Il Commissario Montalbano 2016, conferenza stampa
La presentazione ufficiale dei due nuovi episodi della fortunata serie di Rai1 con Luca Zingaretti
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12.55
Sta per iniziare la conferenza.
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12.56
Presenti il produttore Carlo Degli Esposti, il regista Alberto Sironi e il direttore di Rai1 Eleonora Andreatta.
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12.59
Presenti anche alcuni rappresentanti della Polizia di Stato.
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13.00
Andreatta: “Montalbano è l’icona della fiction italiana anche nel resto del mondo. È testimonial di una grande fiction da servizio pubblico, è in grado di coniugare la qualità e i risultati di ascolto. È uno specchio dell’Italia”.
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13.01
Andreatta: “Il valore istituzionale di questo prodotto è testimoniato dalla presenza oggi della Polizia”.
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13.02
Andreatta ricorda i numeri di Montalbano: 26 film, media superiore agli otto milioni di spettatori e 31% di share. Gli ultimi 4 episodi: 10 milioni e 36% di share.
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13.03
Andretta: “Montalbano è stato venduto in 65 Paesi, dalla Spagna alla Francia, dall’Inghilterra all’America”.
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13.04
Gli sceneggiatori sono Francesco Bruni, Andrea Camilleri e Leonardo Marini.
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13.04
Andreatta: “Degli Esposti mi ha detto che questi nuovi episodi sarebbero stati una ricostruzione, come fossero i primi; così è stato. Bergamasco fa parte della ricostruzione”.
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13.05
Andreatta: “Questo Montalbano è più maturo. Il primo film ha coloriture più da commedia italiana, nell’altro c’è l’indignazione di fronte alla scoperta del legame tra politica e mafia”.
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13.06
Degli Esposti: “Abbiamo deciso di scendere a due pezzi per non dare niente per scontato, dopo 20 anni. Abbiamo rimesso in discussione tutto, abbiamo fatto lunghe letture della sceneggiatura. Siamo andati a casa di Camilleri, a recitare c’erano Luca Zingaretti e il regista Sironi, peccato non aver portato la telecamera”.
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13.08
Degli Esposti ricorda Enzo ed Elvira Sellerio, a cui sarà intitolata una strada domenica prossima in Sicilia.
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13.09
Degli Esposti spiega che “sta lavorando a promuovere Montalbano tra le nuove generazioni”.
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13.09
Zingaretti: “L’attore vuole cambiare sempre ruolo, è questo il bello del mestiere. Ma anche permettersi il lusso di coprire un personaggio in tutto l’arco della sua esistenza è un privilegio”.
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13.12
Zingaretti: “Da quando ho 18 anni sento di essere lo stesso Luca Zingaretti. Ho maturato l’idea che da quando iniziamo ad avere coscienza di noi stessi la cosa bella è che si conserva una propria coscienza di sé immutata nel tempo. La stessa cosa si può dire per il personaggio di Salvo Montalbano. Più che il personaggio è l’Italia ad essere mutata. Siamo diventati un altro Paese”.
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13.12
Zingaretti: “Alcune storie sono più cupe, ma perché l’Italia è diventata più buia. Montalbano però conserva una sua fanciullezza. I maggiori cambiamenti che Camilleri ha operato sono legati all’età. Salvo si stanca, gli viene l’infarto; noi questo aspetto lo abbiamo lasciato da parte un po’ per scaramanzia, un po’ perché io ho 20 anni in meno del personaggio”.
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13.14
Sonia Bergamasco è la nuova Livia: “Livia con me non diventa un’altra persona; si parte da una scrittura felicissima. Il gioco di squadra ha una sua perfezione. Io ho accettato dopo ben poca riflessione. Con me Livia parla italiano e rinsalda il rapporto con Salvo, che prima era vissuto spesso a distanza. E trova una sua morbidezza”.
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13.16
Il regista Sironi: “Sonia Bergamasco ha tutto quello che avevano le donne che giravano intorno a Montalbano”.
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13.17
Cesare Bocci è Mimì Augello: “La bellezza di Montalbano è che non racconta solo storie, ma anche l’affetto tra i membri della squadra. Con Montalbano c’è una grande amicizia. Camilleri sa dare anima ai personaggi che racconta”.
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13.18
Peppino Mazzotta è Fazio: “Fazio è il collaboratore che tutti vorrebbero. Camilleri riesce a raccontare storie poggiandole sulla vita di relazioni interne al commissario”.
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13.20
Angelo Russo scherza con Bocci “che non mi vuole bene, a Capodanno voleva lasciarmi da solo”.
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13.22
Russo show: “Da piccolo ho avuto la meningite, sono stato fortunato. Con la meningite o si diventa scemi o si muore. Io ringraziando Dio non sono morto”.
