Il cdr del Tg3 contro Bianca Berlinguer: “Usa toni perentori, impossibile il confronto”
Il direttore del telegiornale ha accusato il comitato di redazione di difendere i lavativi. La replica: “Accuse gravi e infondate”
Clima teso al Tg3. Secondo quanto raccontato stamattina da La Repubblica, si sarebbe arrivati alla rottura delle relazioni sindacali tra il comitato di redazione del Tg3 e il direttore della testata Bianca Berlinguer. Da una parte i rappresentanti dei giornalisti lamentano l’impossibilità del confronto visti i “toni perentori che non ammettevano alcuna replica” assunti dalla Berlinguer, la quale replica prendendosela con i “fomentatori di odio eterodiretti“.
In particolare il direttore avrebbe accusato il cdr di “difendere i lavativi“. Il duro contrasto è avvenuto due giorni fa, quando la Berlinguer ha convocato la rappresentanza sindacale per comunicare alcuni avvicendamenti in redazione. Tra i quali c’è quello che riguarda Eugenia Nante che lascia, su sua richiesta, per motivi personali, la carica di caporedattore della Redazione cultura. A lei subentrerà l’attuale caporedattore della sede di Milano, Oliviero Bergamini, mentre la redazione di Milano sarà guidata da Emanuela Falcone, attuale vicecaporedattore di quella sede. Ruolo che quindi resta vuoto per il momento.
Il cdr ha esternato con un comunicato stampa il rammarico per la modalità con la quale sono state assunte e comunicate tali decisioni.
Ancora una volta, di fronte alle nostre considerazioni su vari argomenti, il direttore ha invocato l’articolo 6 del contratto collettivo di lavoro giornalistico motivando le sue scelte con toni perentori che non ammettevano alcuna replica, rendendo così impossibile, di fatto, ogni possibilità di confronto. Durante l’incontro il direttore ci ha anche accusati di essere etero-diretti da figure interne al giornale a lei ostili, di difendere esclusivamente i ‘lavativi’, i nostri amici, di essere mossi da livori personali e, infine, di aver fomentato un clima di odio all’interno del giornale.
Tutte contestazioni che vengono respinte al mittente e bollate come “infondate e pretestuose, oltre che estremamente gravi“:
A questo punto riteniamo che la considerazione dei rapporti sindacali da parte della direzione sia arrivata a un punto morto. Del resto in questi due anni di mandato ci siamo costantemente misurati con l’assoluta mancanza di ogni possibilità di mediazione, così come impone l’art. 34 del contratto, a partire dai casi dei colleghi demansionati, fino all’utilizzo dei corrispondenti o dei colleghi delle sedi. Per noi non è più possibile andare avanti così: non crediamo sia praticabile un percorso costruttivo di dialogo e confronto che pensiamo debba essere al centro di una corretta dialettica sindacale.