Green Table, Vittorio Vaccaro a TvBlog: “Un viaggio nella consapevolezza, tra passato e futuro”
Vittorio Vaccaro è tornato su Food Network con un nuovo programma, Green Table: sei puntate in giro tra aziende agricole d’eccellenza.
Vittorio Vaccaro è tornato su Food Network e lo ha fatto con un nuovo programma, Green Table, in onda ogni martedì alle 22.00 sul canale 33 del DTT. Dopo aver offerto uno sguardo diverso dal solito sulla cucina quotidiana con A casa cucina papà – che tornerà e possiamo anticiparlo subito – ora Vittorio lascia lo studio per andare a esplorare le aziende agricole, le coltivazioni, i luoghi da cui tutto ha origine, in primis la nostra salute e il nostro benessere insieme al gusto del prodotto di qualità. Si potrebbe quasi dire che questo nuovo programma, non estraneo a racconti di genere già in tv ma sulle cui specificità torneremo a breve, si può considerare come un ideale ‘sequel‘ di A casa cucina papà: in fondo si tratta di far conoscere a tutti, e forse per primi proprio ai più piccoli per educarli a una alimentazione non solo corretta ma consapevole, le tante realtà produttive del nostro territorio. In fondo, come ci esorta a fare Vaccaro nella chiacchierata che abbiamo avuto il piacere di fare qualche giorno fa, si tratta di guardarsi intorno con un po’ di curiosità per scoprire il ricco tessuto produttivo che anima le nostre campagne e senza neanche fare troppa strada. Questa prima stagione di Green Table (speriamo infatti ne seguano altre) si muove, infatti, in Lombardia e neanche troppo lontano da Milano. Basta poco per scoprire realtà d’eccellenza e per imbattersi in vere e proprie sorprese, utili a scuoterci – noi, consumatori distratti – dai luoghi comuni che ancora sopravvivivono intorno alla produzione agricola: trovare un produttore di verdure e ortaggi asiatici ad Abbiategrasso, ad esempio, ci dice molto della contemporaneità delle coltivazioni e dell’attenzione per i mercati, oltre alla necessità di adeguarsi a un clima che sta inesorabilmente cambiando.
E allora esploriamo il programma – e soprattutto le sue implicazioni meno superficiali – con Vittorio, che da subito appare straordinariamente entusiasta di questo progetto e di questo racconto.
Dunque, andiamo subito al punto: come descriveresti Green Table a chi ancora non l’ha visto?
Guarda, io ne parlerei subito usando la metafora del viaggio: è un viaggio nel passato con uno sguardo al futuro, come spesso accade quando si parla di terra, di agricoltura. Siamo andati in giro a conoscere realtà di vario tipo legate a diversi tipi di produzioni ed è stato un viaggio davvero molto interessante.
Cosa ti ha colpito di più in questo ‘viaggio’?
Te lo dico subito: i giovani. Molte delle aziende che abbiamo visitato sono a carattere familiare, come spesso accade nelle nostre province, e i giovani ne sono parte integrante. Ne sono il motore. Molti di loro sono tornati alla terra, magari dopo aver studiato altro, o si sono perfezionati proprio nel settore, portando innovazione e know-how. Altri magari vi sono arrivati per passione sincera. Ed è una cosa che mi ha colpito molto.
Passato e futuro, quindi, che si ritrovano in un presente di impegno, ricerca e dedizione: perché ci si dimentica spesso che l’agricoltura, le coltivazioni, l’allevamento richiedono dedizione e impegno quotidiano. Come li racconta Green Table?
Sostanzialmente andandoli a conoscere. Ma conoscere questa realtà vuol dire tante cose, non è soltanto una ‘visita’. Capire cosa si produce vuol dire anche trattarsi meglio: non solo per la qualità del prodotto, che porta con sé sapori diversi, ma proprio per stare meglio. Conoscere vuol dire anche fare acquisti consapevoli. E fare acquisti consapevoli può essere un modo anche per alimentare un tipo di ‘turismo’ diverso e, possiamo dire, sostenibile (sorride).
