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I Fantastici di Pippo: Tullio Solenghi racconta a Blogo il suo debutto con Pippo Baudo

Tullio Solenghi racconta a Blogo il suo debutto con Pippo Baudo

di Hit
pubblicato 27 Agosto 2015 aggiornato 21 Gennaio 2021 17:46

La scorsa puntata della nostra cavalcata fra i personaggi scoperti da Pippo Baudo nella sua lunga e prestigiosa carriera ha visto come protagonista Tullio Solenghi. Baudo ci ha raccontato il debutto del bravo artista ligure a Secondo voi, oltre che fare tappa nei ricordi del più celebre Fantastico da lui condotto, ovvero l’edizione numero 7 del prestigioso show del sabato sera di Rai1. Ora è giunto il momento di dare la parola al debuttante di turno, ovvero Tullio Solenghi, per raccontarci la “sua versione dei fatti”.

Tullio Solenghi racconta a Blogo il suo debutto con Pippo Baudo

Confermo tutto, a partire dal fatto che sono stato una delle tante scoperte fatte da Pippo Baudo. Tra me e Pippo c’è sempre stata una grande intesa al di la della televisione e al di la della scena. L’ho sempre considerato un po’ come un fratello maggiore. Spesso l’ho anche consultato quando c’erano da fare delle scelte importanti.

Ricordo benissimo quel primo provino in mutande in quell’albergo milanese. Ci andai con Beppe Grillo con cui lavoravo in un cabaret di Milano. Io facevo il primo tempo e lui il secondo ed una sera capitò Pippo. Non essendo ne io ne Beppe conosciuti, capitava che alcune sere il locale era semi-vuoto e ricordo una sera, in cui c’erano solo tre spettatori, fra i tre c’era anche Pippo, gli piacemmo e ci prese entrambi.

Debuttammo così a Secondo voi, che era un programma inserito nella Domenica in condotta da Corrado da Roma, mentre noi andavamo in onda da Milano. Il sodalizio con Pippo proseguì poi l’anno dopo con Luna Park, dove debuttò anche Heather Parisi e la Smorfia con il grande Massimo Troisi.

Al di la del fatto di essere stato scoperto da Pippo, per cui le mie considerazioni per qualcuno potrebbero essere ammantate dalla riconoscenza, io credo che non ci sia mai stato in Italia nessuno in grado di mettere a proprio agio un debuttante come faceva e fa tutt’ora Pippo. Lui è stato il pigmalione per eccellenza.

Quando parla di Fantastico dice esattamente la verità. La matrice del Trio era proprio così, cioè molto teatrale. Eravamo cioè tre attori di teatro che si erano messi insieme per fare il grande salto della televisione. Quando lui ci chiese di venire a giocare con i personaggi ed i temi dell’attualità, ci fece capire che la nostra comicità, pur partendo sempre da pezzi rigorosamente scritti e provati, doveva adattarsi alla diretta e così facemmo e il risultato fu davvero strepitoso.

Ricordo anche i soli 4 giorni di prove per cui dovevamo montare il pezzo, circostanza questa che scatenava in noi una tale adrenalina che ti faceva rendere al massimo. Era un Fantastico che aveva una media di ascolto di 15 milioni di telespettatori. Quel Fantastico fu anche celebre per quell’incidente dovuto alla scenetta su Khomeini, che scatenò l’ira dell’ambasciata dell’Iran. Anche li Pippo si dimostrò al fianco dei giocatori della sua squadra, prendendosi tutta la responsabilità e difendendoci di fronte ai dirigenti Rai ed ai politici di allora.

A questo proposito devo dire che anni dopo ci fece una confidenza sottovoce Romano Prodi, quando ci disse che quel nostro sketch fu il più costoso in assoluto nella storia della televisione, visto che l’Iran per chiudere tutto il caso volle che l’Italia annullasse il debito che quella nazione aveva verso di noi a fronte di tutta una serie di commesse non ancora pagate. Lo sketch fu dunque solo un pretesto per arrivare a risparmiare tutto quel denaro da parte dell’Iran.

Tornando poi al primo provino con Pippo in mutande, devo dire che io ho avuto spesso situazioni a luci rosse con Baudo. Ovviamente niente di male, ma ricordo che proprio in quel Fantastico lo andavo a trovare in camerino per chiedergli pareri sugli sketch che stavamo scrivendo e lo trovavo spesso che si stava vestendo e ricordo che quando c’era qualcosa che non gli piaceva mi diceva una frase che era una specie di sentenza: “Tullio, parliamone….”. Quella frase significava che dovevamo mettere mano allo sketch…

Con Pippo ci sentiamo spesso, inoltre lo invito sempre a teatro e lui viene ogni volta. Questa è un altra cosa da rimarcare e cioè che Pippo va sempre a trovare i personaggi a cui è legato, anche se questa cosa non è direttamente legata ad un suo programma in onda. Con lui mi lega una grande amicizia ed anche mia moglie Laura è molto amica di Pippo. Ecco a questo proposito ricordo una volta, quando ancora non ero così celebre, lui venne a trovarci a Genova e ci portò io e mia moglie con lui in macchina a Sanremo, dove doveva fare una serata, non il Festival. In auto lui chiedeva a mia moglie consigli su come avrebbe dovuto fare quella serata in una specie di inversione di ruoli rispetto al rapporto che c’era fra me e Pippo.

Cioè io chiedevo a Pippo spesso consigli sui miei spettacoli, mentre in quel caso Pippo faceva la mia parte, con mia moglie che faceva la parte di Pippo. Per altro mia moglie è sempre stata il mio primo giudice, lui lo sapeva e allora ne approfittava per chiedere stavolta a lei consigli. Pippo prima che un grande professionista è un grande amico ed ancora lo ringrazio di cuore.

Tullio Solenghi

Pippo Baudo