Il Corpo dell’Amore: la conferenza stampa del 29 maggio 2019
La conferenza stampa de Il Corpo dell’Amore.
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12:20
Inizio conferenza. Stefano Coletta: “Quando si lavora nel servizio pubblico, ci sono operazioni necessaria da fare e sulle quali si deve riflettere poco. Questo programma è coerente con la linea editoriale che ho cercato di introdurre a Rai 3. Un giorno, vengono da me due autori che non conoscevo e mi consegnano quest’idea. Il mio tempo di riflessione è stato di qualche minuto. Dopo 3-4 minuti, ho detto “Lo voglio fare”. Rai 3 dà spazio alla disabilità, abbiamo già fatto progetti importanti come Invicibili o Invisibili. Avevamo raccontato tante volte il futuro dei disabili ma l’urgenza era un’altra: raccontare il “durante di noi”, il “presente”. I disabili vengono sempre considerati bambini, li “adultizziamo” poco ma i disabili hanno le stesse nostre esigenze. Non parliamo solo di sessualità ma anche di emotività. Questo progetto è un’altra battaglia, piccola e molto sobria. Come direttore di una rete, sento la responsabilità di dare visibilità a persone che sono come noi. Abbiamo raggiunto un obiettivo che è quello di aver fatto un lavoro davvero senza enfasi. Io detesto gli artifici televisivi, le narrazioni artificiose. Noi abbiamo il dovere di consegnare, senza letture politiche e ideologiche, la nostra realtà. La realtà è fitta anche di questa diversità, troppo spesso discriminata. In questi 2 anni, i miei tempi fuori dall’azienda sono stati pochi. In quei pochi momenti in cui sono tornato alla vita, ti capitano cose simboliche. Sono andato alle terme, eravamo una piccola comunità di persone fortunate: ho trascorso 3 giorni caratterizzati da un lamento continuo. Io non capivo chi si stesse lamentando e sono andato a capire cosa succedesse: c’era un ragazzo autistico che non poteva essere gestito all’esterno e restava in questa stanza dove emetteva il suo linguaggio. Lì, ho capito cosa significa, per i nuclei familiari, la gestione del tempo. Questi nuclei familiari sono eroici, le mamme sono come delle eroine. Sono donne da cui nascono iniziative. Ci occuperemo del “dopo di noi” ma ci occuperemo anche del “durante di noi” e continueremo a farlo. Il Corpo dell’Amore è un titolo romantico ma anche battagliero. Le 4 storie devono coinvolgere tutti noi. Io mi sento un uomo più ricco. Ho fatto sì che nessuno potesse criticare questo racconto che manderemo su Rai 3. In Italia, manca una legge che riconosca la figura dell’assistente sessuale che, invece, è molto presente nel nord Europa. E il tema dell’emergenza sessuale esplode perché i corpi, pur nella differenza, sono tutti uguali. E’ un atto contro le discriminazione. Basta con i cittadini di Serie A e di Serie B”.
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12:40
Viene trasmesso un filmato riguardante le storie de Il Corpo dell’Amore. Stefano Coletta: “Ringrazio gli autori e i registi. Ogni episodio sarà dedicato ad una vita. La struttura del prodotto sarà verticale e non orizzontale, nonostante il tema delicato. Un episodio sarà dedicato alla figura dell’assistente sessuale. Il tema pone tantissime domande, è normale che sia un tema delicato. Ma è un tema urgente”.
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12:45
Fabrizio Quattrini: “Vedere queste immagini è emozionante. Credo molto in questo progetto. Quando si parla di disabilità, bisogna tenere conto di tutte le disabilità. E’ un tema complesso. Stiamo portando avanti un progetto affinché la figura dell’assistente sessuale diventi realtà. Quello che stiamo cercando di fare è sganciarci dalla figura dell’assistente sessuale e, a riguardo, abbiamo creato la figura dell’operatore all’affettività, all’emotività e alla sessualità. La sessualità è qualcosa di molto più grande. Noi formiamo l’operatore affinché capisca i bisogni del disabile: non è detto che ci sia soltanto il sesso. Il disabile vivrà, così, l’esperienza del piacere e trovo che sia giusto. Dobbiamo ricordarci che siamo tutti diversamente disabili, nessuno è escluso”.
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12:55
Vincenzo Zoccano: “Ringrazio Rai 3, il direttore e tutti quelli che hanno lavorato al programma. Cosa può fare la politica? Su questi temi, io vorrei che la politica non si dividesse. Questi sono temi che riguardano le persone. Qui non ci sono colori politici che tengano. C’è solo un colore, quello dell’amore e dell’umanità. Non possiedo il canale visivo ma possiedo tutti gli altri canali e vivo una vita normale. Noi non siamo un mondo a parte, siamo parte del mondo. Questo principio di vivere la propria sessualità deve valere per tutti gli esseri umani. Il problema è culturale. Se non abbattiamo la barriera culturale, non possiamo abbattere tutte le altre barriere. Questo tema non può essere un tabù, i tabù non ci portano a nessuna parte. Una persona con disabilità non è asessuata. Siamo noi che ci dobbiamo abituare a pensare in un modo diverso. Non dobbiamo fermarci alla mera patologia. Non è giusto bloccare determinate pulsioni, bloccare le pulsioni è disumano. La politica deve interrogarsi con le persone non solo tra noi politici. Ci serve la politica che parla con la gente e che coglie i loro bisogni, anche quelli fisiologici. La sessualità, se ben vissuta, porta ad un benessere fisico in generale ma soprattutto emotivo. L’unione per eccellenza è l’amore. Pronunciamola questa parola che è quasi diventata proibita per le istituzioni. Lo Stato deve tutelare i diritti di tutti”.
