I Topi, il personaggio di Antonio Albanese sarebbe potuto esistere anche senza una serie tv intorno
Il riassunto e la recensione della prima puntata de I Topi, la serie tv di Raitre con Antonio Albanese nei panni di un boss costretto a vivere nascosto nella sua villetta
Scritto, diretto ed interpretato da lui, I Topi rappresenta la quintessenza della comicità di Antonio Albanese. L’attore per il suo debutto nella serialità televisiva, non si snatura, non cerca trame complicate né personaggi particolarmente complessi.
Preferisce, piuttosto, puntare sulla semplicità che fa sorridere e che rimanda a tutti quei suoi personaggi capaci di strappare una risata e di raccontare ognuno a modo suo i numerosi problemi dell’Italia. Anche Sebastiano, in quanto boss che si fa credere morto e che vive segregato nella sua villa eccetto qualche incursione -rigorosamente travestito e di notte- nel mondo esterno, ben si inserisce nel ventaglio di personaggi proposti da Albanese lungo la sua carriera.
Ne I Topi c’è poca politica e molta satira verso un mondo, quello della criminalità organizzata, figlia di un nuovo modo di Rai Fiction di raccontare la mafia che già fu portato in tv con La mafia uccide solo d’estate. I boss vengono derisi, le loro scelte diventano spunti per costruire sottotrame, le loro gesta minimizzate fino a farle diventare gag.
Nel vedere i sei episodi della serie, è come se questo personaggio potesse funzionare anche in solitaria, come uno sketch dei tempi di Mai Dire Gol. Sebastiano, nel suo bunker, sarebbe riuscito a dialogare con la Gialappa’s Band perfettamente, raccontando le sue varie peripezie per mantenere la sua latitanza: i Topi sembra essere così figlia di quella comicità, molto semplice e diretta, che si regge tutta sul protagonista ed il suo interprete.
Tutto gli altri personaggi, ben interpretati, e le altre situazioni, diventano così necessarie solo per “giustificare” il contorno che un impianto narrativo come una serie tv chiede. Ma al centro resta Albanese, la sua comicità ed il suo modo di vedere di mondo: un classico che cerca di rinnovarsi con un nuovo linguaggio.
I Topi, riassunto episodio La famiglia Calamaru
Sebastiano (Albanese), figlio di un boss scomparso da cui ha ereditato l’impresa edile dalle attività illecite, e la sua famiglia stanno pranzando nella cucina della loro villetta, in una località non precisata del Nord Italia. L’uomo, che si è fatto credere morto, vorrebbe mangiare in silenzio, e non sentire i discorsi della figlia Carmen (Michela De Rossi), che gli racconta di un compagno di Università che sta “lavando la famiglia” con attività legali, e del figlio Benni (Andrea Colombo), che vorrebbe aprire un ristorante. Zia Vincenza (Clelia Piscitello), invece, si occupa delle faccende domestiche, ma nasconde il vizio delle scommesse sulle corse dei cavalli.
Il pranzo viene interrotto più volte dal citofono, cosa che costringe Sebastiano e nascondersi nel bunker sotterraneo della villa, dove vive da dodici anni zio Vincenzo (Toni Sperandeo), anche lui latitante.
Carmen esce con il suo fidanzato, per andare alla processione finanziata dal padre: la ragazza confessa alla famiglia che sta uscendo con il figlio della famiglia Calamaru, acerrimi nemici di Sebastiano. Per trovare una soluzione, il protagonista deve uscire di casa, travestendosi da donna ed utilizzando diversi mezzi, per raggiungere il suo uomo di fiducia, U Stortu (Nicola Rignanese), e cercare aiuto.
I Topi, riassunto episodio Cimici e insetti
Sebastiano resta bloccato nell’armadio che in realtà è una porta per rientrare in casa dal bunker. Betta (Lorenza Indovina) deve così chiamare un falegname, ma al posto di quello che hanno già conosciuto ne arriva uno nuovo: è, infatti, un agente sotto copertura, che installa delle cimici in casa.
Quando la famiglia lo scopre, evita di parlare e si rifugia nel bunker con zio Vincenzo, ma l’arrivo di un sacerdote in cerca di fondi li costringe ad uscire. Una volta individuate le cimici, Sebastiano le distrugge e chiede ad U Stortu di chiamare qualcuno che possa bonificare la villetta.
Mentre Betta organizza con le amiche, che non sanno nulla della sua famiglia, una partita a poker, Sebastiano convoca una riunione con gli altri boss nella stanza santa: qui, tutti concordano sul rispetto delle leggi e sul fatto che i figli delle proprie famiglie non possano sposarsi con “estranei” di altre famiglia non legate alla mafia.