GF Vip 2017, il reality lo fa (ancora e sempre) il casting
Il successo del GF Vip 2017 dimostra come il genere si fondi sul casting, più che sugli inutili arzigogoli della scrittura.
So che questo articolo si candida al Premio Gac del millennio, ma è difficile non attribuire il successo di questa edizione del Grande Fratello Vip 2017 al cast, che probabilmente ha sorpreso anche chi lo ha scelto. Molto probabilmente. Quanto il casting sia stato consapevole della materia prima che aveva per le mani non lo so, ma ha funzionato. E ha ribadito la sua centralità nella costruzione dei reality.
Sulla carta poteva apparire la copia di quello dello scorso anno, tra ex tronisti ed ex showgirl, ex sportivi e attori, giovani esordienti e coppie di parenti, anche se con tassi di notorietà decisamente più alti. Non ci voleva molto, ne conveniamo. L’uso di gif conValeria Marini che chiede “Ma chiii?” si è decisamente ridotta sui social per questa edizione. Al posto di una superstar come la Marini si è voluto ‘esagerare’ con un tris di regine come Cristiano Malgioglio, Simona Izzo e Serena Grandi, anche se non ci è voluto molto perché Malgy spodestasse la concorrenza con un’alzata di sopracciglia e un set di abiti dal sapore orientale scovati in ‘suburbia’, agitati al ritmo di “E mi sono innamorato, ma di tuo marito”.
L’età mediamente più alta del gruppo ha portato con sé anche storie più dense, personaggi con maggior spessore e con un tratto in comune, almeno ai più: l’educazione. Certo, non tutti sono stati esempi cristallini di virtù e di rispetto altrui, ma il tratto caratteristico del gruppo che ha resistito di più è stata la disponibilità al dialogo e alla convivenza, sia pur con gli astii dovuti alla lunga permanenza in casa e alle dinamiche base del gioco, su tutte le nomination. Raramente, però, un reality live – e il Grande Fratello resta l’unico esponente del genere a essere davvero visibile 24/24h in tv, ricordiamolo – ha manifestato così tanta apertura al confronto, grazie anche alla dialettica di ferro di molti concorrenti.
Ecco, il racconto hanno saputo farlo loro: il GF Vip si è nutrito delle lezioni di sceneggiatura della Izzo, dei confessionali show di Malgioglio, dei pranzi di Flaherty, delle confessioni intime (e sincere) di Aida, passando per la vitalità di Corinne fino ad arrivare alla straordinaria lezione degli Oneston. Nessun autore sarebbe riuscito a scrivere qualcosa del genere. I ‘personaggi’ hanno preso vita, gli archetipi sono andati oltre lo stereotipo e hanno emozionato. Più di quanto gli stessi autori, penso, potessero immaginare. E nonostante alcune trovate di scrittura a dir poco discutibili.
Per me, questo GF Vip ha avuto successo nonostante la scrittura. Una scrittura che ha inseguito gli eventi, e anche male, facendo finta di niente sul momento per poi tornarci, inopportunamente, settimane dopo. Una scrittura che ha costruito meccanismi di eliminazione tanto farraginosi quanto inutili, che ha preso parti, che ha cercato il morboso dove non c’era, che ha chiesto conto di orientamenti sessuali, ha alimentato faide familiari dall’andamento schizofrenico, ha costruito uno dei peggiori serali di sempre, con siparietti inutili, gare improbabili, lunghezze indigeribili. E che, infine, ha congegnato la peggiore proclamazione di sempre, seconda solo a quella live di Masterchef: Ilary che gira come le carte di Amici e proclama il vincitore baciandolo a stampo è una cosa che grida vendetta. Salvo il gioco di ruolo, la metatv di Bossari e Aida in Spa e davvero poco altro.
Per me, questo GF Vip ha funzionato nonostante la regia di Mediaset Extra: l’idea di collocarlo lì è stata ottima, ma la doppia regia è stata velocemente abbandonata. Il tentativo di dare a tutti pari spazio è stato notevole, e non facile da portare a termine, ma è anche vero che a un certo punto il racconto corale ha fatto fatica ad emergere, soffocato com’era dalla coppia Cecilia-Ignazio, scelta come assoluta protagonista a discapito degli altri. Armadi a parte, solo l’uscita della coppia ha ridato aria al racconto.
Per me, questo GF Vip ha funzionato grazie ai fazzolettini profumati di Tonon, l’intelligente curiosità di Onestini, la spontaneità di Ivana, le cure di Carmen, l’entusiasmo di Bossari, la consapevole attitudine allo show di Malgioglio.
Tutto questo ha evidentemente pagato sia con la critica sia con il pubblico e può essere traccia per le prossime edizioni: a 17 anni da Taricone & Co. c’è voluto un gruppo di vip a ricordare l’importanza del cast e la centralità del racconto live 24h, oltre a dimostrare, con la finale, che il pubblico vuole persone, non personaggi, al di là di qualsiasi notorietà. La vincitrice annunciata, sostenuta da un esercito di followers, ha ceduto il passo alla storia di caduta e rinascita di un uomo normale, che non misura i rapporti in base agli aerei ma alla profondità degli sguardi, che pesa le parole, che non si vergogna di meditare e che non considera inutili conoscenze e cultura. Il podio è una spremuta di bravi ragazzi, il cast ha raccolto un gruppo di brave persone. Qualcuna ha dimostrato di esserlo meno, ma fa parte della quotidianità imbattersi in qualcuno che si rivela altro da quel che sembrava. In questo il GF è stata un’ottima cartina al tornasole. Può essere una traccia per la prossima edizione, che sia Vip o Nip.
E ora suggeriamo un docureality sugli Oneston, che eleggo quintessenza di questo GF Vip: avrebbero dovuto farli arrivare in finale insieme, così come hanno fatto entrare insieme i Rodriguez, ma questa è un’altra storia. Per me sono stati un’iniezione di fiducia nel genere umano del Terzo Millennio, lo confesso. E ora sono curiosa di sapere cosa fanno nel mondo reale, dopo settimane così intense. Il discorso vale un po’ per tutti i finalisti, a dire il vero: per loro, questi due/tre mesi hanno rappresentato tanto, per motivi e in modi diversi e riadattarsi dopo non dev’essere facile. In questo trovo molte analogie proprio con il primo Grande Fratello: nessuno si aspettava un’esperienza così intensa dentro e un’accoglienza così calorosa fuori. Io ci vedrei bene uno spin-off dai toni delicati e accoglienti assaggiati con programmi come Sconosciuti, Stato Civile, Le Ragazze del ’68 o anche con un tocco più ironico. Ma questa è un’altra storia.
Se il finale è il morale della favola, questa ci è piaciuta. L’augurio è che questo GF Vip non si riveli ‘solo’ una gran botta di fortuna capitata nelle mani di chi, in fondo, voleva e puntata solo al tronista bonazzo, ai fratelli della showgirl che monopolizza il gossip, alla vecchia gloria decaduta, alla social acchiappalike. Lo capiremo al prossimo Grande Fratello.