Hell’s Kitchen Italia 4, meno pathos (e più spot) nella seconda

Sta per cominciare Hell’s Kitchen Italia.

Primo risveglio nel loft a suon di fischietti e tutti di corsa in cucina.

Per creare il meccanismo di squadra perfetto Cracco ha un trucco. Che scopriamo dopo la pubblicità.

La prima volta della sigla per questa quarta edizione: sigla da fumetto-western.

Si gioca a dadi: ogni squadra tira il dado, su cui ci sono delle lettere; bisogna scegliere un ingrediente che inizia per quella lettera. Con quello che dicono bisogna fare un solo piatto.

Primi due lanci: i blu scelgono Origano e Timo, le rosse Salmone e Zucca… Per me è un esercizio di intelligenza. I maschi sono arrivati a 4 prima di avere una proteina.

Alla fine le Rosse completano con Zucchero; Lattughino, dentice (che vogliono frullare), limone, mentre i Maschi continuano con San Pietro (che gli uomini vogliono ridurre a un ragù), garganelli e ostriche (che vogliono pure marinare).

A Lorenzo manca la sua mortadella: ci pensa Chef Cracco a portargli la merendina. E pare che su Lorenzo abbia l’effetto degli spinaci di Braccio di Ferro.

Cracco assaggia con i suoi sous-chef. Il piatto Rosso non convince per niente.

Abbiamo capito che Lorenzo vi piace, autori, ma non si può fare tutto su di lui.

Idea buona ma realizzazione poco riuscita. Tommaso, meno drammi per favore.

I migliori sono i Blu. Tutti vanno al Servizio. Per le Rosse prova individuale.

28 ingredienti tra cui scegliere, 4 da prendere facendo praticamente a cazzotti le avversarie.

Ma non è finita: possono scambiare un ingrediente con uno di un avversario.

Federica non conosce l’ossobuco. Perché lo chiamano Ossobue?

Con gli ingredienti raccolti vanno a preparare il proprio piatto. Erika sceglie consapevolmente il polline per il colore… Beh, lei è una fashion chef, eh. Si vede dal cappellino…

Cracco si è costruito un momento ‘banchi’ anche a Hell’s Kitchen. A Erika, che gli ha spiegato il piatto, dice: “O è un capolavoro o è un suicidio”.

Manca l’uovo in camicia di Federica…

“Ho buttato la salsa come LAMMERDA…”
In effetti, Federica…

Bello e buono l’ossobuco di Marta che si becca anche un ‘brava’ da Cracco.

Ecco il ‘Pollock’ della fashion chef. Brutto eh. Ma sorprende Chef Cracco. Non riesce a crederci nessuno.

Salva anche Natasha, mentre per i tre tobinambur ai Caraibi della Vegana Monica è senza senso, “immangiabile” dice Cracco.

40 minuti per fare un crudo di gallinella, grattare un po’ di bottarga e friggere due foglie: Enza sta per prendere il posto nel cerchio di fuoco del peggiore, ma lo scopriremo dopo la pubblicità.

Resta Monica nel cerchio di fuoco ed è lei ad andare direttamente al Duello Fìnale col peggiore del servizio.

Per far uscire le magagne della squadra, Sybil va nel loft a chiedere a tutte di dare due aggettivi alle altre. Lo spirito di squadra sale alle stelle, eh.

Si va in cucina per preparare la linea per il servizio finale. Enza, accusata di essere una codarda da Federica, prende un po’ le redini della linea.

I Blu questa volta sembrano più armonici.

Cracco non assegna gerarchie solo partite, lascia liberi i concorrenti di autogestirsi in ogni settore. Federica ed Enza sono insieme alla partita dei primi… scintille.

Arriva Fabio Capello e gli uomini si emozionano. Neanche Belen avrebbe avuto la stessa accoglienza. “Ricordatevi, chi grida alla sfortuna è un perdente”.

Arrivano le prime comande: la serata è iniziata.

“Occhio ai particolari, non esiste ‘Non me ne sono accorto'” dice Capello. Perfetto anche in cucina.

Ragazze un po’ a cazzeggio in cucina. “Non siete in gita scolastica” le riprende lo chef.

Le rosse sono rimaste al palo con le capesante. E Cracco cambia la partita: per far ripartire gli antipasti chiama Federica e manda Erica, e il suo cerchietto, ai primi.

Servizio con poco pathos, comunque. Anche Capello è sconsolato davanti al filetto mezzo crudo di Lorenzo.

Torna indietro un pesce, crudo, fatto da Luiz. Cracco si infuria ma neanche tanto.

Enza presenta un piatto di pasta a Capello, ma non lo assaggia prima: mancano i fondamentali.

Torna indietro anche un filetto crudo nella cucina Blu. Questo lo ha fatto male Lorenzo.

Cracco come reagisce? Chiedendo al suo sous-chef di preparare della mortadella, Ma che davero?

In cucina Rossa, invece, Erica fa vedere come si fa un burpees. No vabbè.

I Blu terminano il servizio: Capello loda la loro volontà di far bene.

Terminano anche le Rosse, ma Capello le valuta come una squadra amatoriale del sabato pomeriggio.

Siamo alla valutazione dello chef. Nessun vincitore: tutte e due le squadre devono proporre un nominato.

Le Rosse mandano Marta, i Blu scelgono Luiz. Chi sfiderà Monica? Dopo la pubblicità (ancora)

Cracco sceglie Marta, perché ha bloccato tutta una squadra. Luiz non deve stare tranquillo: un altro errore come quello di oggi ed esce per direttissima.

Duello finale tra Marta e Monica: le Rosse hanno un obiettivo, far fuori la vegana.

E siamo al duello finale. Devono fare una omelette. Monica non l’ha mai fatta.

Cracco mostra la sua di omelette, farcita con le ostrice. Questa volta fa proprio una dimostrazione di come si fa.

Adesso le concorrenti devono fare la propria omelette in 10 minuti. Nel loft si inizia a temere che Monica possa battere Marta, che è la migliore della squadra Rossa.

Cracco ne prepara un’altra, mentre le due chef non sanno come farla. E non è semplice.

Cracco va all’assaggio di quella di Marta, con spinaci, formaggio e olive taggiasche.

Quella di Monica è semplice, senza farciture, ma non rotta e non colorata. Cottura abbastanza buona, dice Cracco.

Si torna n cucina per il verdetto. Monica ha fatto un’omelette liscia non avendola mai fatta prima, Marta ha azzardato, ma l’ha chiusa male.

“Sono proprio disorientato, non me l’aspettavo proprio” dice Cracco prima di cacciare Marta dalla cucina di Hell’s Kitchen. Bel twist.

L’eliminazione di Marta dimostra che la strategia in cucina non serve: bisogna saper fare. Mi spiace per Marta, ma la troppa sicurezza ha tirato un brutto scherzo a tutte. Ed è una lezione.

E la prossima volta c’è Fortunato Cerlino – Don Pietro Savastano – a spingere gli chef ad avere “più cazzimma”.