Il Cacciatore di Sogni arriva al Parlamento Europeo e torna su Rai 3 dal 12 gennaio 2025: i primi ospiti (Anteprima TvBlog)
Stefano Buttafuoco, conduttore de Il Cacciatore dei Sogni, intervistato da TvBlog, è stato invitato a parlare al Parlamento Europeo in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.
Il Cacciatore di Sogni, il programma di Rai 3 condotto da Stefano Buttafuoco dedicato all’inclusività e al racconto di persone con unicità, è reduce dalla quarta stagione composta da 7 puntate (inizialmente dovevano essere 6), andata in onda dal 29 settembre al 17 novembre di quest’anno, durante la quale il programma si è soffermato soprattutto sugli atleti paralimpici, protagonisti quest’anno alle Paralimpiadi di Parigi.
Il programma tornerà con l’anno nuovo, precisamente a partire dal prossimo 12 gennaio, confermato alla stessa ora e sulla stessa rete (alle ore 13 su Rai 3).
TvBlog ha intervistato Stefano Buttafuoco che ci ha fornito in anteprima i nomi dei primi due ospiti della nuova edizione. Da segnalare, il ritorno in Rai di Flavio Insinna.
Com’è andata l’ultima stagione del programma dal punto di vista degli ascolti?
Molto bene, considerando che la fascia delle ore 13 della domenica è storicamente una fascia critica. Abbiamo fatto una media del 2% di share, con punte del 4.5%, raggiungendo sempre circa 300.000 telespettatori. Sono numeri ottimi per un programma di servizio pubblico, superiori alla media di fascia. Abbiamo, inoltre, avuto un grande successo di critica che ci ha ripagato di tanti sforzi. La recensione di Aldo Grasso mi ha lusingato, come l’invito a parlare del programma dal palco del Parlamento Europeo in occasione della recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Sono contento per la mia squadra e per la Rai in genere che ha creduto nel progetto. Un ringraziamenti particolare a Paolo Corsini, direttore di Rai Approfondimento ed a Marco Caputo.
In che modo pensi di trattare i temi legati all’inclusione?
Mi piace trattare l’inclusione in modo “pop” e per questo ho dato sempre più forza all’ospite di puntata, un personaggio noto del mondo dello spettacolo o della televisione che ha voglia di condividere alcuni aspetti inediti della sua vita e personalità. Il mio obiettivo è allargare la platea: fare un programma che parla di inclusione, che vedono solo le famiglie che hanno a che fare con condizioni particolari a mio avviso non porta a nulla. Io ambisco a scuotere le sensibilità di tutti, questo penso debba fare il vero servizio pubblico. Abbiamo così ascoltato un Vinicio Marchioni parlare del problema della balbuzie, che ha superato grazie al teatro, o Raoul Bova che ci ha raccontato del suo miglior amico dell’infanzia, un ragazzo non udente. Racconti inediti che hanno a che fare con i temi a noi più cari che sono quelli dell’inclusione e dell’unicità.
Dal 12 gennaio, quindi, avrà inizio la quinta stagione che andrà in onda sempre su Rai 3 alle ore 13. Che novita ci dobbiamo aspettare?
In questa nuova stagione, avremo un occhio particolare legato al tema dell’inserimento lavorativo di persone che convivono con condizioni particolari.
Qualche anticipazione riguardo gli ospiti?
Dopo il maestro Bocelli, Raoul Bova, Vinicio Marchioni, Carolyn Smith, Elio e le Storie Tese, Alessio Boni e Giorgio Pasotti avremo altri amici che ci stanno sorprendendo per l’entusiasmo con il quale ci stanno seguendo. Ti dico i primi due: Flavio Insinna e Claudia Gerini. Ti bastano (ride scherzando, ndr)? Insinna torna in Rai per noi e lo farà in occasione di una puntata dedicata ad un progetto della Comunità di Sant’Egidio, un ristorante dove lavorano ragazzi speciali. La Gerini, invece, sarà ospite di una puntata dedicata al Teatro Patologico.
Cosa rappresenta per te questo programma?
Questo programma che ho ideato tre anni fa mi ha dato la possibilità di dare un senso alla mia professione. Sono orgoglioso di poter dare voce a tutte quelle persone e famiglie che vivono condizioni complicate, a cui troppe poche volte questa opportunità viene data. Ma proprio per questo mi sento anche una grande responsabilità a parlare di certi temi che mi coinvolgono direttamente nella vita di tutti i giorni.
Il programma ha avuto molti riconoscimenti.
Sì, molti. Dal Premio per la comunicazione sociale Alessandra Bisceglie al Premio Antenna d’Oro per la Tv fino al Premio Omar per uno sguardo raro. Sabato prossimo andrò in Calabria per il Premio Giacchino da Fiore, vinto lo scorso anno da Domenico Iannacone. Sono contento, per me e per la mia squadra. Il Cacciatore di Sogni è un programma impegnativo sia sul piano ideativo che produttivo e questi riconoscimenti ci fanno capire che la strada è quella giusta.
Che opinione ha della tv di oggi?
Penso che la tv di oggi sia una televisione divisoria, cioè che non unisce ma che divide. I contenuti, troppo spesso, sono orientati solo agli aspetti negativi della nostra società. Va bene informare ma forse si dovrebbe dare un po’ più di spazio al racconto di quello che di buono c’è nella vita e nelle scelte di tante persone. Parliamo anche dei tanti eroi silenziosi positivi che ci sono. Puntare troppo ed in modo ossessivo su cronaca nera e su talk che si trasformano in ring da combattimento verbale è un pericolo. La tv ha una responsabilità sociale importante, deve ambire ad un miglioramento culturale soprattutto rivolto alle nuove generazioni che dobbiamo riconquistare.
A te che sei “Il Cacciatore di Sogni”, per concludere, chiedo: qual è il tuo sogno?
Sogno di vedere un programma che parla di inclusione, magari proprio il mio Cacciatore di Sogni, in prima serata. Sogno che davanti al televisori tutta la famiglia lo possa vedere insieme e commentarlo. Sarebbe questa la vera scelta rivoluzionaria e chissà che qualcuno non abbia il coraggio di darmi questa opportunità. A me piace sognare, altrimenti non avrei intitolato cosi il mio programma anche perché spesso i sogni si realizzano se ci si lavora bene per la loro concretizzazione.