Il Castello delle Cerimonie, la Cassazione rende esecutiva la confisca: cosa vuol dire e cosa succede adesso
La Cassazione rigetta l’appello dei Polese: la vicenda giudiziaria si ‘chiude’ con la confisca della Sonrisa. Cosa vuol dire e cosa succede ora
Il Castello delle Cerimonie è un luogo magico, che il grande pubblico tv ha imparato a conoscere grazie al docureality in onda su Real Time dall’ormai lontano 2014. Ogni tanto, però, la realtà fa capolino nelle vicende del Grand Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate (NA): prima la morte del ‘Boss delle Cerimonie’, Don Antonio Polese, poi il Covid, con la scomparsa di Donna Rita, ormai vedova del ‘Boss’.
Se il docureality ha dovuto fare i conti con i lutti della famiglia Polese, mentre La Sonrisa ha dovuto fare i conti con una lunga vicenda giudiziaria iniziata nel 2011, ancor prima – dunque – che le telecamere giungessero al Castello e quando ormai la struttura era già un’affermata realtà imprenditoriale nel settore del wedding e dei grandi eventi. Non dimentichiamo che uno dei vanti di Don Antonio era stato quello di aver ospitato per tanti anni un popolare ‘festival’ della canzone napoletana, Napoli prima e dopo, che per diverse edizioni è andato in onda su Rai 1 in prima serata.
Tornando a noi, però, la situazione è ancora in essere: vediamo come e perché.
La lottizzazione abusiva e la Cassazione: cosa è successo?
Come dicevamo, nel 2011 ad alcuni membri della famiglia Polese sono stati contesati diversi abusi edilizi iniziati nel 1978 e che tra il 1989 e il 2011 avrebbero portato alla conformazione attuale del Grand Hotel La Sonrisa. Già nel 2011 il GIP Russo aveva proceduto al sequestro della struttura e dei terreni, affidando però la gestione del bene ai Polese e garantendo così il regolare svolgimento delle attività del Grand Hotel La Sonrisa, anche per non intaccare il tessuto occupazionale dell’area. Nel novembre 2016 era poi arrivata la sentenza di I Grado del Tribunale di Torre Annunziata che aveva accolto le tesi della Procura, ovvero di lottizzazione abusiva, sentenziando un ammenda di 30mila euro e un anno di reclusione, pena poi sospesa, per (il per tutti ‘zio’) Agostino Polese e per Donna Rita Greco, in quanto titolari, rispettivamente, delle società Sonrisa spa e Ipol. Prevista, inoltre, la confisca del bene, sospesa in attesa della chiusura del procedimento giiudiziario.
La Sentenza di Appello del Tribunale di Napoli del 2023 non ha cambiato di molto la situazione; da qui la decisione della famiglia Polese di ricorrere in Cassazione. La Suprema Corte, però, ha rigettato l’appello, confermando così di fatto quanto deciso nel 2023: per quanto i reati contestati siano ormai prescritti e i beni siano stati condonati, il reato di lottizzazione abusiva comporta l’acquisizione de La Sonrisa, e di quanto investito dal processo, al patrimonio pubblico. La Sonrisa, dunque, dovrebbe passare di proprietà, andando dai Polese al Comune di Sant’Antonio Abate (NA).
Cosa succederà alla Sonrisa?
Cosa faranno i Polese? E come si muoverà il Comune?
Intanto bisogna attendere le motivazioni della Cassazione: l’esito di oggi non era del tutto inatteso, ma per capire davvero cosa succederà bisogna leggere quanto deciso dalla Suprema Corte. Da qui si potrà capire se ci sono gli estremi per ricorrere a ulteriori – ed eventuali – strumenti giuridici per annullare la confisca. Immaginiamo che anche il Comune di Sant’Antonio Abate (NA) attenda di capire il da farsi: a oggi, dovrebbe entrare in possesso di ristorante, albergo e beni annessi (compreso le abitazioni private di famiglia, a occhio). Cosa se ne farà?
La Sonrisa resta aperta?
Per ora la Sonrisa è aperta. In attesa dei tempi tecnici della giustizia e di eventuali sviluppi, l’attività continua. C’è, ovviamente, preoccupazione tra chi ha prenotato – in genere si fa con largo anticipo – cerimonie da festeggiare al Castello: diciamo che finora La Sonrisa ha svolto la propria regolare attività anche sotto sequestro per decisione della Procura. In ballo, del resto, non ci sono solo ‘i sogni’ di chi vuole vivere un giorno “da Lord” o da “principessa”, ma soprattutto ‘le realtà’ di centinaia di persone che lavorano – direttamente o indirettamente – alla Sonrisa. Per il Comune di Sant’Antonio, dunque, c’è da salvaguardare l’occupazione e un indotto non irrilevante per l’intera area.
Ci sarà una nuova stagione de Il Castello delle Cerimonie?
Televisivamente parlando, è l’elemento più rilevante dell’intera vicenda. Ovviamente si attendono gli eventi e non potrebbe che essere così. Formalmente, però, verrebbe da dire che la confisca esecutiva non smuove particolarmente la situazione sul fronte ‘legale’ per Real Time – Warner Bros. Discovery: il procedimento giudiziario ha avuto inizio nel 2011, il programma nel 2014. Diciamo che fin quando il Grand Hotel La Sonrisa dispenserà gioia (e lavoro), non vediamo perché non dovrebbero esserci nuove stagioni de Il Castello delle Cerimonie.