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13.22
Il regista Sironi: “Quando abbiamo preparato il cast, il primo anno, non era così semplice. Camilleri quando ha saputo che il Commissario era Luca disse ‘io ho scritto un’altra cosa, il mio commissario ha la pancia”. Ai provini Carlo degli Esposti mi disse di provare Angelo Russo per il ruolo di Catarella, mentre lui si era presentato per un altro ruolo”.
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13.25
Sironi: “Per Montalbano volevo uno con la faccia da carogna. Luca prima di Montalbano aveva fatto solo personaggi cattivi. Fece un provino che me lo ricordo ancora oggi”. L’attore interviene: “Ci hanno messo 6 mesi per darmi la risposta, però”. Il regista ammette: “All’inizio qualche problema con Luca ci fu, poi Carlo degli Esposti ci ha aiutati”.
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13.25
Andrea Camilleri non è in sala, applauso per lui.
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13.25
Perché Montalbano piace così tanto? Zingaretti: “Io non lo so. Camilleri ha un mondo interiore fanciullesco, sedimentato in 90 anni. La Sicilia è una terra fantastica di racconti. Ha creato un personaggio estremamente seducente. Montalbano non va dietro la carriera o al telefonino”.
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13.29
Zingaretti: “Montalbano afferma la sua unicità, è come i nostri nonni. A mio nonno offrirono una cifra spropositata per la casa in cui viveva. Lui rifiutò. Montalbano è uno a cui tutti gli uomini vorrebbero somigliare e che ogni donna vorrebbe avere accanto; c’è una attrazione fatale verso questo personaggio”.
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13.29
Sironi: “Nei romanzi di Camilleri il paesaggio non c’è. Lo abbiamo messo noi! La Sicilia che raccontiamo noi è finta. La macchina che usa Montalbano in realtà non si usa più da 30 anni”.
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13.30
Zingaretti: “Nelle inquadrature di Sironi non c’è neanche una macchina. Noi ci siamo inventati un modo di recitare che è commedia dell’arte. I duetti con Mimì non hanno niente a che fare con la realtà, ma non danno fastidio”.
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13.32
Il produttore Max Gusberti: “Questi romanzi sono originalissimi, tutti i personaggi sono lanciati in scena senza alcun rispetto delle regole del racconto secondo cui bisogna raccontare il background. Prima di scriverli Camilleri però sapeva tutto di tutti i personaggi”.
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13.34
Zingaretti: “Identificato con Montalbano? Nel 2008 dissi ‘basta a Montalbano’, ma per una questione strategica. Pensavo che fosse arrivato il momento di smetterla. Ma nella vita bisogna raggiungersi,farsi felice; mi sono detto perché non devo fare questo personaggio? È un prodotto alto, non mi preclude altre robe. Io lavoro su Montalbano 2 mesi ogni 2-3 anni. Sarebbe stupido negare che per grande parte del pubblico sono Montalbano, ma i pubblici sono tanti. Io mi diverto a farlo, umanamente e professionalmente. Qualora non avessi più entusiasmo smetterei di farlo”.
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13.39
Zingaretti: “Con la Palomar non c’è mai stato un obbligo a fare nuovi film, ci ritroviamo ogni due anni e decidiamo liberamente”.
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13.40
Lo sceneggiatore: “Il primo film Una faccenda delicata – tratto da due racconti e non dal romanzo – è pruriginoso? Tutto parte dall’assassinio di una prostituta”.
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13.42
Francesco Bruni: “A casa di Camilleri gli abbiamo letto le sceneggiature tratte dai suoi romanzi, è stato molto emozionante. Lui faceva osservazioni, noi prendevamo appunti. Alla fine c’è stato un breve silenzio e ha detto: ‘voglio che venga messo a verbale che la sceneggiatura non venga toccata, è perfetta’.
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13.45
Montalbano film per il cinema? Sironi: “Camilleri ha scritto l’ultimo Montalbano da qualche tempo. La storia ce l’ha raccontata, chiedendoci però il silenzio. Fare un film al cinema sarebbe una idea interessante, chissà”.
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13.46
Zingaretti: “Montalbano al cinema? Penso che un cinema 20 anni fa si sarebbe impadronito dei racconti di Camilleri. La Rai e Carlo degli Esposti hanno fatto sì che a noi non mancasse nulla, non ci siamo mai posti il problema se fosse per il cinema o per la tv. C’è stata grande cura. Se decidessero per un film al cinema saremmo tutti felici, ma per noi attori cambierebbe poco”.
