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Natale 2017, gli spot di Idealista con Maria, Giuseppe e l’app: polemiche in arrivo?

Idealista ha lanciato una campagna pubblicitaria in cui riadatta la storia di Maria e Giuseppe, inserendo elementi della contemporaneità con ironia: ma il rischio polemiche resta

pubblicato 18 Dicembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 02:19

Una ragazza gioca con un’app simile a Tinder, vede il profilo di un ragazzo che le piace, lo “approva” con un like e ne riceve la compatibilità. Sembra la storia di un incontro tra due giovani ai giorni nostri, se non fosse che, nello spot ideato da Idealista (sito web per la pubblicazione di annunci immobiliari), i due vivono nella Betlemme di 2017 anni fa, e non sono altri che Maria e Giuseppe.

L’idea di Idealista è molto semplice: raccontare il servizio offerto tramite la storia della coppia per antonomasia, in cerca di un rifugio caldo e sicuro in quella che sarebbe diventata la notte più celebrata al mondo. Da questa premessa, l’agenzia Gibbo&Lori ha ideato sette spot (sotto il titolo #OhMyGod), che saranno spalmati tra tv e web: tre andranno in onda fino al 6 gennaio sulle reti Mediaset e Sky, al ritmo di uno a settimana, mentre altri quattro saranno pubblicati online. Nel complesso, i sette spot racconteranno la storia di Maria e Giuseppe, dal loro primo incontro all’arrivo dei Re Magi, in un’ottica che unisce la tradizione del racconto biblico all’inserimento delle nuove tecnologie e delle ansie moderne.

Così, i due, nel primo spot (che vedete in apertura e che è stato diffuso solo online) s’incontrano, si piacciono e si baciano. Dopo un solo contatto delle loro labbra, però, Maria resta incinta. Il secondo spot (in alto), invece, racconta la ricerca di una casa della coppia: Maria è sempre più ansiosa, anche perchè Giuseppe, falegname, non è riuscito a costruire un passeggino su misura per Gesù Bambino. Entra così in gioco l’app di Idealista, che aiuterà nel corso degli episodi i due a trovare una casa adatta alle loro esigenze, mentre il tempo stringe ed il parto si avvicina.

Una campagna pubblicitaria che non si avvicina alla blasfemia, ma che cerca comunque di provocare coloro che, sotto Natale, potrebbero leggere questi spot come fuori luogo. La furbizia di idealista, però, sta nell’aver suddiviso i sette episodi tra tv e web: a giudicare dalla diffusione dei primi due, l’idea sembra essere quella di lasciare andare in tv gli spot più “cauti” e leggermente ironici, affidando alla Rete, invece, quelli più smaliziati e provocatori. In onda da pochi giorni, al momento non si segnalano comunicati di proteste da parte di associazioni e comitati: scopriremo se Idealista è stata prudente al punto giusto o se i prossimi spot provocheranno le solite polemiche.