I Cervelloni, corsi e ricorsi della tv (anche in Moccia)
I Cervelloni… questi sconosciuti di una tv al riparo dalla pervasività del format. Sono passati ben tredici anni dal debutto Rai di uno dei varietà più avveniristici (a quei tempi) di mamma Rai. Trasmesso in diretta dal Teatro delle Vittorie, lo show era una gara tra inventori che ogni settimane si contendevano il titolo di
I Cervelloni… questi sconosciuti di una tv al riparo dalla pervasività del format. Sono passati ben tredici anni dal debutto Rai di uno dei varietà più avveniristici (a quei tempi) di mamma Rai.
Trasmesso in diretta dal Teatro delle Vittorie, lo show era una gara tra inventori che ogni settimane si contendevano il titolo di Cervellone proponendo le loro creazioni giudicate dal televoto. L’Archimede di turno aveva a disposizione una cabina per offrire il proprio brevetto, mentre il centralone ospitava le centraliniste che avevano il compito di raccogliere gli interventi del pubblico da casa.
Il programma era inevitabilmente legato da un rapporto di filiazione con Portobello, patriarca del genio inventivo in formato tv, e se ne differenziava solo per qualche variante apportata dall’ingrediente comico.
La prima edizione, al giovedì sera in otto puntate, vide alla conduzione Paolo Bonolis affiancato da Gene Gnocchi che, tuttavia, abbandonò il programma dopo qualche settimana.
A tal proposito, Aldo Grasso ha dichiarato che la l’allontamento di Gnocchi, causato da un ginocchio malato, si rivelò provvidenziale per la scarsa alchimia della coppia visto che quest’ultimo giocava la parte dello scettico-disincantato mentre Bonolis incarnava l’entusiasta, il cuor contento, mancando di quella verve sufficiente per competere con l’imbonitore per eccellenza Enzo Tortora.
Nel 1995 e nel 1996 lo show è stato riproposto al sabato sera con Wendy Windham (entrambe le edizioni di dieci puntate) per poi tornare nel 1998 con la new-entry Magalli e la conferma della Windham.
Si è più volte ricordato, di recente, che oltre a Marco Luci e Ugo Porcelli, tra gli autori de I Cervelloni spiccava il nome di Federico Moccia, oggi scrittore di successo grazie al fenomeno Tre metri sopra il cielo.
Tuttavia in pochi avranno colto, sull’onda della distrazione adolescenziale, che nel suo ultimo bestseller Ho voglia di te vi sono latenti allusioni metatelevisive a quell’esperienza vissuta in prima persona…
“Creare, manipolare, guadagnare… produrre e mietere ore e ore di televisione. Comunque vada, con idee nuove, vecchi format, scopiazzature qua e là, ma comunque trasmettere. In mille modi attraverso quel piccolo elettrodomestico che tutti abbiamo conosciuto appena nati. Lei, la tv, il nostro grande fratello, o come sorelle, la nostra piccola seconda mamma. O forse la prima e l’unica. Ci ha fatto compagnia, ci ha voluto bene, ci ha allattato di generazione in generazione, con lo stesso latte catodico, fresco, a lunga conservazione, andato a male…”
I riferimenti più o meno velati proseguono:
“Vieni, andiamo a vedere a che punto è il TdV. Ma come, non lo sai? Il Teatro delle Vittorie, tempio storico della televisione che fu… Scendiamo lì, nel palco. Oltre le sedie della platea, sotto il grande arco della galleria. Ed eccole lì. Al suono di una musica avvolgente. Le ballerine… Quanto amo la tv!”
A questo punto è impossibile sbagliarsi:
“Il programma è questo: una serie di persone comuni, dei veri e propri inventori, viene qui sul palcoscenico e mostra come ha risolto un piccolo o un grande problema della nostra società con una loro semplice intuizione. Noi li presentiamo, ci mettiamo il balletto intorno, ci costruiamo lo spettacolo sopra e loro mostrano l’idea che gli è venuta in mente con tanto di prototipo depositato. E’ semplice come programma ma credo che interessi alla gente. Non solo, ma quelli che presentano qui da noi le loro invenzioni hanno un trampolino di lancio con la tv che li può portare chissà dove. Possono fare soldi veri con le loro invenzioni. Guarda che è forte questo programma”.
Così forte da tornare in voga a dieci anni di distanza, con quel gusto del vintage rinvigorito dalla garanzia del format di importazione. E’ evidente, infatti, che la trasmissione l Cervelloni non è mai stata depositata perchè un giorno se ne rivendicassero i diritti di paternità e Colpo di Genio, il nuovo programma con Simona Ventura e Teo Teocoli, dovrà rifarsi a What’s the big idea di origini inglese, con una co-produzione Rai-Endemol.
Federico Moccia continuerà comunque a lavorarci su prendendo parte al team autorale.
E verrebbe da chiedergli se la storia di ricatti sessuali profilata sul suo libro, il cui impatto mediatico è stato oscurato dal protagonismo cinematografico di Scamarcio, sia una sorta di Vallettopoli ante litteram o una fictio romanzata ispirata a qualcosa di veramente accaduto ma su cui qualcuno, finora, ha taciuto. Che il Teatro delle Vittorie ne abbia viste tante già da un pezzo?