Grillo ricuce con Mentana, niente querela per diffamazione
Il leader del M5S prova a ricucire con il direttore del TgLa7 che ieri aveva annunciato l’intenzione di querelarlo diffamazione
UPDATE 13.20
Ecco l’attesa contro-replica di Enrico Mentana. Anche stavolta via Facebook. Il direttore del TgLa7 annuncia la rinuncia alla querela per diffamazione nei confronti di Beppe Grillo:
So che gli amanti del sangue social vorrebbero che lo scontro andasse avanti fino alle estreme conseguenze, e del resto su Twitter sta proseguendo nei miei confronti il trattamento che potrete verificare, da parte di tanti pasdaran che forse non aspettavano altro. Ma la rettifica (chiamiamola così) del m5s fa obiettivamente venir meno gli estremi per un passo giudiziario. Mi sono mosso per difendere la reputazione del tg che dirigo da un’accusa grossolana e infamante per qualunque testata, e sicuramente del tutto fuori luogo per il Tgla7. Non me ne frega niente di “fare il fenomeno”. Il mio campo è quello della libera e corretta informazione, non quello delle gare tra forzuti della politica o del web. Anche in queste 24 ore ho avuto a cuore che le notizie politiche del mio tg fossero sine ira et studio nei confronti di tutti, come è sempre stato. So che si scriverà che Grillo ha avuto paura della querela, che io ho avuto paura di perdere i telespettatori grillini, etc. Chissene, per quel che mi riguarda. Fuori dalla querelle legale resta un giudizio da parte mia duramente critico per l’idea delle giurie popolari: ai più ilari ricordano il festival di Sanremo, ai più preoccupati la Cina della Rivoluzione Culturale. Per me è solo un’idea sballata, concettualmente e fattualmente: anche il m5s ha scelto uomini suoi, e non, quando si è trattato di indicare la guida della commissione parlamentare di vigilanza o un consigliere di amministrazione Rai, seguendo criteri di competenza. Nessuno ha diritto a essere legibus solutus, ma gli organismi di garanzia non possono mai essere tribunali del popolo. Comunque, viva il libero confronto senza anatemi e liste di proscrizione.
Un ultimo pensiero per i dettaglianti del veleno via web: la tonnellata di tweet infamanti (nelle intenzioni) sono riusciti a isolare, al di là degli insulti a prescindere, solo tre gravi macchie. Il 77esimo posto dell’Italia, la cui responsabilità grava evidentemente sulle mie spalle. Un vecchio tweet di Enrico Letta, che avrei avuto l’incoerenza di non querelare. E il fatto che il primo dei miei quattro figli (29 anni) è iscritto al Pd. Prove schiaccianti, direi. Come simulazione di giuria popolare poteva andare peggio.
So che gli amanti del sangue social vorrebbero che lo scontro andasse avanti fino alle estreme conseguenze, e del resto…
Pubblicato da Enrico Mentana su Mercoledì 4 gennaio 2017
Grillo dopo querela di Mentana: “Logo TgLa7 inserito solo per par condicio, direttore, non se la prenda”
Beppe Grillo risponde a Enrico Mentana in un post scriptum di un articolo pubblicato oggi sul suo blog (a firma generica Movimento 5 Stelle) Ieri il direttore del TgLa7 aveva annunciato querela nei confronti del leader del Movimento 5 Stelle per diffamazione dopo che il logo della sua testata era stato inserito in un fotomontaggio in apertura del post dal titolo “Giornali e tg che sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il Potere a chi lo detiene“.
Ieri Mentana si è risentito per il fatto che il logo del suo Tg fosse presente nell’immagine del post che denunciava le bufale dei media italiani. Non se la prenda direttore, è stato fatto per “par condicio” per non far sfigurare troppo i suoi colleghi. E inoltre si trattava di una denuncia politica per criticare il sistema mediatico nel suo complesso. Le auguriamo di continuare a fare informazione che sia rispettosa della verità e dei cittadini ancora a lungo.
Insomma, da parte del comico un vero e proprio tentativo di ricucire i rapporti con Mentana. Si attende ora la contro-replica del giornalista.