In che senso ‘turismo’?
Ma guarda, per scoprire certe piccole realtà non c’è bisogno di andare lontano, eh. È tutta una questione di comodità: sai, noi siamo abituati ad andare al supermercato per comprare tutto, in un solo posto, per fare in fretta. Ma io per primo ho scoperto come possa essere piacevole andare fuori città, scoprire il territorio. E anche intorno alle grandi città, Basta uscire di poco fuori Roma o fuori Milano per trovare cose interessantissime a 20 minuti dalla città…
Sì, infatti: tra le tappe di questo ciclo vedo Gaggiano, Abbiategrasso, insomma siamo alle porte di Milano…
Esatto. Una giornata fuori porta, nelle aziende agricole del territorio, diventa un’occasione per stare in famiglia: i bambini possono giocare con gli animali, si sta all’aria aperta, si impara qualcosa sulle produzioni, si assaggiano prodotti freschi, si mangia bene. Ecco perché parlo di ‘turismo’: può essere un ‘filone’ virtuoso per tanti aspetti diversi.
Insomma, messa così sembra proprio una sorta di sequel di A casa cucina papà: per la serie ‘Papà ti porta a vedere dove nascono gli ingredienti’…
Ma sì! Trovo che sia una cosa bellissima. E poi posso dire che in queste sei puntate ho fatto di tutto! (Si sente il divertimento) Sono salito sui trattori, ho fatto il formaggio, ho fatto davvero di tutto… non mi sono limitato a guardare e commentare, ecco!
In effetti, se si pensa a programmi di genere, qualche ‘precedente’ viene in mente: penso a Melaverde, ad esempio, alla ricerca di realtà produttive – dalle piccole aziende alle vere e proprie industrie di settore – che insistono nel nord Italia…
Sì, ma questo è inevitabilmente diverso, per diverse ragioni: inizio col dire che sono sempre stato affascinato da questi programmi, che ho seguito sempre con interesse. Ma noi facciamo una cosa diversa: intanto in ogni puntata io cucino con i prodotti che ‘prendo’ nelle aziende, li porto a casa, mi diverto a preparare piatti. Inoltre la struttura stessa è molto veloce, dinamica. L’idea in questo caso non è quello di ‘andare in visita’ da qualcuno, come ti dicevo prima, di guardare e commentare, ma di fare, scoprire, esplorare. L’idea è quella di accompagnare per mano il telespettatore, quasi a voler andare insieme alla scoperta delle cose. Qui poi ‘viviamo’ l’azienda, ci divertiamo: lo sai che diversi proprietari mi hanno chiesto di lavorare con loro? (Ride, ricordando le ‘imprese’ fatte).
Come dicevi, in ogni puntata prepari piatti con gli ingredienti presi in azienda: ma come hai iniziato a cucinare?
Guarda, io ho sempre avuto la passione della cucina. In fondo sono cresciuto nel laboratorio dei miei genitori, tra fornelli, ingredienti, dolci e piatti tipici siciliani. Pensa che la mia ‘punizione’ quando facevo qualche marachella era stare fermo, in un angolo della cucina, a guardarli per ore. Ho rubato con gli occhi, sono sempre stato curioso e poi magari un po’ di talento me lo hanno trasmesso loro… ma ho fatto altro nella vita.
Mi sembra un ottimo inizio, in effetti. Ma nella vita hai scelto di fare l’attore…
Con la Pandemia mi sono dovuto fermare, come tutto il comparto. Ho vissuto un momento difficile, ero nervoso, agitato, preoccupato: è stata la mia compagna a spingermi a sfruttare questo talento. All’inizio mi sono opposto, abbiamo discusso… Dopo più di vent’anni di carriera mi sembrava di fare un passo indietro… E invece aveva ragione lei: la cucina mi ha rimesso in pace con me stesso, ha disinnescato la rabbia che stavo accumulando e mi ha permesso di mettere a frutto una potenzialità che io non vedevo, ma che la mia compagna invece aveva colto. Eh, le donne hanno sempre ragione (sorride).
