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Il direttore generale della tv pubblica si taglia lo stipendio (tranquilli, parliamo della Bbc)

George Entwistle, nuovo direttore generale della Bbc, percepirà uno stipendio di 220mila sterline inferiore rispetto al suo predecessore

pubblicato 5 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:39

Ha accettato uno stipendio più basso di 220mila sterline rispetto a quello del suo predecessore: George Entwistle, già responsabile di Bbc Vision, laureato in Scienze Politiche e Filosofia, è stato nominato direttore generale della Bbc, di cui prenderà ufficialmente il comando il prossimo 17 settembre, ma fa notizia soprattutto per la sua retribuzione ridotta (per modo di dire).

Entwistle, cinquant’anni, arrivato nella tv pubblica britannica come praticante nel 1989, percepirà infatti uno stipendio di 450mila sterline (circa 700mila euro, centesimo più, centesimo meno): di certo, non bruscolini, ma comunque 220mila sterline in meno rispetto a quello che guadagnava il suo predecessore Mark Thompson, che ogni anno si portava a casa uno stipendiuccio da 670 mila sterline.

Si tratta, evidentemente, di una conseguenza della politica di tagli messa in pratica dalla tv pubblica britannica, che negli ultimi cinque anni ha visto un aumento delle spese del 16 % e che è impegnata in tutti i modi a trovare nuovi introiti.

Foto | © TM News


Non a caso, uno dei più importanti obiettivi che Entwistle si propone di raggiungere una volta entrato ufficialmente in carica sarà quello di trovare nuove modalità di finanziamento pubblico: se è vero, infatti, che i cittadini britannici che guardano la tv devono pagare un canone annuo (un po’ come in Italia, con la differenza che Oltremanica la percentuale di evasori non supera il 4% della popolazione), è altrettanto vero che sempre di più gli spettatori utilizzano tablet, computer e cellulari per godere dei programmi della Bbc. Per questo motivo, insomma, si cercherà di mettere a punto un modello di finanziamento nuovo, che tenga conto delle novità di fruizione del prodotto televisivo.

Insomma, due buoni esempi (tagli agli stipendi dei dirigenti e ricerca di nuove forme di finanziamento) che speriamo (o forse sarebbe meglio dire “ci illudiamo”) possano ispirare anche la Rai.