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13:05
Vincenzo Spadafora: “In questo momento, sto vivendo minuti di bellezza. Ascoltare queste parole fa bene soprattutto a se stessi. Queste parole, per me, valgono come un impegno. La buona televisione fa anche questo, serve anche a stimolare la politica e le istituzioni, a confrontarsi con i cittadini. Io non sono dell’idea che la tv produce brutte cose perché sono i cittadini che le chiedono. Io mi ritrovo quotidianamente a misurarmi con il concetto di normalità. La complessità e l’evoluzione della nostra vita sociale dovrebbe essere chiara a tutti. Questi pregiudizi devono essere superati, prima di tutto, dalla politica. Abbiamo visto storie a rischio di discriminazione multipla. La politica deve fare un po’ di autocritica. Se i temi di pari opportunità non si trasformano in azioni concrete di governo, tutto rimane nella sfera della retorica. In queste 4 storie, ho visto cose che mi vengono quotidianamente presentate. Mi sono reso che è proprio difficile capire certe realtà se uno non ci si cala fino in fondo. Chi non vive queste esperienze, non le può capire. Quest’operazione di Rai 3 sia molto d’aiuto in questo periodo storico e culturale del nostro paese. Questo è davvero fare servizio pubblico”.
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13:10
Giovanni Anversa: “Per me, questi sono pezzi di vita personale che si intrecciano. Abbiamo lottato molto per imporre questi temi all’attenzione della tv pubblica. Abbiamo sposato questa battaglia di civiltà di grande rilevanza”. Parla Patrizia, madre di un ragazzo disabile protagonista di una delle 4 storie: “Ho provato troppe emozioni oggi. Pensavo fosse una cosa più semplice… Io ho sempre pagato il canone, sembra una cazzata ma non lo è! Io pago il canone dal ’78 e lo pago solamente perché esiste Rai 3! Per me, essere raccontata è stata un’emozione. Saremo una società migliorare se permetteremo al presente di farlo esistere. Il presente è importante”.
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13:15
Anna Contardi: “Ho apprezzato molto il titolo di questo programma. Io vorrei che il dibattito non riguardi unicamente la figura dell’assistente sessuale. Quello è uno dei tanti temi. Avrei voluto una quinta storia, lo dico sinceramente. Avrei voluto vedere una storia felice che riguarda la vita di tutti i giorni. Potere ancora farla! Grazie”. Enrica Bonaccorti: “Grazie per avermi coinvolto in questa cosa grande. Grazie infinite. Io sono estremamente coinvolta in questo progetto. E’ un progetto doveroso per il servizio pubblico. Davanti al testo, mi sono stupita del fatto che non sia in atto una legge che riguardi queste persone. Lo trovo veramente vergognoso perché significa non riconoscere i problemi di queste persone. Non mi piace il termine diversamente abile. Il termine portatore di handicap è anche peggio. Le parole sono molto importanti. Mi sono occupata tantissime volte di questi temi. Ho incontrato persone meravigliose e persone con disabilità molto forti alle quali lo Stato non dà la possibilità di vivere dignitosamente. Sono persone che avrebbero bisogno di assistenza 24 ore su 24 e hanno un’assistenza di massimo 2 ore alla settimana. Non è possibile che il governo non si stia occupando di questo. Se non c’è sostegno per la vita quotidiana di queste persone, non si va avanti”.
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13:20
Monica Repetto: “Per noi, hanno parlato le immagini e ha parlato Patrizia. Grazie per aver creduto in queste storie”.
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13:22
Fine conferenza.
Oggi, mercoledì 29 maggio 2019, a partire dalle ore 12, si terrà la conferenza stampa di presentazione de Il Corpo dell’Amore, nuovo programma di Rai 3, che vede la partecipazione di Enrica Bonaccorti come voce narrante.
Il Corpo dell’Amore: il programma
Il Corpo dell’Amore è viaggio intimo nel mondo della disabilità in quattro puntate, quattro storie, alla ricerca della felicità e dell’amore che va oltre ogni barriera e per capire cosa significa il desiderio di relazione, di affetto e di abbracci delle persone con disabilità.
I titoli delle quattro storie sono i seguenti: Patrizia. L’ombra della madre, Giuseppe. Todos Santos, Valentina. La settimana enigmistica e Anna. La prima volta.
La regia de Il Corpo dell’Amore è di Pietro Balla e Monica Repetto mentre il soggetto e la sceneggiatura sono firmati da Pietro Balla, Stella Biliotti, Teresa Lucente e Monica Repetto.
La voce narrante è di Enrica Bonaccorti.
Il Corpo dell’Amore andrà in onda su Rai 3 a partire da venerdì 31 maggio 2019 alle ore 23:10.
Il Corpo dell’Amore: la conferenza stampa
TvBlog, magazine di Blogo, seguirà in tempo reale la conferenza stampa di presentazione de Il Corpo dell’Amore, a partire dalle ore 12.
Durante la conferenza stampa, interverranno Stefano Coletta, direttore di Rai 3, Vincenzo Zoccano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega a famiglia e disabilità, Vincenzo Spadafora, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Fabrizio Quattrini, sessuologo e docente presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università degli Studi dell’Aquila, e Giovanni Anversa, vice-direttore di Rai 3.