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GRAZIE FIORELLO E GRAZIE NANNI

Sapevo che c’era, ma non lo cercavo. Che cosa? L’incontro in “Viva Radioo2” ,trasmisisone condatta da Rosario Fiorello. Ma ci sono capitato per caso e poi,facendo i salti mortali fra la radio in macchina e il mio fedele apparecchietto a pile che mi racconta su Radio3Rai “Prima pagina” , l’ho[…]

pubblicato 28 Marzo 2006 aggiornato 11 Febbraio 2021 07:33

Sapevo che c’era, ma non lo cercavo. Che cosa? L’incontro in “Viva Radioo2″ ,trasmisisone condatta da Rosario Fiorello. Ma ci sono capitato per caso e poi,facendo i salti mortali fra la radio in macchina e il mio fedele apparecchietto a pile che mi racconta su Radio3Rai “Prima pagina” , l’ho cercato ancora. E non mi sono pentito. Anche perchè per inciso avevo la rabbia fin qui, perchè gli Oscar della Tv si sono dimenticati di “Rockpolitik” di Adriano Celentano, l’unico programma degno di essere premiato (anche per i suoi difetti, oltre che per i suoi meriti) in mezzo a un mare di mediocrità e di opportunismi. Ma ne riparleremo.
La rabbia peraltro aveva anche motivazioni diverse. Lo dico esplicitamente. Detesto, anzi odio il livello del nostro cinema. E ho addirittura una impressione, del tutto da dimostrare, e cioè che il nostro cinema è molto, molto peggiore della nostra televisione. Mi pare insostenibile lo snobismo e la spocchia di un cinema che produce due o tre film l’anno che recuperano i soldi spesi, due o tre che vanno in giro per i festival alla ricerca di una elemosina di premi, due o tre che godono di una stampa plasmata di cinephiles che adesso fanno i critici togati, due o tre che vengono tenuti in vita con il respiro bocca a bocca di enti di stato che non sanno come giustificare i finanziamenti elargiti; e così via.
Questa rabbia, incontenibile, e che certo aumenterà, dovuta a un ragionamento sulle esperienze fin qui fatte e conosciute, si è attenuata un poco per l’incontro fra Rosario Fiorello e Nanni Moretti, il regista che adesso va dove può o crede nella odiata tv per fare pubblicità al suo “Il caimano”.

Se qualcuno, sempre per inciso, vuole sapere cosa penso di questo film si sintonizzi sul canale RaiSatCinema World, Sky 322. Ma non è importante.
L’incontro tra Fiorello e Moretti è stato bello, soprattutto per merito di Fiorello e dello stesso Nanni in veste di spiritoso ospite. Fiorello aveva e ha un’arma formidabile: la sua capacità di imitatore. Per anni ha preso garbatamente in giro il regista del “Caimano” come esponente di un cinema tutto sommato autoreferenziale. Se Moretti- che è un mio amico, e che stimo molto anche se ho le mie idee sui suoi film-, è stato al gioco, lo si deve al fatto che non solo è una persona intelligente ma che si sta facendo interrogativi di fondo. Forse si domanda ad esempio, o meglio ne sono sicuro, se non gli risulti pericoloso frequentare e di vivere in mezzo al piccolo cinema italiano che lo soffoca quando e soprattutto se lo esalta, a volte per pura superficialità e opportunismo.
Il piccolo cinema italiano, con i suoi contorni di destra e di sinistra, tende a blandire i pochi cavalli di razza che ha, e subito li circonda di critici e giornalisti in vena di erezioni o comunque di orgasmi fanatici. Questo mondon circondariale vive per questi fini ed è capace di far fuori i suoi beniamici.Lo sapeva bene una vecchia volpe come Federico Fellini che le fastidiose penne in cerca di potere li impiccava durante la proiezione di un film, alla luce torturante del solo proiettore.
Per tornare a Fiorello, è stato impagabile non solo per come ha messo a suo agio (domandol0?) il buon barbuto Moretti, ma per l’unico vero incontro-scontro tra lo stesso Moretti e il premier Berlusconi (che , come tutti sanno, è a suo modo il protagonista del “Caimano”). Fiorello, in presenza di Moretti, imitava Moretti e imitava Berlusconi, realizzando così, esemplificandola, la situazione ottimale in cui vogliono farci vivere, e cioè una realtà fatta solo di imitatori, di cloni, di contrifigure. Una lezione di comunicazione, in cui si rischia di essere “incutati”. Questa parolaccia appena usata ,viene dalla paradia del programma di Fiorello in cui l’imitatore eccelso ha ribadito più volto l’intenzione di “incutere” ottimismo e fiducia negli italiani.
“Viva Radio2″ ci ha detto, con il grande Fiorello, senza spocchia, con un sorriso, che corriamo pericoli seri in quanto possibili “incutati” purtroppo da ogni parte. Speriamo di no. Ma non facciamoci illusioni. Siamo al centro di una storia di postgoliardia attraverso la tv, anzi le televisioni, che è cominciata una quarantina di anni fa e che va avanti, in barba della contestazione, del ‘68, delle rabbie operaie, delle lotte femministe, delle esigenze di non garantiti. Ed ecco un’altra questione su cui tornare. Le mode culturali spesso la fanno franca, e mostrano i denti, solo perchè vengono prese, accompagnate, accarezzate, esaltate, e poi non se ne parla più. Ebbene, un termometro in questo senso è Fiorello,forse inconsapevolmente. Il suo sorriso è un denominatore comune da Mike Bongiorno a Moretti, e altri, com’è ovvio. La sua simpatia è un tocco di cipria, una zona franca, un gioco giocato volentieri.
Fiorello non suona allarmi. Non è un conformista. Non è un leader. Non è un editorialista. E’ un semplice, diretto, pensante ex intrattenitore di villaggi di turistici. E’ ,insomma, un uomo colto a confronto di tanti colti con carta bollata e investitura del potere. Colto, ovvero non inquinato dalla tragedia della cultura che fuori o dentro la tv o dalla radio non sogna ma cerca di imporre le sue vedute mediocri, per ottenere come sempre i favori del potere che vuole e cerca i migliori servitori. Grazie, Fiorello. Grazie, Nanni: a patto che non ti accontenti di farti gratificare dal coro che canta le glorie e il parassitismo (non solo culturale) del piccolo cinema nostrano. Per ulteriori informazioni, nomi e cognomi, sono pronto a fornirli.
ITALO MOSCATI