Homeland, anticipazioni sulla quarta stagione da Alex Gansa (che giustifica il finale della terza)
Alex Gansa, showrunner di Homeland, anticipa la quarta stagione della serie tv e spiega come si sia arriva al finale della terza, che ha stupito numerosi telespettatori della serie tv
-Attenzione: il seguente post contiene spoiler sull’ultima puntata della terza stagione di “Homeland”–
Il finale della terza stagione di “Homeland” ha spiazzato gran parte dei fan della serie tv. Lo show, rinnovato per una quarta stagione, sembrava volesse chiudere definitivamente le vicende raccontate, con un finale emotivamente d’impatto che è riuscito a risollevare le sorti di una terza stagione che era partita in sordina e che, nel corso delle puntate, è riuscita ad ingranare, sebbene alcune scelte non siano state apprezzate da tutti.
L’ultima puntata, però, ha ottenuto ottimo ascolti: l’episodio, dal titolo “The Star”, è stato visto da 2,4 milioni di telespettatori (2,9 milioni con la replica nella stessa serata), facendo diventare la serie tv la più vista di Showtime, con oltre sette milioni di telespettatori nel corso della settimana.
Ora, con il grosso colpo di scena del finale, per gli autori c’è la sfida di tenere il pubblico ancora incollato davanti al piccolo schermo. Alex Gansa, showrunner della serie tv, ha spiegato ad “Entertainment Weekly” i motivi per cui la terza stagione di “Homeland” sia finita così e cosa sta pensando per la quarta stagione.
Con un scelta che ha dell’incredibile, gli autori hanno deciso di far uscire di scena Brody (Damian Lewis), uno dei protagonisti della serie, impiccato a Tehran per l’omicidio di Danesh Akbari (Houshang Touzie) di fronte ad un pubblico in festa ed a Carrie (Claire Danes), che aveva provato a metterlo in salvo.
Gansa si rende conto che la decisione porta la serie tv a dover trovare nuove strade per poter essere ancora capace di raccontare grandi storie:
“Sembrava un finale di serie. Quando vedi la stella (che disegna Carrie, ndr) alla fine dell’episodio e capisci la relazione centrale dello show è finita, non c’è dubbio che lo show deve subire una reinvenzione o un reboot per la quarta stagione”.
Una decisione, che, spiega, si sapeva fin da quando ha iniziato a lavorare alla stagione:
“L’intera stagione è stata strutturata su questo finale. Non su Brody impiccato pubblicamente a Tehran, ma sapevamo che non sarebbe sopravvissuto. Il suo personaggio ha avuto una parte molto importante nello show. Il titolo del finale, ‘La stella’, ha pochi significati; è stato sicuramente una delle due stelle dello show. E perdere un personaggio di questo tipo è doloroso. Damian Lewis è un attore fenomenale, Brody è stato un personaggio centrale. E’ stata una decisione molto difficile che abbiamo voluto onorare e non unire ad altre cose. Per questo abbiamo realizzati i due episodi finali come sono andati in onda”.
Gansa apprezza anche l’appoggio del network, che ha capito le ragioni degli sceneggiatori:
“Sebbene pensassi sarebbero stati comprensibilmente esitanti su una mossa di questo genere, quando hanno sentito dagli autori che la storia doveva essere conclusa e che avevamo bisogno di andare avanti, penso che alla fine lo abbiano rispettato. Sono tremendamente grato per i loro rifiuti nella prima e nella seconda stagione. Penso che sia valsa la pena trovare un modo per poter chiudere la storyline di Brody”.
Gli autori non hanno ancora iniziato a lavorare alla quarta stagione, ma sanno su cosa potrebbero concentrarsi:
“Ciò che abbiamo in testa è la tentazione di mostrare Carrie che fa ciò per cui è stata addestrata, ovvere l’agente in una capitale straniera. Sembra un buon argomento da cui partire una discussione”.
La decisione di spostare Carrie ad Instanbul è dovuta a ragioni geopolitiche, e non solo:
“Solo per la vicinanza della Turchia all’Iran. c’è un confine di mezzo, e sarebbe più facile far scappare Javadi dalla sua postazione. Ed ho anche sentito che è una fantastica città nella quale poter girare. Credo sia molto interessante realizzare parte della stagione all’estero”.
Carrie, ovviamente, dovrà affrontare la maternità, uno dei temi centrali della prossima stagione:
“Questa questione sarà al primo posto quando ci riunieremo nella sala degli autori. Porterà la bambina ad Istanbul? La lascerà a suo padre?”
Tornerà, inoltre, Saul (Mandy Patinkin), sebbene nelle ultime scene della puntata il suo allontanarsi dalla Cia poteva sembrare un allontanamento permanente:
“Mandy Patinkin tornerà come regular. Ve lo posso dire al 100%. Sebbene non abbia più un lavoro a Langley, la Cia dà un sacco di lavoro in appalto a privati. Lui sarà in quel contesto. E’ ancora nell’ambiente dell’intelligence e la Cia potrebbe usare la sua immensa abilità ed intelligenza per qualche lavoro”.
Tra i personaggi che potrebbero tornare, anche Majid Javadi (Shaun Toub):
“Una delle cose più forti della serie è che il tempo passa da una stagione all’altra. Potremmo fare un salto temporale lungo o no. E tutte queste questioni subiranno degli effetti, ed una di queste è se Javadi tornerà e sarà un personaggio importante per la quarta stagione, o se Carrie dovrà affrontare nuovi ostacoli”.
Non torneranno come regular Morena Baccarin (Jessica) e Morgan Saylor (Dana). Gansa ammette che, sebbene Brody non faccia più parte della trama, per loro potrebbe esserci ancora spazio:
“Potrebbe esserci posto per loro in qualche episodio. Carrie potrebbe avere a che fare con una di loro per un motivo o per l’altro -la ragione principale potrebbe essere per informare loro su come è morto Brody, cosa che al momento è mantenuta nel segreto. L’ultima cosa che l’esercito della Rivoluzione o gli Ayatollah a Tehran vogliono sapere è che fosse un’operazione della Cia. Deve apparire come se Brody fosse fuori di sè quando ha ucciso Akbari. Deve essere la storia ufficiale cosiccè qualsiasi negoziazione di pace possa andare avanti”.
E Brody? Possibile che possa tornare attraverso qualche flashback o nei sogni della protagonista? L’autore non ne è molto convinto:
“Direi che è altamente impropabile. Ma mai dire mai”.
Chi non ha gradito la sua uscita di scena, quindi, può continuare a seguire la serie per capire che direzione prenderà, oppure abbandonarla. Gansa è consapevole che la scelta di far uscire Brody non è piaciuta a molti, e risponde così alle critiche:
“Vi direi questo: anche noi siamo tristi. Piangiamo non solo la scomparsa del personaggio, ma anche il fatto che un attore fenomenale, Damian Lewis, non sia più sui nostri set. Ma lo show deve andare avanti, con i suoi fan, anche se non tutti. Alcune persone vogliono una spy story, altre una storia d’amore, altre vogliono Dio sa cosa. Non soddisferemo tutti. Ed a noi è sembrata il momento giusto per far uscire di scena Brody. Potete vedere le sue presenze nell’ultima stagione come un testamento. Lo volevamo davanti alla telecamera fin quando avesse un significato”.