Sulla sesta edizione del Grande Fratello Vip, aleggia pericolosamente il fantasma della quinta.
Il GF Vip 5, sovrabbondante in tutto, dalla durata ai contenuti, fino al numero dei concorrenti, a suo modo, in senso positivo o negativo decidetelo voi, è entrato nella storia del programma, è un’edizione quasi a sé stante.
Nel Grande Fratello Vip 6, quindi, risiede la possibilità di creare, quasi obbligatoriamente, qualcosa di differente a fronte di un’edizione pressoché irripetibile.
Non parliamo di rimandi veri e propri alla precedente edizione (anche se non sono mancati) ma come di una sorta di insicurezza nel voler voltare definitivamente pagina.
È una sesta edizione, infatti, che è partita chiaramente col freno a mano tirato.
Sul cast, ovviamente, è inutile fare previsioni. Per quanto un cast sia “manovrabile” e per quanto anche su un reality, si può attuare un lavoro di scrittura (non stiamo parlando di sceneggiatura, ovviamente, ma di redigere una traccia sulla quale prevedere le reazioni dei concorrenti), l’alchimia tra gli inquilini rimane sempre un fattore aleatorio sul quale, come già scritto, è rischioso asserire con certezza qualsiasi cosa.
Al contrario, si può affermare con decisione che il kick-off rimane una puntata dove neanche gli effetti speciali, ormai, ti stupiscono e se gli effetti speciali sono un’altalena sulla quale far terrorizzare Francesca Cipriani, stiamo messi bene.
Grande Fratello Vip 6: la prima puntata
Alfonso Signorini, alla sua terza edizione da conduttore, ha già pericolosamente messo in mostra, nuovamente, alcuni dei suoi vizi più lampanti come fare il tifo, impartire lezioni morali, difetti che, evidentemente, non ha alcuna intenzione di limare e ce ne faremo una ragione.
La ricerca di una chiave comunicativa diversa ha un riferimento ben preciso: la partecipazione di Manuel Bortuzzo. Il nuotatore ha dichiarato di non volere trattamenti diversi a causa della sua disabilità e il conduttore ha sottoscritto questo suo desiderio, aggiungendo che favorirlo “sarebbe il torto più grande”. Siamo fiduciosi sul fatto che, da questo punto di vista, non si scelga di alimentare quella retorica che, al contrario del fine stabilito, non farebbe altro che evidenziare le differenze. Speriamo che la promessa, almeno in questo caso, non venga disattesa.
Dal parterre delle opinioniste, si nota una volontà di invertire la tendenza, di passare dal “casinismo” di Pupo e Antonella Elia ai giudizi di due donne diverse tra loro, che sembrano anche non sopportarsi a vicenda, tra l’altro.
Sonia Bruganelli non deve cadere nel tranello di cucirsi, per forza, il ruolo dell’opinionista cinica. La moglie di Paolo Bonolis, in questa prima puntata, è partita bene, dimostrandosi sufficientemente sarcastica e anche caustica e ignorando la sua compagna di avventura in un gioco delle parti che, a lungo andare, potrebbe anche dare frutti, ma, in alcuni casi, ha forzato la mano.
Adriana Volpe, invece, non è proprio riuscita ad entrare nel ruolo, anche lei, presumibilmente tradita dalla fretta e dalla voglia di ritagliarsi una veste ben precisa.
Le tanto famigerate dinamiche esterne (ci abbiamo messo poco a nominarle anche quest’anno…) non funzionano e, questa sera, ne abbiamo avuto ennesima riprova visto che il primo scazzo avvenuto nella Casa, anche se forzato (con i/le professionisti/e della litigata che potrebbero avere il problema di non sapersi dosare), è risultato comunque più interessante di tutti gli aneddoti dei concorrenti, citati prima del loro ingresso nella Casa. Ed è anche inutile, tra l’altro, stuzzicare i concorrenti laddove non c’è nulla da stuzzicare, rendendo evidente una certa fretta nel creare dinamiche.
Per quanto riguarda il regolamento, l’importante è che sia tutt’altro che draconiano: questa sera, ad esempio, le donne sono state chiamate a nominarsi tra loro (le vip più famose hanno avuto il privilegio di fare la nomination in confessionale), le due più votate sono finite al televoto, anzi no, sono finite nella Stiva, anzi no, la seconda più votata è tornata nella Casa e un concorrente maschio ha preso il suo posto. Chiaro, no?
Grande Fratello Vip 6: il fantasma della quinta edizione
Il fantasma della quinta edizione non è tanto dettato dal fatto che, in puntata, abbiamo assistito alla finta improvvisata di Tommaso Zorzi o alla sigla finale con i concorrenti della scorsa edizione, conferma, come scritto in apertura, di un certo timore nell’allontanare per sempre i fasti dell’edizione scorsa.
Si avverte una sorta di neofobia, una paura di intraprendere un percorso nuovo, perché, di spunti, per creare qualcosa di diverso rispetto al passato, ce ne sarebbero, ma è palpabile l’ansia di non riuscire a replicare quel fenomeno social che ha suggellato il successo della quinta edizione, come se il feedback immediato dei social fosse, ormai, imprescindibile per ogni prodotto televisivo.
Ogni tanto, un po’ di coraggio non guasterebbe.