Il Castello delle Cerimonie, si ricorre alla Corte Europea. L’appello dei lavoratori: “Abbiamo bisogno di voi”
I lavoratori della Sonrisa, aka Il Castello delle Cerimonie, chiedono alle Istituzioni rassicurazioni per il futuro, mentre i Polese valutano il ricorso alla Corte Europea
La vertenza de Il Castello delle Cerimonie non si è conclusa, anzi è nel suo momento più caldo: da una parte c’è l’iter giudiziario, conclusosi in Italia con il rigetto da parte della Cassazione del ricorso presentato dai Polese e di cui vi abbiamo parlato, dall’altra la situazione dei lavoratori che chiedono certezze sul proprio futuro. In ballo ci sono 300 famiglie che, tra indotto e lavoratori stagionali, ruotano intorno al Grand Hotel La Sonrisa: sono loro, adesso, che cercano risposte dalle autorità.
Il ricorso alla Corte Europea
In una dichiarazione rilasciata al quotidiano locale Metropolis, Ciro Polese, nipote di Don Antonio Polese, ha annunciato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo:
“Riteniamo di aver subito un’ingiustizia […] Stiamo considerando con gli avvocati cos’altro fare: credo che ci appelleremo alla Corte di Strasburgo… […] Ora non so cosa accadrà. Al momento stiamo continuando a lavorare perché il Tribunale ci ha affidato l’azienda, proprio per non mandare a casa i lavoratori. Speriamo che anche il Comune possa farlo. O che in futuro si occupino della struttura una o più associazioni, che non mandino a casa i nostri dipendenti. Noi continueremo la nostra battaglia”.
La protesta dei lavoratori e l’appello ai fan del programma
Come detto, la struttura, una volta confiscata, sarà di proprietà del Comune di Sant’Antonio Abate (NA). Con quali scopi, non si sa ancora. La sindaca Ilaria Abagnale a Fanpage ha detto di essere rimasta sorpresa dalla decisione della Cassazione:
“È un verdetto inatteso che ci colpisce molto, poiché si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio […] , punto di riferimento per tutta l’area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi. Andrà studiata al meglio la situazione”.
Lunedì scorso i lavoratori della Sonrisa hanno organizzato un sit-in davanti al Palazzo del Comune per avere risposte dalla sindaca circa il futuro della struttura e dei posti di lavoro. Al momento la struttura è aperta e lavora come previsto: l’iter per il passaggio della proprietà dalla famiglia Polese al Comune non è immediato; da lì il Comune dovrà decidere cosa farne. La sindaca ha proposto un incontro con la Procura e con la Prefettura per cercare di trovare una soluzione che non disperda il portato economico prodotto dalla struttura.
Nel frattempo, i lavoratori della Sonrisa hanno indetto una manifestazione per domani, giovedì 22 febbraio: un corteo silenzioso e pacifico, al via alle 9:30 dai cancelli della Sonrisa, attraverserà le strade del comune di Sant’Antonio Abate per sostenere chi sta vedendo il proprio futuro in pericolo. Sono invitati a partecipare anche quanti negli anni hanno amato Il castello delle cerimonie: i volti più popolari, dal maitre Ferdinando all’amato Davide, hanno lanciato un appello ai fan del programma affinché manifestino con loro e partecipino al corteo, in segno di vicinanza e sostegno al destino delle tante famiglie ora in bilico.
La ‘magia del Castello’ è nella professionalità di tanti
La realtà, come detto, è entrata di prepotenza, ancora una volta, nel racconto magico e fiabesco del “Castello”. Come tutte le fiabe che si rispettino, però, ci sono dei maghi a fare le magie e questi sono i tantissimi lavoratori che, quotidianamente, riescono a mettere in scena uno spettacolo di altissima professionalità, che il grande pubblico ha potuto ‘assaggiare’ attraverso gli eccessi e il divertimento di quanti hanno festeggiato i propri momenti di gioia alla Sonrisa. Ma perché quella macchina possa funzionare c’è bisogno di tanto lavoro e di tanta preparazione dietro le quinte.
Tornando alla tv, il programma non potrà che seguire il destino del Hotel e, come accaduto in passato, ci aspettiamo che anche questa volta segua le vicissitudini, non certo liete, che stanno segnando la famiglia Polese. Qualche anno fa li vedemmo percorrere le strade di Sant’Antonio Abate al seguito del feretro di Don Antonio; ora il corteo guarda al futuro di un territorio, non solo di un’attività. L’obiettivo è duplice: sensibilizzare il Comune sul futuro dei lavoratori e non lasciare soli i Polese.