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13.49
Sironi: “Abbiamo cambiato Livia non per una questione di doppiaggio, ma perché la prima attrice non aveva tempo per venire in Italia. Abbiamo pensato a un personaggio più maturo, meno morbido, abbiamo scelto una attrice svedese. Brava, ma non ci ha dato le risposte che cercavamo. Ora il rapporto con Livia è cambiato. Avevamo bisogno di un’attrice che dialogasse con Salvo in altro modo”.
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13.55
Domanda di Blogo sulla ipotesi di trasferimento del set dalla Sicilia alla Puglia, poi rientrata. Degli Esposti: “Io per questioni caratteriali non sopporto quando non mi si risponde al telefono per molto tempo, è stato un modo per farmi rispondere al telefono dal Presidente della Regione Sicilia Crocetta. Da quel momento siamo in ottimi rapporti. Era un gioco mediatico e un po’ malato”. Zingaretti: “L’ho mai ritenuta una minaccia credibile? Conoscendo la malattia di Carlo ho capito subito…!”
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13.56
Finisce la conferenza.
Sta per iniziare la conferenza stampa di presentazione dei due nuovi episodi de Il Commissario Montalbano, in onda su Rai1 lunedì 29 febbraio e 7 marzo 2016. Si tratta, rispettivamente, dei film tv dai titoli Una faccenda delicata e La piramide di fango e tratti dai racconti di Andrea Camilleri. Blogo seguirà l’incontro in tempo reale riportando dichiarazioni e commenti. Presente il cast formato da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco, Miriam Dalmazio e Alessandra Mortelliti.
Una faccenda delicata | Trama
Sono passati mesi dalla morte di François, Livia sembra avere finalmente superato il difficile lutto, pare tornata quella di sempre. Salvo è da lei, in Liguria, e Livia è davvero felice di averlo tutto per sé per qualche giorno. Purtroppo però Montalbano riceve una chiamata dal suo commissariato: c’è stato un omicidio e Fazio gli chiede di tornare subito a Vigata. Anche perché del caso ha già cominciato a occuparsene Augello, che ha imboccato però una pista d’indagine totalmente assurda e non c’è modo di dissuaderlo. Non c’è niente da fare, Montalbano deve partire. Livia è assai dispiaciuta, ma non può che avere pazienza, per l’ennesima volta.
Non appena tornato a Vigata, Salvo apprende del caso: è stata uccisa una prostituta, Maria Castellino, strangolata con una cintura da uomo nel miniappartamento dove lavorava. Era un personaggio piuttosto singolare Maria: tanto per cominciare, aveva quasi settant’anni, ma era ancora in piena attività. Non solo, Maria era così buona, gentile, generosa, che era stimata e benvoluta da tutti, nessuno in paese era prevenuto o la giudicava per il suo mestiere. Inoltre era felicemente sposata, e per suo marito Serafino – ora distrutto dal dolore – il fatto che lei fosse una prostituta non era mai stato un problema. Augello è convinto che si tratti del delitto di un maniaco, un gerontofilo, e Maria, secondo lui, sarebbe morta per incidente nel corso di una bizzarra pratica erotica. Montalbano è ovviamente persuaso che la tesi di Mimì non stia né in cielo né in terra, ma, per non mortificarlo, gli lascia condurre autonomamente un’indagine parallela alla propria. Il commissario, intanto, insieme a Fazio, si butta sul caso, e grazie a Teresita Gaudenzio, amica e vicina dell’assassinata, e al preside Vasalicò, amico fraterno di Maria, scopre che da tempo Maria era spaventata, a causa di un cliente che evitava in ogni modo di incontrare. Anche i reperti trovati sul luogo del delitto portano a pensare che sia proprio questo misterioso e pericoloso cliente l’assassino della prostituta. Bisogna trovare il modo di identificarlo, ma gli elementi a disposizione sono pochissimi, non sarà affatto facile. Il preside Vasalicò, inoltre, chiede aiuto al commissario per un angosciante problema sorto da qualche giorno nella sua scuola: la madre di una delle bambine sostiene che un maestro abbia molestato sua figlia; l’insegnante, sconvolto, invece si dice assolutamente innocente. Il preside non sa che fare, perché, se la donna ha ragione, allora vuol dire che nella sua scuola c’è un pericoloso mostro, ma se invece la signora sbaglia, rischia di far mandare in prigione un innocente. Per fortuna Montalbano saprà fare luce su questa faccenda quanto mai delicata.
Nel frattempo Mimì arresta un giovane gerontofilo, Mimmo Tavano, un tipo dall’aria buffa e bizzarra, cliente di Maria; è convinto che sia lui il colpevole. Salvo capisce immediatamente che Mimmo non è l’assassino e, malgrado l’ostinata convinzione di Augello, riesce a farlo scagionare.
