Ho vinto qualche cosa?
Di tanto in tanto, un blog televisivo dovrebbe anche occuparsi di “servizio pubblico”, guidando i lettori nei meandri della tv che spesso e volentieri passa in sordina. E’ quello che proviamo a fare oggi, segnalandovi un articolo davvero interessante pubblicato su Il Giornale. Premetto che quel che vi sto per segnalare “non è una truffa”,
Di tanto in tanto, un blog televisivo dovrebbe anche occuparsi di “servizio pubblico”, guidando i lettori nei meandri della tv che spesso e volentieri passa in sordina.
E’ quello che proviamo a fare oggi, segnalandovi un articolo davvero interessante pubblicato su Il Giornale.
Premetto che quel che vi sto per segnalare “non è una truffa”, ma un’iniziativa del tutto lecita che richiede soltanto un minimo di buonsenso.
Vi siete mai imbattuti, quest’estate come nelle altre passate, nei telequiz delle reti locali, che promettono lauti premi in cambio della risposta a giochini demenziali?
A quanto pare, è un costume diffuso e inevitabile, visto il disarmo dei palinsesti vacanzieri e la necessità dei canali regionali di riempire la programmazione vendendo spazi a costi abbordabili, tanto per rientrare nelle spese mensili.
Un giornalista del quotidiano sù menzionato, chiedendosi come mai nessuno riuscisse a indovinare chi canta Non ho l’età o quale misteriosa parolina si celasse dietro il labiale in video, ha ritenuto che “rimetterci” 15 euro, piuttosto che una perdita di soldi, potesse rivelarsi un buon investimento per un’inchiesta giornalistica.
Confidando in cuor suo che non ci fosse nessun trucco, ma solo del marketing strategico per sfruttare la voglia di telequiz degli italiani. Ma rimanendo già perplesso dal “vietato ai minorenni”, nonchè dalle mise delle presentatrici chiamate a intrattenere l’avventore di turno tra una telefonata e l’altra.
Esitazioni a parte, ecco a quale conclusione è giunto: digitando il numero della diretta, a rispondere non è una centralinista, ma una voce registrata che si sente a singhiozzo, dalla quale si evince di essersi imbattuti in una manifestazione a premi con vendita di loghi e suonerie. Aspettando in linea cinque secondi, si dichiara di aderire all’iniziativa, ottenendo il diritto di chiamare a un numero verde per scegliere 15 loghi e suonerie da farsi inviare gratis (o meglio, alla modica cifra di 15 euro della telefonata).
Allettati dalla promozione (in fondo, chi regala niente per niente?) si finisce per dimenticare la lauta vincita promessa in tv e comporre il numero magico per aggiudicarsi la suoneria del momento tra appena 10 canzoni (i loghi non sono già più contemplati). Prima ancora di poter esprimere la propria preferenza, la voce in linea richiede di digitare il proprio numero di cellulare, a cui viene inviato un messaggio che impone la connessione wap per scaricare la singola suoneria. Ecco le disperate conclusioni a cui giunge il nostro lungimirante partecipante:
“Del gioco per vincere la tv al plasma neppure un cenno in tutte le telefonate, di parlare con l’affascinante presentatrice neppure la speranza. Mi resta l’ultima carta. Ricordo che, tra le varie scritte apparse rapidamente in televisione, una faceva riferimento al regolamento del gioco sul sito. Ci vado immediatamente e trovo il regolamento, fiero di sapere al contrario di tante casalinghe e pensionati cosa significhi «puoi scaricare il regolamento in formato pdf – download». Leggo il regolamento e ci ripenso. Forse era meglio non riuscire ad aprirlo. Certe volte non fa piacere capire quello che si è fatto.”
Si dà il caso, infatti, che l’oggetto del servizio telefonico è la vendita di suonerie e loghi per telefoni cellulari. I ricchi premi ci sono, ma il diritto di provare a vincerli è stabilito da un sistema computerizzato che seleziona un dato numero di acquirenti fortunati (uno su cinquecento per il premio più basso). Tuttavia, è prevista nel contratto anche l’eventualità, nel caso in cui per un periodo prolungato non si smistino chiamate in diretta, di trasmettere telefonate virtuali a scopo meramente dimostrativo.
Tutto legale, insomma, visto che come nei migliori giochi a premi che si rispettino è anche prevista una società senza scopi di lucro a cui destinare i premi non ritirati (ma il suo nome non è specificato nel regolamento).
Chissà che, leggendo questo crudo responso, a qualcuno passi la voglia di provare per curiosità.
Perlomeno, chi volesse tentare la sorte, sa ciò che gli aspetta.
Mentre, chi si fosse sintonizzato su queste frequenze per deridere chi sbaglia il cantante di Gelato al cioccolato, dovrà fare meglio i suoi conti…