Gregorio Paolini su TvBlog: “Ho riesumato Manuel Franjo e I Ragazzi della 3a C a Tutti Pazzi per la Tele”
Vi proponiamo la seconda e ultima parte (qui la prima) della piacevolissima chiacchierata con Gregorio Paolini, uno degli addetti ai lavori più imprevedibili della tv. Ci ha svelato in anteprima alcuni ospiti di Tutti Pazzi per la Tele, per poi parlare a ruota libera delle altre sue creature Rai, Tintoria e Pirati (che distingue accuratamente
Vi proponiamo la seconda e ultima parte (qui la prima) della piacevolissima chiacchierata con Gregorio Paolini, uno degli addetti ai lavori più imprevedibili della tv. Ci ha svelato in anteprima alcuni ospiti di Tutti Pazzi per la Tele, per poi parlare a ruota libera delle altre sue creature Rai, Tintoria e Pirati (che distingue accuratamente da Lucignolo) E, soprattutto, lui è l’unico in grado di risolvere un enigma cruciale: che fine ha fatto la sua dolce metà, Simonetta Martone? Lo ringraziamo ancora per la sua ironia e semplicità, tipica di chi non le manda a dire. Allo stesso Pistarino, reo di chiamarlo al cellulare per proporgli 90 battute su 100 non riuscite, mentre le rimanenti 10 possono andare.
Come si lavora con Antonella Clerici?
La Clerici è molto intelligente come professionalità. Se riesce a imparare il copione e stracciarlo è meglio, lei lo sa che non bisogna recitare mai. Se prendi un personaggio come il povero Funari, gli hanno scritto un copione e non era più Funari (si riferisce ad Apocalypse show ndr).
Svelaci qualche piccolo segreto. A Tutti Pazzi per la Tele ripescherete qualche meteora per la gioia di noi spettatori?
Certo, ci saranno personaggi che tornano. Per esempio quando vedi la sigla di Fantastico la Cuccarini girava intorno a un ballerino capellone, Manuel Franjo. Era sparito, noi l’abbiamo recuperato e lo vedrete in studio a ballare con lei. Ora ha un negozio di scarpe a Manhattan. Poi faremo venire anche i ragazzi di padre Tobia, uno sceneggiato per ragazzi. E li metteremo a confronto con I Ragazzi della 3a C. Così assisterete a una sfida tra anni ’60 e anni ’80.
Hai una casa di produzione tutta tua, la Hangar, ma ora ti trovi a lavorare per la Endemol. Come prende forma questa sinergia e continuerai a realizzare tue produzioni?
Io continuo a fare i miei programmi con l’Hangar, ora ne partono di nuovi. La mia è una consulenza a Endemol, garantisco oltre alla mia prestazione una serie di altre piccole collaborazioni. Io non sono interessato né posso prendermi sulle spalle grandi programmi di prime time. Loro sono una grande società. La mia società l’ho sempre concepita come un mio gruppo di lavoro e una sede creativa. L’importante è che io riesca a mantenere un ruolo creativo e a sviluppare un gruppo di lavoro che lavora su questo. La mia è come un’agenzia nei confronti di una società di produzione. Non a caso sto parlando con Freccero per cose nuove su Rai4.
Tu nasci come creativo tv ma un bel giorno ti sei dovuto adattare alla tv dei format. Come hai vissuto questo passaggio?
Quando mi sono occupato di format, vedi Cronache Marziane, sono sempre stati più formule che format. Ci sono format molto formattati – meccanismi molto blindati – e format che possono essere adattati. Io sono in grado di lavorare su questo secondo tipo. Il format su cui è scritto già tutto mi renderebbe inutile, devi solo riempire delle caselle, è più facile, non chiamano neanche me (ridacchia ndr).
