Ida Colucci e Luca Mazzà, la parabola dei due nuovi direttori del Tg2 e del Tg3
Chi sono i nuovi direttori del Tg2 e del Tg3
Lei è Ida Colucci, irpina, di Sant’Angelo all’Esca. Il padre Carmine, un medico molto noto ed apprezzato nonchè amico dell’ex segretario della Democrazia Cristiana Ciriaco De Mita, ha prestato la sua opera a Luogosano (un nome molto rassicurante per un medico dove esercitare la propria professione) in provincia di Avellino. Per alcuni anni Ida ha vissuto con il padre in questa cittadina.
Entra in Rai nel giornale radio occupandosi di politica, passa poi al Tg2 durante la direzione di Clemente J. Mimun. Di provenienza democristiana, abbiamo detto del padre amico di De Mita, poi le cronache aziendali la danno vicina all’ex portavoce di Silvio Berlusconi Paolo Bonaiuti e proprio in questo periodo segue le gesta del governo del cavaliere per il telegiornale del secondo canale della televisione di Stato.
Negli ultimi tempi si dice, sempre secondo le voci Rai, che sia salita sul carro renziano, via patto del nazareno. In sintesi dunque, secondo le voci dei corridoi Rai, la Colucci avrebbe fatto il seguente percorso: Dc, Forza Italia ed ora Renziana del Nazareno, se cosi di può dire.
Luca Mazzà invece nasce come giornalista economico all’Ansa, a Milano Finanza e Italia oggi. Entra in Rai nel 1991 anche lui, come la Colucci, al Giornale Radio, precisamente il Gr1. In questo periodo conosce Andrea Vianello, con cui diventa sodale e che poi lo porterà anni dopo a Rai3.
Tre anni dopo passa al Tg3 sempre occupandosi di economia diventando poi caporedattore. Nel 2009 lascia il Tg3, si dice per dissapori con Bianca Berlinguer e passa a Raisport per poi tornare andare nella Rai3 di Andrea Vianello come capostruttura e vice direttore occupandosi dei programmi d’informazione come Mi manda Rai3, Agorà e Ballarò, quest’ultimo programma lasciato poi per dissapori con Massimo Giannini accusato di fare un programma anti-Renzi, che strana coincidenza ora è diventato direttore del Tg3.
La cosa per certi versi buffa di tutta questa vicenda è che tutti si sono affannati sempre a ripetere che nella nuova Rai la politica deve restare fuori e ne siamo certi, lo ripeteranno ancora appena qualcuno gli farà notare diversamente.
In tutto questo giù il cappello a Bruno Vespa che ebbe il coraggio di dire, ai tempi della sua direzione al Tg1, che il suo “editore di riferimento” era la Democrazia Cristiana, allora guidata da Arnaldo Forlani. Meglio un Re nudo, che uno tarocco e ben vestito.