I Fuoriclasse, mix soporifero di troppe trasmissioni
Se dovessimo valutare soltanto il talento dei concorrenti, il voto a I Fuoriclasse dovrebbe senz’altro essere positivo. Peccato che per la riuscita di una trasmissione, far esibire una decina di belle voci e far ascoltare qualche bella canzone non basti.Guardare la trasmissione di Carlo Conti è come assistere a tanti programmi diversi in uno, un
Se dovessimo valutare soltanto il talento dei concorrenti, il voto a I Fuoriclasse dovrebbe senz’altro essere positivo. Peccato che per la riuscita di una trasmissione, far esibire una decina di belle voci e far ascoltare qualche bella canzone non basti.
Guardare la trasmissione di Carlo Conti è come assistere a tanti programmi diversi in uno, un deja-vu dopo l’altro. C’è un po’ del Treno dei desideri della cara Antonella Clerici nei video di presentazione dei talentuosi che si stanno per esibire. C’è un po’ dei Raccomandati – guarda caso, di Carlo Conti – nelle sfide. C’è anche un po’ di Buona Domenica, negli avvilenti e sempre uguali siparietti dei comici. E non mancano gli elementi sanremesi, con la presenza della giuria “di qualità”, della giuria popolare e del televoto. Della Corrida c’è poco e su questo bisogna dare atto a Giorgio Gori: la Corrida diverte, I Fuoriclasse purtroppo no.
Carlo Conti funziona, si adatta a fare qualsiasi cosa e pare sempre a proprio agio, ma questo non basta per risollevare le sorti di una trasmissione che pare avere un target di riferimento over 80, che si piazza sul divano, si addormenta e non cambia canale per tutta la serata. E, ne sono sicura, se domani i dati Auditel saranno favorevoli, sarà soltanto merito loro.