Homeland, i diplomatici del Pakistan contro la serie tv: Islamabad sembrerebbe una città piena di “sparatorie e bombe”
I diplomatici del Pakistan hanno accusato i produttori di Homeland di aver mostrato negativamente la città di Islamabad, come un luogo dove ci sono sempre sparatorie e bombe. Ma dalla produzione della serie tv non è arrivata nessuna replica
Problemi per Homeland, la cui quarta stagione è stata accusata dai diplomatici del Pakistan di rappresentare in maniera negativa il loro Paese. Girata a Città del Capo, in Sudafrica, la serie tv di Showtime porta la protagonista Carrie (Claire Danes) a lavorare per la stazione della Cia di Islamabad, affrontando terroristi aiutati da alcuni agenti della polizia.
La denuncia arriva da Nadeem Hotiana, portavoce dell’ambasciata pakistana, che al “The New York Post” ammette la delusione nei confronti della serie:
“Parlar male di un Paese è stato vicino ed alleato degli Stati Uniti… è un disservizio non solo per la sicurezza degli Stati Uniti ma anche per la sua gente”.
La lamentele, però, riguardano anche la rappresentazione di Islamabad, dove si svolge la maggior parte della quarta stagione. La città, secondo una fonte, non ne esce bene:
“Islamabad è una città tranquilla e pittoresca, dove ci sono bellissime montagne e vegetazione. In Homeland, è rappresentata come uno sporco buco infernale dove le sparatorie e le bombe circondano cadaveri. Nulla è più lontano dalla verità”.
Un’altra fonte, invece, denuncia la scarsa precisione nell’usare la lingua del Paese:
“I personaggi pakistani nello show parlano come gli americani vorrebbero che parlassero. Inoltre, quando parlano Urdu (lingua ufficiale del Pakistan, ndr) hanno un accento lontano da quello vero. E la connotazione di alcune parole Urdu sono fuori luogo”.
Insomma, secondo i diplomatici del Pakistan, i produttori dello show (la cui quarta stagione si è conclusa la settimana scorsa, con 1,9 milioni di telespettatori per l’ultima puntata, dal titolo “Long Time Coming”) non hanno fatto le dovute ricerche per essere più realisti, preferendo dare al pubblico un’immagine distorta e negativa di un Paese lontano da loro. Oltre a questo, l’insulto maggiore riguarderebbe l’aver rappresentato gli ufficiali del Paese complici dei terroristi, spiega una fonte:
“Insinuazioni ripetute che un agente della sicurezza sia complice nel difendere i terroristi a spese di civili innocenti non è solo assurdo ma anche un insulto ai sacrifici di migliaia di componenti del personale pakistano nella guerra contro il terrorismo. La nostra cultura accetta l’Occidente. Il Pakistan crede nel sistema democratico per votare i nostri presidenti. I pakistani non hanno mai accettato i dittatori che, nel passato, hanno governato il Paese, perchè hanno preso il controllo con obiettivi violenti”.
-Attenzione: spoiler. Non proseguite se non avete visto l’ultima puntata della quarta stagione-
Non solo: nell’ultimo episodio, Dar Adal (F. Murray Abraham) giustifica l’accordo con i talebani citando il Primo Ministro israeliano Begin e dicendo che “Begin ha ucciso novantuno soldati inglese al King David Hotel prima di diventare Primo Ministro”.
Herzl Makov, direttore del Centro dedicato a Begin, non ha gradito la battuta, come dice alla stampa israeliana:
“E’ una calunnia contro Begin e lo Stato di Israele. Dire ‘ha ucciso’, lui non era lì. La resistenza clandestina era sotto il suo comando, ed ha assunto la responsabilità. In più, furono dati tre avvertimenti agli inglese per evacuare ed i loro comandanti hanno rifiutato. Quindi c’è una drammatica differenza tra i due casi comparati.”
La produzione di Homeland non ha ancora replicato alle accuse, ma sicuramente la prossima stagione dovrà fare più attenzione se non vuole ottenere nuove polemiche di questo genere.