Nel corso di questa indagine Livia viene a Vigata, per far vedere a Salvo “Selene”, la cagnetta che ha appena adottato e che semina subito scompiglio e allegria nella casa del commissario. Ma non è solo per questo che è venuta: benché Livia appaia serena, la morte di François ha lasciato in lei segni profondi; ha più che mai bisogno di Salvo, di sentirlo vicino e di sentirsi amata.
Montalbano riesce finalmente a identificare il misterioso cliente della Castellino: è un folle, dal tragico passato, ossessionato da Maria, ma per quanto tutto sembri indicare lui come assassino, il suo alibi pare davvero inattaccabile. Comunque sia il commissario, scavando sempre più a fondo, scopre nella vita e nel mondo di Maria risvolti sempre più ambigui e inquietanti: forse non era affatto così amata e benvoluta da tutti come si voleva far credere; la sua vita, in cui tutto sembrava limpido e chiaro, è in realtà un mistero sempre più fitto e intricato. E mentre Montalbano si fa strada in questo labirinto, un nuovo e brutale delitto pare incredibilmente rilanciare le bislacche ipotesi di Augello. Ma Montalbano riuscirà abilmente a riportare Mimì alla ragione, a risolvere il caso e a dare finalmente giustizia alla povera Maria Castellino.
La piramide di fango | Trama
È notte fonda e piove a dirotto. Un uomo, in mutande e canottiera, gravemente ferito, sanguinante, corre disperatamente su una bicicletta, fino a entrare in un cantiere che ormai è tutto un pantano. Con le ultime forze che gli restano, va a infilarsi in una grossa tubatura della condotta idrica in costruzione. È là che viene trovato cadavere, la mattina seguente. È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Montalbano capisce che quell’uomo deve essere stato sorpreso nella notte, mentre dormiva; l’assassino gli ha sparato, lui ha cercato di fuggire con la bicicletta, si è nascosto in quella tubatura, ma la ferita era troppo grave ed è morto. Quindi doveva vivere nelle vicinanze del cantiere. Il commissario riesce dunque a trovare la sua abitazione e a identificarlo: si tratta del trentacinquenne Gerlando Nicotra, contabile della stessa impresa edile di quel cantiere dove è morto; viveva con la bellissima moglie tedesca, Inge. È un caso assai complesso, e strano, il commissario se ne rende subito conto: tanto per cominciare di Inge non c’è più nessuna traccia, sparita. Inoltre Gerlando e Inge non vivevano soli, come tutti credevano: nell’abitazione ci sono tracce di una terza persona, che stava là con loro, un uomo che nessuno conosce, probabilmente anziano. E nella casa vi erano anche delle pistole, sia nella camera dei Nicotra, sia in quella del misterioso ospite. Cosa assai sorprendente è che di questo “terzo uomo” non vi è alcuna impronta, indossava giorno e notte un paio di guanti di filo, e quindi è chiaro che si tratta di una persona schedata che non voleva farsi identificare. Si potrebbe pensare a un latitante, ma Montalbano non è affatto convinto di quest’ipotesi. Anche perché il caso Nicotra s’intreccia ben presto col tentato omicidio subìto da Saverio Piscopo, un muratore che aveva cominciato a parlare con la giornalista Lucia Gambardella delle irregolarità commesse dall’impresa presso cui lavorava. La Gambardella è una cronista coraggiosa e combattiva e da tempo lavora a un’inchiesta sugli appalti truccati a Vigata. L’edilizia è spesso il terreno fertile per accordi segreti fra politica e criminalità, ma il commissario capisce al volo che la donna ha messo le mani in qualcosa di molto, molto pericoloso e cerca in ogni modo di suggerirle cautela e di proteggerla. Si rende anche conto che, chi ha tentato di fare fuori Piscopo, ci proverà ancora e miracolosamente riesce a salvare il muratore da un nuovo attentato. Ormai è più che sicuro: la morte di Nicotra e i tentativi di uccidere Piscopo hanno a che fare con un enorme giro di corruzione e malaffare riguardante varie imprese edili della provincia. E certo, c’entra anche la mafia. Difatti varie forze cominciano a muoversi per costruire un colossale depistaggio, con il quale si vuole fare credere in ogni modo che la morte di Gerlando non sia stata altro che una storia di corna: Nicotra avrebbe trovato la moglie con un amante, avrebbe quindi tentato di ucciderlo, ma l’amante, durante la colluttazione avrebbe sparato a Gerlando. Montalbano, però, riuscirà a non cadere nei vari tranelli che gli vengono messi davanti, a smascherare falsi testimoni, false prove, false confessioni, e, con acume e coraggio, troverà il modo di penetrare all’interno di quella “piramide di fango” che pareva inespugnabile – un fango fatto di sangue, corruzione e malaffare – e ad arrivare finalmente al vertice, facendo così crollare una volta per tutte questa vasta e ingegnosa organizzazione criminale.