Canone Rai: tiene banco l’aumento di 1,5 euro. L’Unione Consumatori: “Tv di Stato pasticciona e spendacciona”
L’Unione Nazionale Consumatori infuoca la polemica e demolisce la Tv di Stato dopo le ultime schermaglie dovute all’aumento del canone di 1,5 euro.“E’ l’ennesima riprova della Rai pasticciona e spendacciona, che dilapida milioni e milioni di euro in stipendi e compensi d’oro e trasmissioni di poca qualità”. Sono le non leggerissime parole di Massimiliano Dona,
L’Unione Nazionale Consumatori infuoca la polemica e demolisce la Tv di Stato dopo le ultime schermaglie dovute all’aumento del canone di 1,5 euro.
“E’ l’ennesima riprova della Rai pasticciona e spendacciona, che dilapida milioni e milioni di euro in stipendi e compensi d’oro e trasmissioni di poca qualità”.
Sono le non leggerissime parole di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, in riferimento all’aumento del canone di 1,5 euro (da 106 a 107,5). Già la Corte Europea, in tempi recenti, era intervenuta in merito alla questione canone, come abbiamo visto su queste stesse pagine. Continua il Segretario Dona:
“Zitta, zitta la Rai ha aumentato il canone proprio quando il termine per il pagamento era abbondantemente scaduto (il relativo provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 marzo scorso). L’aumento è illegittimo perché l’utente deve pagare il canone entro il 31 gennaio e il decreto di aumento, infatti, ne dispone la retroattività, ma al tempo stesso l’utente, in base al decreto legislativo n. 1542/1947, richiamato dallo stesso provvedimento, nel momento in cui viene a conoscenza dell’aumento ha 30 giorni di tempo per dare disdetta dell’abbonamento per l’anno in corso. Ma come fa se ha già pagato entro il 31 gennaio scorso? L’aumento è ancora più scandaloso perché dal 2001 è cresciuto del 16,3% a fronte dell’aumento del tasso di inflazione dell’11,6%”.
Tutto ciò si inserisce in un contesto già abbastanza tribolato di suo. E’ notizia di questi giorni che in Spagna Zapatero sta promulgando una tassa per agevolare la tv pubblica, già privata degli spot pubblicitari; sempre nei giorni scorsi, il direttore generale della Rai Mauro Masi, durante il Cda, aveva parlato di un deficit tendenziale di 120 milioni di euro.