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Il bacio saffico (?) a Grimilde: pietoso

Parlando nella rubrichetta La Battuta del Giorno di Vladimir Luxuria, mi è venuto in mente che non abbiamo parlato di un fatto che in questi giorni va per la maggiore, ossia il bacio tra Luxuria e Alba Parietti – a questo link alcune foto – durante le registrazioni di Grimilde, il nuovo talk condotto dalla

14 Giugno 2006 12:36

Parlando nella rubrichetta La Battuta del Giorno di Vladimir Luxuria, mi è venuto in mente che non abbiamo parlato di un fatto che in questi giorni va per la maggiore, ossia il bacio tra Luxuria e Alba Parietti – a questo link alcune foto – durante le registrazioni di Grimilde, il nuovo talk condotto dalla Alba nazionale in onda su Italia1 dal prossimo 18 giugno.
Ne hanno parlato tutti i maggiori quotidiani e siti web, ma noi no. Non perché siamo migliori o peggiori degli altri, ma perché semplicemente non ci sembrava il caso di dare risalto ad una notizia sciocca (anche se in passato abbiamo toccato argomenti peggiori, non lo nascondiamo).
Cercando una fotografia di Luxuria su Google Immagini con cui corredare il post precedente, il bacio era tra i primissimi risultati e si ripeteva più volte, come se nella carriera di uno dei più famosi transessuali italiani, ora deputato, questo episodio fosse il più importante.
Non critico il bacio in sè; non critico nemmeno Alba Parietti che sta cercando di attirare un po’ di interesse attorno al suo personaggio, sempre poco calcolato (lavorativamente parlando). Critico chi si è, meritatamente o immeritatamente, guadagnato un posto come rappresentante di una “categoria” discriminata che anche su TvBlog si è lamentata di scarso rispetto dei media nei suoi confronti. La possibilità di cambiare o modificare in parte la mentalità di chi vede le persone transessuali come “malate” c’è. Ci si può lavorare “dall’interno”, a monte, avendo anche moltissima visibilità televisiva; forse però manca la voglia di metterci la necessaria serietà, la voglia di lottare realmente contro le discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, la voglia di dare un messaggio diverso da quello del “trans adatto solo al lavoro di drag queen”. E in questi casi a pagarne le conseguenze non è il singolo, ma l’intera categoria.