Tra le tue ultime creazioni c’è Pirati. Avrà un futuro? Qualcuno ti ha accusato di copiare Lucignolo, ma a me è sembrato di ritrovare la tua solita cifra, forse un po’ esasperata…
Pirati è andato bene, è andato sopra il 9% di share, che per Raidue in seconda serata è tanto. E’ molto più della media di rete. Io credo che lo rifaremo, non so ancora quando. Di Lucignolo aveva poco. Lucignolo quand’è partito ha copiato alcune cose che avevamo fatto. A Lucignolo andare per le case di Napoli a chiedere di affittare una casa all’autore di Gomorra non l’ho ancora visto. E il linguaggio mi sembrava diverso. C’era il gioco, sì, degli inviati. Però Lucignolo è uno che arriva in Costa Smeralda e dice ‘finalmente anch’io’. Il pirata arriva e dice ‘guarda questi’. C’è un’alterità: Pirati riprende la sua barca e se ne va. Lucignolo è quello che è scappato di scuola e dice ‘finalmente ah che bello’. Se poi trova anche qualcuno da arenare è felice. Non mi sembra lo stesso mondo.
Toglimi una curiosità del tutto personale (premesso che interesserà solo a me perché mi ha battezzato come blogger). Si può sapere perché Quinto Potere su Fox Life fu chiuso in anticipo? Diceste che stavano per monitorare gli ascolti sul satellite e che preferivano puntare su marchi forti. Era un pretesto, vero?
Lo sapevo che mi avresti tampinato sull’argomento. Effettivamente volevamo arrivare ad aprile, dopo essere partiti ad ottobre. Ma due ore di diretta al giorno ci ammazzavano, così a dicembre abbiamo chiuso. Io lo dicevo sempre, che bisognava puntare di più sul registrato per sopravvivere. Era un programma più reale di qualsiasi reality, succedevano davvero cose mai viste, vedi un numero di telefono dato in diretta tv. C’era una redazione che lavorava sul serio. E un po’ del mio Quinto Potere Mag è tornato sicuramente in Pirati. Io penso che si debba partire da prototipi che poi per i rami scendono dalla nicchia alla seminicchia fino alla generalista. E’ fondamentale fare questi percorsi. Anche alcune persone della vecchia squadra di Quinto hanno continuato a lavorare con me, questo crea rinnovamento.
Passiamo ad un’altra scommessa, questa volta vinta: Tintoria. Era partita con qualche pregiudizio, visto che è l’unico comic show Rai ad essere sopravvissuto. Per di più in una rete più vicina alla satira politica. Perché ce l’ha fatta?
Su Tintoria stiamo ancora lavorando, forti delle soddisfazioni della promozione a show. In questa fase cerchiamo di capire quali saranno i conduttori che non scegliamo noi. Era molto pericolosa all’inizio come operazione. Raitre vive di rapporti identitari, programmi che dicono ‘siamo i buoni contro i cattivi’. Tintoria invece fa un’altra operazione: prendiamo per il culo i buoni a casa loro. In un primo momento poteva anche essere rifiutato come messaggio dal pubblico di Raitre. Alla fine passa perché dimostra di essere un programma libero, aperto, fresco. A me non piace la tv delle prediche, non la sopporto. La tv dei giustizieri, senza ironia e autoironia, con questa sicumera, la trovo molto italiana e paracula.
La stessa tv che ha ripudiato tua moglie. Ci può dire se c’è speranza di rivedere Simonetta Martone alla conduzione, magari in un tuo programma?
La Martone è alle prese con un format impegnativissimo, un bambino che adesso ha 11 mesi. Ha detto che non gliene frega niente di tornare. Lei è pazza di suo figlio 24 ore al giorno. Vuole continuare a fare l’autrice. E’ una persona che non vive per andare in televisione. Ma è diversa da quelli della televisione che, quando non lavorano, di solito dicono ‘sto facendo teatro’. Poi non si sa mai nella vita, ma adesso penso proprio di no.
Mi raccomando, non perdete questa sera l’appuntamento con Tutti Pazzi per la Tele! Dopotutto, inizia il periodo di garanzia e RaiUno non poteva averne una migliore di Paolini…