I Sogni son Desideri: quando a non-condurre è la Sorellastra

I Sogni son Desideri: ovvero il primo people show Rai senza bisogno di presentazioni. D’altronde, se a condurre è Caterina Balivo, devi trovare un modo per far sì che conti meno di Facchinetti a X Factor. Risultato? Una valanga di rvm, gente comune che si fa la sorpresa da sola e, come se non bastasse l’inviato per tutte le salse, Marco Liorni, tanti piccoli aiutanti chiamati a sopperire a una lacunosa voce narrante.

Vedere Fabrizio Frizzi ed Ela Weber con la bacchetta in mano, in soccorso a una conduttrice senza poteri, è la conferma che non ci sono più le Cenerentola di una volta. In tempi di crisi economica, in cui la Clerici e Carrà sono solo un triste ricordo, a uscire dalla carrozza è una delle antipatiche Sorellastre, sprovvista del carisma di una vera eroina. E’ lei a ereditare col minimo degli sforzi uno dei filoni più seguiti in casa Rai: peccato che il suo riadattamento denunci evidenti segni autolesionisti.

Non ci sono altre parole per commentare la fiera della paccottiglia kitsch in onda su RaiUno, tra spottoni di Disneyland come non c’erano dai sabati sera di Baudo e tv dei sentimenti fatta senza sentimento. D’altronde, se vuoi tirare la cinghia, a qualcosa devi pur rinunciare e ci sono buone probabilità che il Salvavita Beghelli, in tilt unicamente domenica scorsa, non si accorga della differenza.

Che altro dire di Caterina Balivo, una che non si mischia mai tra la folla in esterna, non interagisce empaticamente con gli ospiti, non mette niente di suo tranne la firma? La Del Noce Angel più coccolata riesce ad esprimere tutta “la cifra” della sua professionalità quando, per consolare la nonna coraggio di turno, che ha fatto alla propria nipote orfana da mamma, biascica semplicemente “complimenti”. Nell’eterna speranza, forse, che qualche temerario della stampa li faccia a lei.

I Sogni Son Desideri