioni si fanno preziose…

  • 23.27

    Bingo: Floriana di cognome fa Zappoli e vive a Bologna. Facile mettersi in contatto con lei! La Perego le consegna il dono e il messaggio di Hamos. La donna si commuove: “è una cosa che lui ha nel cuore”.

  • 23.29

    “Non credo di aver fatto niente di eccezionale, ho usato l’unico mezzo che avevo a disposizione per farli partire”. Questa donna. “Noi per aiutarli, durante la permanenza, gli portavamo da mangiare, il latte ai bambini, il pane… Bisognava stare attenti a non farsi notare tanto”. E spiega il sistema dei “pasticcetti”: cancellare un signore che non aveva urgenza di tornare, e dare il posto ad una famiglia di ebrei in fuga dal paese.

  • 23.32

    Floriana accetta di incontrare Hamos: “abbiamo fatto tutto questo!”

  • 23.34

    “Io non ti conosco…” dice Floriana tenendo le mani di Hamos: “che importanza ha, è come se fossi stata sempre nella mia vita” ribatte lui. E si abbracciano.

  • 23.35

    Si chiude con un appello, quello di Annalisa che vuole trovare il ragazzo che le salvò la vita dopo la gara di ballo della nipote: la donna per l’emozione ebbe un’emorragia cerebrale e il ragazzo capì la gravità attraverso alcune procedure di primo soccorso, dando le linee guida al personale del 118 che arrivò per portarla in ospedale. Annalisa sta cercando questo ragazzo, di circa 25 anni all’epoca, che si trovava il 2 agosto del 2011 al Festival del Garda di Torri del Benaco. I contatti sono sempre gli stessi.

  • 23.38

    Carrellata di abbracci finali: io ho scelto quello tra Enza e il dottor Moiraghi, decisamente la storia più commovente della serata. Appuntamento con la terza puntata de Il Dono per la prossima settimana. Grazie a tutti!

La commozione ti stritola in un attimo: tra le storie della seconda puntata de Il Dono, il programma dedicato ai “ritrovamenti” delle persone che hanno significato qualcosa nelle vite dei protagonisti, colpisce quella che riporta alla memoria uno dei momenti più tragici della Storia d’Italia recente.

È la strage del Rapido 904 che il 23 dicembre 1984 uccise 15 persone (altre 2 morirono in seguito) e ne ferì oltre 267 a causa di una bomba piazzata nella carrozza 9 del treno e fatta detonare quando il convoglio si trovava all’interno della galleria appenninica di San Benedetto Val Di Sambro, tra Bologna e Firenze. Una bomba messa dalla mafia per amplificare la cosiddetta Strategia della tensione degli ultimi anni di piombo italiani.

È questo il cerchio attorno alla storia di Enza che vuole ritrovare il salvatore del figlio, rimasto gravemente ferito nello scoppio della bomba e vivo grazie all’intervento di un giovane medico dall’accento milanese che lo mantenne vigile e gli legò il braccio ferito con una cintura. Un momento di racconto intenso e ben realizzato, dove ci si ricorda come i grandi eventi tragici non siano soltanto pagine da studiare, ma coinvolgano persone normali che si trovano per sempre legate dalla potenza della Storia. Un racconto delicato e potente, affidato ad un Marco Liorni di raro garbo che ci porta persino nelle Teche Rai a vedere spezzoni dei terrificanti filmati di allora, quando le troupe televisive arrivarono sul luogo del disastro.

Il Dono ha questo pregio: scorre a ritmo sostenuto senza indugiare troppo in sentimentalismi e affronta molte tematiche come il razzismo verso gli extracomunitari, le storie di salvataggi in extremis in montagna, i ricongiungimenti familiari e i grandi eventi storici, tra i quali oltre all’attentato al rapido 904 c’è anche la Guerra dei Sei Giorni tra Israele e i paesi arabi del Nordafrica. I racconti sono racchiusi tutti negli abbracci commossi, regalati ai telespettatori con un tocco di discrezione. Molta più di quanta ne offra, normalmente, la televisione.

Il Dono, il nuovo programma di Rai 1 dedicato alle storie di persone comuni che si mettono sulle tracce di qualcuno cui sentono di dover chiedere scusa o dover rendere grazie per quel che hanno fatto per o nella loro vita, torna questa sera di sabato 26 dicembre con la seconda puntata.

Il ‘docureality’ affidato alla conduzione garbata di Marco Liorni e Paola Perego affronterà in questa seconda puntata nuove storie di vite salvate grazie ad incredibili gesti di coraggio, di altruismo, di sacrificio; parleranno di rimorsi per errori compiuti nel passato, e aiuteranno i protagonisti a porvi rimedio; andranno in soccorso di persone a cui sconosciuti hanno cambiato l’esistenza per permettergli di dimostrare la loro gratitudine; racconteranno il pentimento, per gesti e parole che hanno ferito e offeso, attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti.

Il filo conduttore di ogni racconto è appunto il piccolo dono che il protagonista di ogni storia affida al conduttore perché sia consegnato alla persona che si vuole raggiungere, in attesa di un incontro finale.

Il Dono | Anticipazioni seconda puntata

Nella seconda puntata de Il Dono in onda Sabato 26 Dicembre seguiremo le storie di Enza, che vuole ringraziare la persona che ha salvato la vita di suo figlio gravemente ferito dallo scoppio di una bomba esplosa sul treno dove viaggiavano nel Dicembre del 1984; di Roberto, che vuole chiedere perdono ai figli che ha abbandonato quando erano bambini e con cui non ha più avuto rapporti; di Adriano, che vuole ringraziare Nasser per essere stato l’unico ad aiutarlo quando aveva perso ogni speranza di trovare un lavoro e per avergli insegnato a sconfiggere i propri pregiudizi; Hamos, che deve la vita al coraggio di una donna che nel 1966 aiutò la sua ed altre famiglie ebree a fuggire dalla Libia incendiata dall’odio; Sandra e Renato, che vogliono ringraziare la persona che ha salvato la vita della figlia Giada rimasta paurosamente in bilico su uno strapiombo durante una gita in montagna.

Il Dono | Come seguirlo in tv e in streaming

Il Dono va in onda il sabato alle 21.20 su Rai 1 e viene trasmesso in live streaming sul portale Rai.tv, che poi permette di rivedere la puntata on demand.

Il Dono | Second Screen

Per seguire live Il Dono vi consigliamo il nostro liveblogging, dalle 21.20 su Rai 1. Il programma ha un suo hashtag ufficiale, #IlDono, su Twitter.
Per partecipare a “Il Dono”, invece, si può chiamare il numero 02.36557691, visitare il sito ildono.rai.it oppure scrivere a ildono@rai.it.