I telespettatori? Sono sempre più vecchi
Il quotidiano Il Riformista pubblicherà domani un’interessante indagine che cerca di fotografare i telespettatori italiani. Il dato più interessante, anticipato oggi, è quello sull’età media degli italiani che guardano la tv. Dal 2003 ad oggi siamo passati da 48 a 50 anni, i telespettatori hanno una velocità di invecchiamento superiore a quella tendenziale ed apparentemente
Il quotidiano Il Riformista pubblicherà domani un’interessante indagine che cerca di fotografare i telespettatori italiani. Il dato più interessante, anticipato oggi, è quello sull’età media degli italiani che guardano la tv. Dal 2003 ad oggi siamo passati da 48 a 50 anni, i telespettatori hanno una velocità di invecchiamento superiore a quella tendenziale ed apparentemente inevitabile della popolazione complessiva.
Il fenomeno è connesso all’ovvio avvicinamento dei giovani alle alternative d’intrattenimento offerte dalla rete internet, più vari, contraddistinti da un atteggiamento sicuramente meno passivo di quello del telespettatore che si ciba della tv sempre più come “sottofondo” rassicurante e poco impegnativo mentre si svolgono altre attività.
Quale sia, ammesso che sia presente, la responsabilità della qualità dei palinsesti in quella che pare una generale disaffezione dei giovani nei confronti della tv è praticamente impossibile dirlo. Possiamo solo essere certi che non mancheranno i commenti un po’ snob di molti osservatori che andranno in questa direzione nei prossimi giorni. Va bene tutto, l’importante è essere consapevoli di trovarsi di fronte ad esercizi di retorica vagamente scontati.
Aldilà di questo il dato potrebbe iniziare a risultare preoccupante, soprattutto se considerato come legato a doppio filo con il generale calo degli ascolti assoluti evidenziato negli ultimi anni, specialmente nel prime time.
Raiuno risulta essere, come facilmente pronosticabile, la rete “geriatrica” per eccellenza con l’età media dei suoi telespettatori arrivata a quota 57 mentre Italia 1 conferma la sua vocazione di “rete giovanile” con una media attestata a 37 anni.
Forse proprio su questo dato si potrebbe aprire una riflessione a metà fra il serio e il faceto: un/una 37enne può essere ancora considerato “un giovane“?