I problemi della BBC: licenziamenti in arrivo
La BBC è in crisi. Non siamo noi a dirlo, ma la stessa rete televisiva che ha annunciato un piano di redistribuzione dell’organico che vedrà parecchi spostamenti e, soprattutto, un mare di licenziamenti. La notizia non è del tutto inattesa, visto che pochi mesi fa avevamo ripreso un sondaggio che metteva in luce il drastico
La BBC è in crisi. Non siamo noi a dirlo, ma la stessa rete televisiva che ha annunciato un piano di redistribuzione dell’organico che vedrà parecchi spostamenti e, soprattutto, un mare di licenziamenti. La notizia non è del tutto inattesa, visto che pochi mesi fa avevamo ripreso un sondaggio che metteva in luce il drastico calo di fiducia degli inglesi nei confronti della rete, calo che ovviamente si era riflettuto anche sugli ascolti della stessa.
E a proposito dei licenziamenti annunciati, ospitiamo anche un breve post di Enzo Mauri che conclude con una riflessione interessante: cosa sarebbe successo se questi licenziamenti fossero stati annunciati dalla nostra tv di Stato?
“No non è la Bbc! Questa è la Rai ! La Rai Tv!” Recitava una canzone di qualche tempo fa, per fortuna…diciamo noi visto che il prestigioso Ente Radiotelevisivo da sempre bandiera nel mondo della cultura e dello svago di puro stampo britannico ha deciso di darsi una decisa nonché drastica regolata riducendo di 1800 unita’ (tra cui 600 giornalisti) in sei anni il proprio organico e chiudendo i prestigiosi studi di Sheperd’s Bush.
Da qualche tempo causa alcuni scivoloni di carattere etico la Bbc aveva perso quell’aura di integrità morale che l’aveva distinta in tutti questi anni, ora si e’ aggiunta anche una crisi di carattere economico che ha portato i vertici aziendali alla dolorosa decisione.
Il direttore generale Mark Thompson, promotore dell’iniziativa, si e’ affrettato ad aggiungere che i licenziamenti effettivi sono 2500 bilanciati da 700 nuove assunzioni, il tutto in nome del risparmio e di una maggiore “snellezza” della struttura.
Ci chiediamo cosa accadrebbe in Italia se un’iniziativa del genere fosse presa per la Rai, un Ente che ha sempre più assunto per motivi politici e interessi di parte l’aspetto di un gigante dai piedi d’argilla e che avrebbe un gran bisogno di una bella cura dimagrante