Magari non sempre sempre, ma molto molto spesso (e ridiamo insieme, ovviamente). Da qui è venuto il resto. Ma si pensa già a una nuova stagione di Green Table? Viste le tue origini siciliane si potrebbe pensare a tanti cicli per quante sono le regioni e/o le province italiane…
Ma guarda, io lo spero, ma è davvero prematuro parlarne. Ovviamente aspettiamo di vedere come vanno queste sei puntate e poi capiamo. Spero che il pubblico apprezzi la freschezza di questo format e anche lo spirito con cui è fatto, che lo distinguono da altri programmi ‘di genere’. Certo, potremmo andare in tutta Italia, ma anche se restassimo in Lombardia c’è ancora tanto da scoprire.
Ah beh certo. Io sono rimasta estasiata dall’azienda di Abbiategrasso che coltiva verdure e ortaggi per rifornire i ristoranti cinesi e asiatici; quando si ha visione del mercato e de territorio. Ma come sono state scelte le aziende?
Le ha scelte la produzione. E penso abbia fatto un ottimo lavoro, molto interessante. E sono d’accordo sull’azienda che hai citato! (Sorride). Proprio parlando con loro, mi raccontavano come i cambiamenti climatici hanno reso difficile mantenere le coltivazioni ‘tradizionali’ e così si sono aperti ad altro. Andare in giro per terre e campagne ti fa toccare con mano anche cosa significa, in concreto, il Climate Change…
… al di là delle chiacchiere politiche, aggiungerei io. Quindi per il momento aspettiamo il verdetto del pubblico e le decisioni della casa di produzione per quanto riguarda Green Table…
Sì, ma posso dirti che stiamo girando le nuove puntate di A casa cucina papà e ne sono molto felice. Se poi dovessimo continuare con Green Table lo sarò ancora di più.
E noi ce lo auguriamo.
Green Table, il programma
Questa prima stagione, iniziata martedì 21 febbraio, si compone di 6 puntate da un’ora prodotte da Casta Diva per Warner Bros Discovery. L’obiettivo è quello di andare alla scoperta delle aziende agricole più virtuose del territorio lombardo, per conoscere i segreti della terra e i prodotti lavorati nel rispetto della natura. Tappe di questo primo tour sono l’Azienda Agricola Baioni (Cassano d’Adda, Milano) specializzata nella produzione di ortaggi di stagione e cereali; la Società Agricola del Parco (Abbiategrasso, Milano) che produce birre artigianali; la Cascina Poscallone (Abbiategrasso, Milano) dove scoprirà coltivazioni dal sapore internazionale come mizuna, tatsoi e cavolo cinese; l’Azienda Agricola Chelidonia (Montevecchia, Lecco) specializzata nella produzione di miele; la Cascina Gabana (Cascine San Pietro, Milano) che produce prodotti caseari; e l’Azienda Agricola Gorini (Gaggiano, Milano) per scoprire tutti i segreti del riso. Dopo aver partecipato alla lavorazione delle materie prime, Vittorio torna nella cucina di casa per preparare piatti a base dei prodotti raccolti: tra questi, lasagna con cavolo nero e zucca, sovracosce di pollo alla birra, involtini di cavolo cinese, risotto ai funghi porcini con gocce di zafferano, ravioli con impasto al nero di seppia ripieni di ricotta. Un modo per valorizzare in modo semplice e diretto le materie prime offerte dal territorio.
Green Table, come vederlo in tv e in streaming
Il programma va in onda, come detto,il martedì alle 22.00 su Food Network, visibile al Canale 33 del Digitale Terrestre, tivùsat Canale 53, ed è disponibile in streaming su discovery+ subito dopo la messa in onda lineare.