Home Notizie Il Capitano Maria, i dirigenti scolastici contro la fiction: “La figura del preside è diseducativa e lesiva”

Il Capitano Maria, i dirigenti scolastici contro la fiction: “La figura del preside è diseducativa e lesiva”

L’Associazione Solo Dirigenti ha scritto una lettera al Miur protestando per una scena nella prima punta de Il Capitano Maria, in cui un preside chiede ed ottiene il permesso di scappare per primo di fronte ad una minaccia di una bomba

pubblicato 9 Maggio 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 00:49

Scena: i Carabinieri, capeggiati dal loro Capitano, riescono ad entrare in una scuola in cui è stata nascosta una bomba. L’esplosivo è comandato a distanza, e non c’è modo di disinnescarlo. Serve, quindi, effettuare un’evacuazione senza che i terroristi lo scoprano e facciano esplodere l’ordigno prima del previsto. La soluzione c’è: dei sotterranei in disuso da tempo che, però, porterebbero in salvo alunni e docenti. Durante l’organizzazione dell’evacuazione, però, il preside della scuola avanza una perplessità: lui dovrebbe uscire tra i primi.

Proprio questa scena ha scatenato, lunedì scorso, le ire dell’associazione Solo Dirigenti, composta da presidi scolastici, che accusano la fiction di Raiuno Il Capitano Maria (all’interno della quale è andata in onda la scena sopra descritta) di aver svilito l’intera categoria con un dialogo.

Come detto, il preside, evidentemente spaventato dalla minaccia terroristica, convince la protagonista (Vanessa Incontrada) a lasciarlo andare via per primo, lasciando indietro gli studenti. “E i docenti, il personale amministrativo, la presidenza?”, chiede il dirigente scolastico. “E’ gente pacifica, sono anziani, qualcuno ha anche problemi di salute. Io, per esempio, ho un’ernia diatrale che mi causa nausea, capogiro… Io credo che dovrei uscire per primo. Il tutto, con una bella proposta di dare la precedenza nella fuga anche ai due figli della protagonista, che studiano nello stesso istituto.

Il preside ottiene l’ok ad andarsene via per primo dal Capitano, evidentemente seccata dalla richiesta. Ma mentre il pubblico continuava a seguire la storia per capire se tutti gli altri si sarebbero salvati, Alessandro Turchi, presidente dell’associazione, si è messo a scrivere una lettera indirizzata al Miur, ai sindacati, ai dirigenti scolastici ed agli organi di stampa.

“Esprimo forti perplessità in merito alla fiction ‘Capitano Maria’”, esordisce Turchi. “Mi faccio interprete dei sentimenti di rabbia e disappunto che mi sono stati partecipati da tanti colleghi, per il fatto che ancora una volta la figura del dirigente scolastico appare messa in luce in modo negativo: un preside anziano, pavido, inetto ed incapace di trovare soluzioni dinanzi ai pericoli, una figura che non corrisponde affatto al ruolo degli attuali dirigenti scolastici, che hanno grandi responsabilità e gestiscono situazioni molto complesse”.

La lettera, poi, provvede a chiarire cosa preveda la norma in casi di emergenza:

“Il preside, oggi dirigente, in qualità di datore di lavoro e responsabile della sicurezza secondo il Dlgs.81/2008, sarebbe stato anche responsabile della presenza dell’ordigno nella scuola, e quindi perseguibile, penalmente, per culpa in vigilando; di sicuro, oltre che per una motivazione etica e deontologica, avrebbe avuto interesse professionale a salvare tutti. Ancora più triste la riflessione che, essendo questa fiction trasmessa dalla prima rete Rai, è stata seguita da un folto pubblico che comprende, in larga parte anche i nostri utenti e le loro famiglie”.

Turchi considera il messaggio che è passato in questa scena “altamente fuorviante, irreale, diseducativo e lesivo” nei confronti dei dirigenti e del loro lavoro. Nessuna richiesta di stoppare la serie o di censurare la scena in questione, ma quella di fare maggiormente attenzione quando si parla di scuola e di chi vi lavora.

Infine, la proposta dell’Associazione: “Tenere dei seminari, anche gratuiti, in cui si spiega ai registi e agli sceneggiatori, cosa sia la scuola oggi e in cosa consista il lavoro del dirigente scolastico”. Gli autori di fiction sono avvertiti.