I Love Italy: il luogo comune che diventa format (e Claudio Lippi è in preda al Furore)
LA CURIOSITA’: Vi siete accorti che I Love Italy era criptato su Sky fino alle 21.45? Il collega Michele Biondi mi fa notare che è tutta colpa dei palinsesti pazzi: sul satellite era stata impostata la procedura che prevedeva il criptaggio di Senza Traccia, inizialmente previsto per questa sera. Ciò conferma le lamentele di Lippi
LA CURIOSITA’: Vi siete accorti che I Love Italy era criptato su Sky fino alle 21.45? Il collega Michele Biondi mi fa notare che è tutta colpa dei palinsesti pazzi: sul satellite era stata impostata la procedura che prevedeva il criptaggio di Senza Traccia, inizialmente previsto per questa sera. Ciò conferma le lamentele di Lippi sulla scarsa promozione e visibilità data al programma.
Metti la vecchia scuola di Guardì che incontra l’orchestra di Demo Morselli e Buona Domenica in famiglia è servita. I Love Italy è l’ennesimo numero zero postmoderno della tv italiana, frutto di un vero pastiche. Ancora una volta si acquista un format, nella fattispecie l’olandese I love my country, a produrlo è l’emergente Toro Produzioni (la stessa di Attenti a quei due su RaiUno e Uno su tutti su Sky Uno) e a condurlo un reduce del pacchetto Costanzo, Claudio Lippi.
Risultato? Un Furore in salsa patriottica, con tanto di tovaglie a quadretti, comicità federalista a buon mercato e mortadella in palio. Nell’anno dei 150 anni dall’Unità d’Italia, a imperare sulla generalista è la rincorsa al tricolore e il luogo comune diventa business, complice il successo del film Benvenuti al Sud. Così pensano bene di fare un numero zero unendo tutti quegli stereotipi che già affollano l’intrattenimento nostrano, in una trasmissione chiassosa e kitsch oltremisura.
Al centro di un Ciao Darwin monotematico (e privo del peso specifico bonolisiano) due squadre, per accontentare chi rimpiangesse i giochini senza pretese di una volta. Da una parte gli esponenti vip del Nord che si professano puntuali e composti, tra l’altra i presenzialisti caciaroni del Sud che dicono Uè Uè.
Li vediamo cimentarsi nelle prove più spicciole: ora devono indovinare i vincitori record di Sanremo, ora i proverbi della zona d’Italia opposta, passando per un omaggio al Tuca Tuca e al Blu dipinto di blu in chiave banalmente nazionalpopolare. Perché tutto fa brodo, quando si parla di Italia amore mio (tanto valeva usarla come sigla e chiamare il Principe per il colpo di grazia).
I Love Italy – le foto del numero zero
E anche qui gli ospiti ‘famosi’ denunciano subito la loro ordinarietà: Biagio Izzo ha già “testato” con l’amico Carlo Conti Non sparate sul pianista, Tosca d’Aquino è fresca di flop a Tv Mania e Magalli e Amadeus sono volti di RaiDue, quindi non costano nulla (piuttosto, si strapperebbero i capelli che non hanno per un prime time simile). Anche Fiordaliso è una vecchia amica di RaiDue, essendo stata storico volto di Piazza Grande, e Fabrizio Fontana è sotto contratto di Quelli che il calcio.
Ma dai, è tornata su RaiDue anche la Lanfranchi: nulla di così sconvolgente. La filosofia catodica odierna sta nel metter su la solita cricca dal sorriso assicurato per portare a casa la puntata.
Per i nostalgici della tv di fine anni ’90- primi anni 2000, c’è la caciara alla Furore, oltre che la declinazione game del karaoke che pure non ha funzionato in esperimenti più recenti (Canta e Vinci, condotto dallo stesso Amadeus, o Chi fermerà la musica, appaltato a sua volta alla Demo Morselli Band e alla corista, ex Amici, Monica Hill).
Guardi I Love Italy alla mercé del trio Giuliani, Izzo e Lippi – più rintronato di una volta, va detto – e ti sembra che Buona Domenica non sia mai finita (con il terrore che il trenino parta da un momento all’altro). E la chiamano tv sperimentale, mentre è semplicemente cattiva pubblicità per una RaiDue sempre più rimbambita.
In ogni caso, e questo lo scriviamo alla fine, meglio questa sagra urlata della pochezza di Adamo e Eva, del vecchiume barocco di 24milaVoci o del fortemente brutto Solo per amore.