Ci vorrà tempo per abituarsi a Guess my age senza la conduzione di Enrico Papi, che aveva fatto del programma un abito che indossava a pennello. Max Giusti non fa rimpiangere il precedente padrone di casa del game show di Tv8, ma in maniera del tutto naturale mostra la necessità di tempo per inserirsi all’interno di un nuovo contesto.
Giusti, probabilmente, non è aiutato neanche dal fatto che all’interno del programma siano state apportate diverse modifiche nel meccanismo di gioco, che rendono necessarie, almeno nella prima puntata, ripetute spiegazioni che rischiano di appesantire il programma e di fargli perdere ritmo e dinamicità. Essendo Guess my age una macchina ben rodata, si poteva permettere al nuovo conducente di ambientarsi, senza andare a toccare il resto della carrozzeria.
Evidentemente è prevalsa però la volontà di segnare maggiormente una discontinuità rispetto alle passate edizioni, discontinuità che sarebbe stata comunque ben evidente grazie al cambio di conduzione. Le novità introdotte, come la scelta randomica degli indizi, non sembrano aggiungere molto al format, che, come ha ricordato Giusti nell’intervista rilasciata a TvBlog, ha la sua forza nella semplicità della domanda di fondo che lo regge.
Ad affiancare il primo concorrente di questa quinta edizione è stata Diletta Leotta, che di fronte al secondo sconosciuto, Roberto Pruzzo, è parsa parecchio disorientata, probabilmente non riconoscendo l’ex calciatore della Roma (lei si è giustificata dicendo che era rimasta stupita dall’inginocchiamento di Max Giusti). La presenza della Leotta fornisce poi il pretesto per fare suonare la chitarra e intonare una serenata al concorrente Giuseppe. Nulla di particolarmente originale, nonostante la conduttrice dice che è la prima volta che ne riceve una.
Quello della serenata è però uno dei pochi momenti fuori dallo schema della trasmissione, e per fortuna verrebbe da dire. Anche Guess my age, come altre trasmissioni frutto di adattamento di format internazionali, rasenta, infatti, il rischio di andare a sbrodolare nella durata e nei contenuti, riuscendo almeno nel secondo caso a mantenere la barra piuttosto dritta.
Per Giusti sarà necessario un periodo di rodaggio, dopo il quale sicuramente dimostrerà una maggior famigliarità con il programma e i suoi meccanismi: in fondo il conduttore romano è un veterano dell’access prime time e con questa nuova esperienza potrà solo che maturare ed eventualmente dimostrare una maggior completezza professionale. La stessa fortunata sorte la si augura ovviamente anche al programma, che questa sera, dopo anni, è parso imballato e disarmonico.
E forse una correlazione fra la prestazione non esaltante di Max Giusti e la resa della trasmissione c’è.