Il Castello delle Cerimonie co-finanziato dalla Regione, polemiche in Campania. Il produttore: “Abbiamo vinto un bando”
Il Castello delle Cerimonie diventa oggetto di scontro anche politico: contestato dai Verdi il contributo pubblico riconosciuto alla produzione, vincitrice di un bando della Regione Campania.
La prima stagione de Il Boss delle Cerimonie scatenò le ire funeste di chi vide nel programma una cattiva promozione di Napoli e della Campania con le sue feste all’insegna del kitsch e dell’esagerazione. Oggi tocca alla prima stagione de Il Castello delle Cerimonie, spin-off determinato dalla scomparsa di Don Antonio Polese, essere al centro di una bufera dal sapore politico.
A far storcere il naso questa volta è il contributo di € 73.749,25 riconosciuto dalla Regione Campania alla produzione B&B Film per la realizzazione del programma. A sollevare la questione è stato il Consigliere Regionale dei Verdi, e giornalista, Francesco Emilio Borrelli, membro della Commissione Cultura, che ha presentato un’interrogazione al Consiglio Regionale della Campania sul caso.
“Sarebbe veramente assurdo che i soldi pubblici dei campani andassero a finanziare un programma televisivo che porta nelle case degli italiani il peggio del trash, dando un’immagine distorta e non veritiera della vera napoletanità che non ha nulla a che fare con quello che succede in quelle feste organizzate a La Sonrisa (…), struttura al centro di inchieste per abusivismo. Se fosse così, avremmo raggiunto un livello inaccettabile. Se fosse confermato che quei soldi sono serviti a finanziare quella trasmissione, chiederò la revoca immediata del finanziamento e che quei soldi vadano a un prodotto che documenti la vera Napoli e i veri napoletani”.
ha tuonato il consigliere, che fa parte della maggioranza a sostegno del Governatore Vincenzo De Luca.
La risposta del produttore e regista Raffaele Brunetti
“Abbiamo risposto a un bando della Regione Campania e siamo risultati tra i progetti vincitori. L’Avviso era aperto a film, documentari e short web e Il Castello delle Cerimonie è stato ammesso perché in linea con i criteri di ammissibilità. Anzi, con i nostri 74 punti su un minimo di 60 siamo anche tra quelli con i voti più alti”
ci spiega Raffaele Brunetti, regista e produttore della serie ambientata al Grand Hotel La Sonrisa, che abbiamo contattato per capire cosa stia succedendo.
“Era da anni che la Regione Campania non apriva un bando a sostegno delle opere cine-audiovisive – ricostruisce il regista – Lo ha fatto a inizio anno e come B&B Film abbiamo deciso di partecipare. Già nel 2010 avemmo un contributo dalla Regione Campania, oltre che dal Programma MEDIA della Comunità Europea, per il documentario “L’Altra Rivoluzione, Gorkij e Lenin a Capri“, che scrissi con Piergiorgio Curzi. Abbiamo studiato il nuovo bando, abbiamo fatto domanda ed è stata accettata”.
E infatti la docuserie di Real Time è nell’elenco delle opere ammesse a contributo tra quelle che hanno partecipato all'”Avviso pubblico a sostegno di produzioni cinematografiche e audiovisive in Campania” (approvato con decreto dirigenziale n. 8 del 31/1/2017), come si legge nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania n.55 del 10 luglio 2017. Il loro finanziamento è stato deliberato già a giugno (Decreto Dirigenziale n. 56 del 26/06/2017) ovvero con la prima ‘infornata’ di valutazione visto che il bando, originariamente in scadenza il 31 maggio, fu poi prorogato. Tra i progetti televisivi c’è la serie Camorriste, mentre nella categoria ‘Film’ – che raccoglie anche le fiction – si riconoscono la seconda stagione de I Bastardi di Pizzofalcone, la serie Rocco Chinnici, con Sergio Castellitto, L’Amica Geniale, prodotta da Wildside e figlia di una collaborazione Rai ed HBO, nonché Gore, film prodotto per Netflix con Kevin Spacey protagonista.
