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Grey’s anatomy è in crisi?

Attenzione: il post che segue contiene riferimenti alla sesta stagione di “Grey’s anatomy”. Non proseguite nella lettura se non avete ancora visto i nuovi episodi.Cosa sta succedendo a “Grey’s anatomy”? Una delle serie più popolari di questi anni, capace di dare del filo fa torcere a capisaldi come “Csi” ed entrata ormai nell’immaginario collettivo di

pubblicato 6 Aprile 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 17:18

Attenzione: il post che segue contiene riferimenti alla sesta stagione di “Grey’s anatomy”. Non proseguite nella lettura se non avete ancora visto i nuovi episodi.

Cosa sta succedendo a “Grey’s anatomy”? Una delle serie più popolari di questi anni, capace di dare del filo fa torcere a capisaldi come “Csi” ed entrata ormai nell’immaginario collettivo di molti come l’erede di “Er” (e da oggi in replica alle 10:35 su Italia 1), in questi ultimi mesi sta riscontrando dei sintomi non molto rassicuranti sul suo stato di salute.

Non ci riferiamo solo agli ascolti, in netto calo nelle ultime settimane (dai 17 milioni della season premiere s’è arrivati, giovedì, a 9,7 milioni, record negativo storico della serie) e che sottolineano una certa stanchezza da parte del pubblico, ma anche ad alcune scelte fatta da autori e cast che hanno portato il medical drama sotto i fuochi della critica e dell’abbandono da parte di molti telespettatori.

Cominciamo dal cast: per una Ellen Pompeo decisa a restare sul set anche durante le ultime settimane della sua gravidanza (costringendo gli sceneggiatori ad una storyline che la vede a letto per numerose puntate) pur di non perdere il trono di “protagonista” assoluta -trono che in realtà sembra aver perso da qualche anno a questa parte-, l’inizio di stagione è stato segnato dall’abbandono definitivo di T.R. Knight (O’ Malley), il cui personaggio è stato fatto morire senza indugi nei primi minuti della prima puntata.

Grey’s anatomy 6
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Il motivo di quest’uscita di scena, secondo alcune voci, sarebbe nel poco spazio dato al suo personaggio, a favore invece di altri come Izzie Stevens, la cui interprete (sempre più discussa dai media americani) Katherine Heigl, dopo un tira e molla durato mesi ha prima detto sì alla richiesta di rimanere sul set, per poi ripensarci ed uscire definitivamente nelle scorse settimane.

Le ragioni? La Heigl è da poco diventata mamma adottiva, e vuole godersi il nuovo status senza le levatacce ed il duro lavoro -così almeno lo riteneva lei- che uno show così importante richiede. Il risultato, ovvero due membri principali fuori nel giro di pochi mesi, ha inevitabilmente costretto Shonda Rhimes e soci a rivalutare gli altri ruoli, prendendo scelte non sempre azzeccate.

In effetti, dal medical drama si sta passando alla soap d’opera ad alto budget, con amori, tradimenti e scene di sesso che rendono imbarazzante la visione di certi episodi anche al fan più accanito. I tempi del telefilm “erede di Er”, insomma, sono finiti: tra nuovi personaggi che arrivano all’improvviso e dialoghi che sanno di parodia di sè stesso, qui sembra di assistere alla versione Usa de “Gli occhi del cuore”.

Prendete, ad esempio, il Dr. Sloane (Eric Dane), che si scopre improvvisamente padre di una diciottenne incinta, per la quale mette improvvisamente la testa a posto, portandola anche dalla collega/ex amante (anche se il ritorno di fiamma ci sarà) Addison in un crossover con “Private Practice”, rinunciando così alla sua storia con la sorella di Meredith, Lexie (Chyler Leigh). Un personaggio snaturato, senza un’evoluzione che possa giustificarne il cambiamento, a favore di un colpo di scena tanto forzato quanto ridicolo agli occhi di uno dei personaggi più divertenti della serie.

Derek (Patrick Dempsey), invece, si ritrova diviso tra l’amore -il famoso post-it con cui lui e Meredith si sposano alla fine della quinta stagione viene citato così tante volte che viene voglia di non lasciare più appunti appiccicati per casa- ed il lavoro, grazie al nuovo incarico di Primario di chirurgia. Un ruolo strappato all’ex Capo Richard (James Pickens Jr.), scoperto nuovamente in preda ai fumi dell’alcool. Derek sembra ormai un personaggio che va avanti per inerzia, le cui azioni sanno di prevedibile e che si è così tanto addolcito negli anni che anche gli episodi a lui dedicati ormai sembrano la trama di una pubblicità della Gillette.

Non va tanto meglio a Justin Chambers (Alex), il cui destino è stato legato, nelle scorse settimane, alla decisione di restare o no della Heigl: ora che i giochi sono fatti ci auguriamo per lui una ripresa immediata. A proposito di riprese, speriamo che l’ultimo arrivato Owen (Kevin McKidd) esca una volta per tutte dal vortice di sofferenza e tormento che sembra angosciarlo in ogni espressione e si dia da fare per conquistare il titolo di “medico più credibile del Seattle Grace”.

Sul fronte femminile, le cose non vanno meglio: se la Bailey (Chandra Wilson), madre single devota al lavoro, si ricorderà giusto quel paio di volte di essere una donna per poi tornare nell’ombra dei protagonisti patinati, la Torres (Sara Ramírez) da brava ortopedica è diventata un’adolescente alle prime armi con le gioie e le incomprensioni del secondo amore lesbo: per fortuna la sua nuova compagnia Arizona (Jessica Capshaw), per ora, sa ben equilibrare ironia e sensibilità.

L’unico personaggio storico che si salva sembra essere Christina (Sandra Oh), finalmente tornata in corsa per il premio di “migliore bastarda adorabile” dello show. La sua continua ad essere un’esistenza nella quale la gioia è un traguardo così lontano quanto poco interessante, lungo una strada fatta di ostacoli, un fidanzato in terapia e l’arrivo di una dottoressa modello, innamorata di Owen (la Altman, interpetata da Kim Raver), che ci ricorderà quanto Christina ami il suo lavoro. Disposta a “scambiare” il suo fidanzato con gli insegnamenti della nuova arrivata, il personaggio dello Oh è l’unico che negli anni non si è perso nel caos di trame e situazioni scritte a volte per allungare il brodo, altre per necessità di contratto.

Il resto non sembra più essere il “Grey’s anatomy” che conosciamo. Ha fatto bene Kate Walsh ad accettare uno show tutto suo, quel “Private Practice” che però si sta facendo contagiare della stessa sindrome di cui soffre la serie originale, ovvero la “telenovelite acuta”: sembra che Shonda Rhimes si sia lasciata troppo andare ai sentimenti ed alle finte oscenità, dimenticandosi dell’imponta originale della serie.

Con un contratto che lo lega alla Abc per altri due anni, “Grey’s anatomy” ora si trova ad un bivio: accettare il declino e trasformarsi in una soap ospedaliera a tutto tondo (con sempre meno casi di puntata e più attenzione alle camere da letto dei protagonisti) o rialzarsi in piedi, fare piazza pulita di quegli elementi piazzati per dare un senso più alle stagioni future che a quella presente (leggasi: i nuovi personaggi proveniente dall’ospedale concorrente, unitosi al Seattle Grace) e dimostrarci che l’anatomia di Grey e del suo show sono ancora in buona salute.



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