Helena e Glory, su Raiuno l’ultimo film-tv di Mai per amore
Su Raiuno Helena e Glory, il quarto ed ultimo film-tv di Mai per amore sul racket della prostituzione con Barbora Bobulova ed Esther Ortega
Con “Helena e Glory”, il film-tv in onda stasera alle 21:10 su Raiuno, si chiude il ciclo di “Mai per amore”, che con quattro film ha portato in tv un tema difficile ma che necessita di essere conosciuto come la violenza sulle donne. A produrre, anche questa volta, Raifiction e Ciao Ragazzi. La sceneggiatura è stata scritta da Andrea Purgatori ed Angelo Pasquini, per la regia di Marco Pontecorvo.
Il film tratta il tema del racket della prostituzione, raccontando di due donne tanto diverse quanto unite: Helena (Barbora Bobulova) e Glory (Esther Ortega). Quest’ultima è una prostituta libera, arrivata in Italia con l’idea di fare velocemente soldi da mandare nel suo Paese, dove deve far fronte ad un debito e mantenere la famiglia. Nonostante il suo dramma, è una donna esuberante e sempre allegra.
Helena, invece, è costretta alla strada da Cristian (Vanni Bramati), che è anche padre di suo figlio. Riservata e diffidente, il suo sogno è quello di non doversi più prostituire. Ad aiutarla nella ribellione, sarà Glory, che farà fare alla donna un percorso di consapevolezza della propria autonomia e che la porterà a rendersi conto che può avere di meglio.
Helena e Glory
Inizia così il tentativo, delle due, di uscire dal mondo della prostituzione, aiutate dal commissario Brandini (Thomas Trabacchi). Per loro, però, non sarà facile liberarsi dai loschi personaggi che vedono ogni giorno. Saranno molti gli ostacoli, così come i rischi di non farcela.
Un film, questo, che va a parlare di un tema ampiamente conosciuto ma contro cui si combatte poco: le donne coinvolte nella tratta della prostituzione nel nostro Paese sono tra le 19 e le 26 mila, “fruttando” tra i due ed i sei miliardi di euro. Oltre settanta mila, invece, le prostitute, di cui il 20% minorenni, nove milioni, infine, i clienti.
“Helena e Glory” sfrutta il genere giallo, e quindi la finzione del racconto, per raccontare un tema, purtroppo, reale:
“Far convivere questi due generi, le loro regole e ritmi diversi è stata una delle problematiche che abbiamo affrontato sia con Pasquini e Purgatori, che firmano la sceneggiatura, sia in fase di riprese. Ho cercato di non rendere mai la situazione melodrammatica, ma di fare un film vero su personaggi veri con problemi e sentimenti veri e quindi di evitare la sola rappresentazione di quest’ultimi.”
Il film chiude un ciclo necessario, che non ha brillato negli ascolti, ma che ha dimostrato (seppur con qualche pecca) che la fiction italiana può avere anche uno scopo civile, capace di raccontare l’attualità con storie realistiche ed un cast all’altezza.