La BBC è tornata in Russia. Cosa farà la Rai?
Mentre la BBC ha già deciso di riprendere il proprio lavoro in Russia, è arrivato in Italia il corrispondente Rai da Mosca Sergio Paini.
È durata meno di quattro giorni l’interruzione temporanea del lavoro in Russia da parte della BBC. La decisione, arrivata dopo l’approvazione da parte del parlamento di una legge che prevede una pena massima di quindici anni per chi diffonde “notizie false” per il Cremlino (e di conseguenza per tutti coloro che non si allineano alla propaganda di Putin), è rimasta in vigore fino allo scorso martedì, quando l’emittente britannica con una nota stampa ha comunicato la volontà di interrompere lo stop:
Abbiamo considerato le implicazioni della nuova normativa insieme all’urgente necessità di fare reportage dall’interno della Russia. Dopo un’attenta deliberazione abbiamo deciso di riprendere questa sera (martedì 8 marzo) il racconto giornalistico in lingua inglese, dopo che era stato temporaneamente sospeso alla fine della scorsa settimana. Racconteremo questa cruciale parte della storia in maniera indipendente ed imparziale, aderendo ai rigidi standard editoriali della BBC. La sicurezza dei nostri dipendenti in Russia rimane la priorità numero uno.
Oggi è stata poi annunciata la nomina a Russia Editor di Steve Rosenberg, già corrispondente da Mosca, dopo aver ricoperto in passato anche il ruolo di corrispondente da Berlino. Le prime parole da Russia Editor di Rosenberg sottolineano proprio la complessità del lavoro che si sta svolgendo in questi giorni nel paese guidato da Vladimir Putin:
Fare giornalismo dalla Russia è diventato impegnativo, per non dire altro. Ma è più importante che mai riferire e analizzare ciò che sta accadendo qui, perché ha delle conseguenze per il mondo intero.
La Rai, che sabato scorso ha preso una decisione analoga a quella della BBC, ha visto il rientro in Italia, oltre che degli inviati presenti in Russia, anche del corrispondente Sergio Paini, che oggi ha partecipato sia allo speciale mattutino del Tg1 sia a quello pomeridiano del Tg3. Bisognerà capire se ora potrebbe cambiare qualcosa anche per il servizio pubblico italiano. Intervistato da noi due giorni fa, Giammarco Sicuro, uno dei quattro inviati Rai evacuati dalla Russia, ha raccontato il dispiacere da cronista di non poter raccontare sul campo quanto sta avvenendo:
Noi eravamo disponibili a continuare anche con i rischi che correvamo perché mi dispiace ora, visto anche quello che continuiamo a ricevere dai nostri collaboratori in Russia, non poter dare una voce più indipendente rispetto alla propaganda russa.
Che presto anche la Rai possa riprendere il lavoro dalla Russia? Non ci sono elementi al momento per dirlo, ma forse non si tratta di un’ipotesi così remota visto il caso BBC.