Home Notizie GURU: la tv? festa gay e macismo da casa…

GURU: la tv? festa gay e macismo da casa…

Non so dove ho letto che la “gayzzazione” sta prendendo piede in tv. Tutto ruoterebbe intorno al dono di una rosa da parte di Bonolis a Signorini in un reality. Curioso. Siamo nel 201o e qualcuno si accorge che una insidia- o presentata come tale, si suppone- si stia infilando nei programmi e forse, non

pubblicato 11 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 17:44


Non so dove ho letto che la “gayzzazione” sta prendendo piede in tv. Tutto ruoterebbe intorno al dono di una rosa da parte di Bonolis a Signorini in un reality. Curioso. Siamo nel 201o e qualcuno si accorge che una insidia- o presentata come tale, si suppone- si stia infilando nei programmi e forse, non so, non saprei, rappresenta un vero pericolo appena corretto dal fatto che nei televoto, da casa, sembra prevalere il macismo.

Al netto dell’ironia e delle sensibilità personali per certe tematiche (che toccano qualcuno personalmente, chissà) si può osservare che l’annuncio o la denuncia della “gayzzazione” sia un invito a pensare, al di là di un fatto oggettivo (?).

Cos’è ?E’ un modo per mettere in guardia pubblico e dirigenti tv? Come dire: attenti, ragazzi e ragazze, a qualcosa che fino ad ieri non passava tanto facilmente, anzi: la tematica gay o omo sul piccolo schermo; attenti, si profila una tendenza pericolosa relativamente alleviata (?) dalla circolazione di un sentimento macista nel paese.

Come dire: qui gli omo, i gay, e naturalmente di conseguenza i froci, le checche, e così via stanno occupando posizioni su posizioni nei massmedia. Vade retro satana. Le simpatie maciste potrebbero contrastare nella società la tendenza stessa. Ma.

Siccome i massmedia sono obiettivamente più forti, chi frena l’ondata di gayzzazione?

Io non so rispondere alla domanda; e non so dire se la “gayzzazione” è confermata e così diffusa. Fuori le statistiche. So però che la storia del teatro, del varietà e del cinema è sempre stata segnata dal gioco delle trasformazioni. Dalla “zia di Carlo”, celebre commedia inglese recitata nelle parrocchie, a Lino Banfi che sul video fa una irresistibile interpretazioni di Carmen Miranda, questo gioco del maschio che si veste da donna, dell’omosessuale che diventa una star del varietà (ricordate “Il vizietto”?), è uno degli spassi dello spettacolo, una proposta spesso amabile e spiritosa sui “transiti di genere”, tra i generi.

Roba d’altri tempi, roba che aggiorna vecchi spassi e che comunque, oggi più diffusa e forse sdoganata per caso dai divieti delle tv sessuofobiche, presenta un atteggiamento nuovo. Ovvero, nel panorama televisivo fanno capolino persone, personaggi, spassi e giochi in cui viene fuori una fatto : essere gay non è ridicolo, è una realtà come altre, una realtà che fa ancora fatica ad essere accettata; che è o non è una scelta,ma è comunque un modo di essere e di vivere che chiama rispetto, e comincia a ottenerlo. La violenza contro i gay non è finita, anzi. Come non finisce la violenza sulle donne.
“Gayzzazione in tv”…va letta come un espediente per dire: al lupo al lupo?
Italo Moscati