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Il concerto del Primo maggio e il fantasma di Celentano

Sembra che la televisione italiana non possa fare a meno delle epifanie di Celentano (e viceversa, visto il recente intervento di quest’ultimo durante l’Arena per sposare la causa anti-reality). A fare dell’Adriano-mania una furba dipendenza è il concerto del Primo Maggio, che ogni anno lascia aperto lo spiraglio di una sua partecipazione per far parlare

25 Aprile 2008 15:02

celentanoSembra che la televisione italiana non possa fare a meno delle epifanie di Celentano (e viceversa, visto il recente intervento di quest’ultimo durante l’Arena per sposare la causa anti-reality). A fare dell’Adriano-mania una furba dipendenza è il concerto del Primo Maggio, che ogni anno lascia aperto lo spiraglio di una sua partecipazione per far parlare di sè.

Era, infatti, il maggio ’57 quando, al palazzo del Ghiaccio, Bruno Dossena organizzò il primo festival italiano del rock and roll. Tra i partecipanti c’era anche un ragazzo allora sconosciuto, Celentano, accompagnato dai Rock Boys, una band i cui elementi faranno con lui la storia della musica italiana: alla chitarra Giorgio Gaber, al pianoforte Enzo Jannacci e al sax Luigi Tenco. In più, nell’indimenticato Sessantotto, Azzurro è risultato il disco più venduto dell’anno.

Sull’onda del revival, l’organizzatore del concertone Marco Godano confidò già l’anno scorso in una sua partecipazione :

“Uno come Celentano non si invita, gli si lanciano messaggi. Noi li abbiamo lanciati”.

Celentano ringraziò ma si scusò – manco a dirlo – di non poter partecipare, perché l’invito era arrivato troppo tardi e non poteva far altro che godersi lo spettacolo da casa.

Stessa antifona quest’anno: il Venerdì di Repubblica chiede al neo-conduttore sui generis, Claudio Santamaria, se Celentano ci sarà. Lui glissa, dicendo che con il Molleggiato d’Italia tutto è possibile.

Altrove, invece, sono nette le smentite della sua presenza sul palco, nonostante quest’edizione gli riserverà un tributo coi fiocchi: un omaggio musicale ai suoi settant’anni. Alla festa dei lavoratori ci manca solo il tappeto rosso (colore calzante per la dominante venatura antipolitica di una manifestazione aliena dalla vera televisione).

Adriano CelentanoRai 3