Home Notizie I Tg rispondono a Monti: mai più “furbi” per gli “evasori”

I Tg rispondono a Monti: mai più “furbi” per gli “evasori”

Maccari, Masi e Berlinguer: tutti allineati nel dar ragione al premier sull’uso indiscriminato della parola nei tg.

pubblicato 20 Agosto 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 02:33

Sinceramente, le risposte dei direttori dei Tg Rai a Mario Monti (che ieri dal Meeting di CL rimproverava la Rai per l’uso della parola «furbi» nei Tg, ad indicar gli evasori), pubblicate oggi dal CorSea, mi fanno un po’ sorridere. Naturalmente, tutti danno ragione al premier.

Apre le danze Alberto Maccari (Tg1):

«Parole sacrosante. La necessità di sintesi ci fa usare talvolta termini sbagliati».

Ma è stata usata, dal Tg1, la parola «furbi» per indicare gli evasori? Sì, anche se Maccari dice:

«Da quando dirigo io, sto molto attento. Mi dà fastidio che si usi per un reato così grave».

Dalla scrivania del Tg2, gli fa eco, allineato e coperto, Marcello Masi, che dà anche sfoggio di essere un utente di social network e ammette:

«Sinceramente sì, l’abbiamo usata. Il premier ha ragione e l’ho subito ritwittato (sic). E’ un giusto modo per riflettere su un vezzo del giornalismo italiano. Ho già parlato con i miei perché in futuro non venga più usato»

Sulla stessa linea, Bianca Berlinguer, dai banchi del Tg3:

«Gli evasori non sono furbi ma fuorilegge. La lotta all’evasione non spetta a noi ma noi dobbiamo evidenziarli come reati».


Ma davvero ci voleva il rimbrotto, il rimprovero del professore (perché è di questo che stiamo parlando, da quando Monti è al governo: siccome è professore, c’è questo senso di sudditanza, perché lui sa di cosa parla e quindi può permettersi di rimproverar tutti) perché ci si rendesse conto del fatto che i giornalisti devono fare il loro lavoro?

Che le parole sono come pietre, che sono significanti portatrici di significati e che vanno usate, a maggior ragione nel lavoro giornalistico, con misura e perizia?

E davvero ci voleva Monti per far far mea culpa ai direttori dei tg? Davvero i direttori dei tg non sanno che a seconda delle parole utilizzate si racconta questa o quella “realtà”, ai telespettatori?

Personalmente, non ci posso credere.