I criteri di valutazione
“Avevamo tutte le caratteristiche per partecipare visto che il bando ammette anche prodotti seriali. Sarebbe stato ‘sospetto’ non farlo”
sottolinea Brunetti che fa anche una disamina dei criteri di valutazione (consultabili peraltro sul sito della Regione Campania):
“Si assegnava un massimo di 15 punti su 100 per la “Valorizzazione dell’identità regionale con riferimento al patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico della tradizione e dell’attualità” e anche un massimo di 10 per la “Diffusione dell’opera a livello nazionale e internazionale“. Se anche avessimo preso zero per la prima voce, non si può negare che il programma ha girato il mondo, è stato venduto in oltre 20 Paesi e con un interesse sempre maggiore anche qui in Italia. Ormai sono tutti impazziti per ‘o pere e ‘o muss’ (tipico street food fatto di frattaglie suine e bovine, presentato in uno dei buffet di questa stagione, ndr) e penso che il programma abbia fatto promozione a Napoli e alla Campania in tanti modi, girando tra le bellezze di Capri e anche con le ricette della Signora Rita, online sul sito di Real Time”
Tra i principi di ‘premialità’ anche la presenza nel cast artistico e tecnico di residenti, che si è tradotta in un maggiore investimento della produzione sul territorio:
“La partecipazione al bando è stato uno stimolo ulteriore per avvalerci ancora di più di professionalità campane e ha innescato uno stimolo virtuoso per ‘spendere’ di più nella regione, come da missione dell’Ente – ha spiegato il regista – Il contributo, d’altro canto, ci ha permesso di migliorare ulteriormente il prodotto, a partire dalla sigla”.
Il Castello delle Cerimonie ha già avuto i soldi della Regione?
I soldi della Regione sono stati già erogati, dunque? Quei quasi 74.000 euro assegnati al prodotto sono stati già incassati dalla B&B Film?
“No. Non so neanche a quanto ammonterà il contributo finale, visto che sarà calcolato sulla base delle spese ammissibili che rendiconteremo: potrebbe essere anche meno. Ai fini della rendicontazione, che è un processo lungo e delicato, saranno valide solo le spese fatte in Campania e per avere quella cifra dobbiamo spendere tre volte tanto sul territorio regionale”
chiarisce Brunetti.
Le polemiche su Il Castello delle Cerimonie
L’invettiva di Borrelli sembra destinata essenzialmente alla Giunta campana e alla Commissione di Valutazione istituita dalla Regione – che, lo ricordiamo, è composta dal Direttore Generale delle Politiche sociali, culturali, pari opportunità, tempo libero della Regione Campania, da due funzionari regionali afferenti allo stesso settore, da un dipendente della Film Commission Regione Campania e da un esperto di settore indicato dalla Film Commission – ‘rea’ di aver ammesso il programma al contributo. Ma nelle sue dichiarazioni a essere sotto accusa è anche la rappresentazione che, a suo avviso, il programma dà della cultura partenopea, del messaggio ‘distorto’ che arriva al pubblico e il risalto dato a un luogo che negli anni è stato interessato da inchieste e indagini per abusivismo edilizio. Si va oltre, quindi, il mero dato narrativo e televisivo della docuserie. Ironico, poi, che proprio in questi giorni lo staff de La Sonrisa sia stato ospite dell’Università del Salento che l’ha analizzato come ‘case history’ imprenditoriale
“Siamo alle solite polemiche sul programma. Perché se ne riparla ora? Forse perché solo adesso, a due mesi dall’inizio della serie, si sono accorti che nei titoli di coda c’è il logo della Regione. L’elenco in cui si certificava la nostra ammissibilità al contributo, però, è di giugno”
sottolinea Brunetti
“Se però la ‘questione’ riguarda la costruzione del bando, che per qualcuno non dovrebbe premiare le produzioni tv ma solo giovani autori e contenuti di un certo tipo, e il giudizio della Commissione di valutazione, beh allora è una discussione che esula da noi, che riguarda altri interlocutori – aggiunge il produttore – Ribadisco: noi abbiamo partecipato a un bando della Regione Campania, abbiamo ottenuto 74 punti su 100 e siamo stati ammessi al contributo perché in linea con i criteri stabiliti dall’Ente. Tutto qui”.
Intanto questa stagione volge al termine: venerdì prossimo, 1° dicembre, andrà in onda l’ultima puntata de Il Castello delle Cerimonie, proprio nel giorno del primo anniversario della morte di Don Antonio Polese. Chissà cosa avrebbe pensato di tutto questo.