Grande Fratello 2023: era così difficile?
Il Grande Fratello è tornato in onda con una nuova edizione rivoluzionata, condotta da Alfonso Signorini. La recensione di TvBlog
Innanzitutto, è legittimo dire che siamo al cospetto di un’edizione del Grande Fratello che non ha avuto il migliore dei lanci. L’entusiasmo attorno a quest’edizione del reality show di Canale 5 era paragonabile solamente a quello che si avverte prima di una visita al commercialista.
La promozione di questa sorta di reboot del GF si può riassumere con Alfonso Signorini che, giustamente, chiede scusa a Verissimo per le brutte pagine televisive viste specialmente nella scorsa edizione, delle quali è stato il principale responsabile (e la sua conferma alla conduzione suonava come un grandissimo paradosso). Scuse che, sentite o non, erano comunque dovute.
C’era da lavare ancora, quindi, quest’onta, già cancellata in parte con decisioni corrette e doverose prese dai piani alti di Mediaset al fine di “detrashizzare” e “desocializzare” un programma che, da troppo tempo, aveva preso una piega sgradevole.
Tutto ciò, però, ha influito sulla comunicazione perché l’impressione generale è stata che questo nuovo Grande Fratello fosse ad un passo dal diventare un programma adatto anche per TV2000, completamente agli antipodi rispetto alle ultime edizioni e lontanissimo perfino dalle prime edizioni delle quali i 35enni-40enni hanno ricordi, tutto sommato, piacevoli. In breve, un programma che, in un batter di ciglia, fosse passato dalle bestemmie alla lettura della Seconda lettera ai Corinzi in prima serata. Troppo esagerato.
Il GF è un reality e un’eccessiva morigeratezza non è certo la chiave migliore per attirare pubblico.
Riassumendo, quest’edizione appariva alla vigilia fortemente aleatoria, addirittura più delle ultime edizioni condotte da Barbara D’Urso nelle quali si era già tentata la commistione vip-“nip”, con persone comuni e vippetti che non hanno ancora smesso di piangere da quando la D’Urso ha lasciato Pomeriggio Cinque.
Al termine della visione di questa prima puntata, si può dire che quest’edizione avrebbe meritato un lancio migliore e non sottotono come quello a cui abbiamo assistito perché ciò che è andato in onda, alla fine, è risultato interessante.
Alla fine, infatti, si è giustamente optato per una via di mezzo che, in tanti casi, resta la migliore delle soluzioni.
La sopraccitata “desocializzazione”, in realtà, non è stata così netta perché per quanto riguarda le persone comuni entrate nella casa di Cinecittà questa sera, se uno va a farsi un giretto sui social a tempo perso, scoprirà che, alla fine, tanto comuni non sono. Migliaia di follower, centinaia di migliaia in alcuni casi. Ma va bene così.
Si è deciso di puntare sulla parte “buona” dei social, quella parte lontana dai personaggi in cerca spasmodica di visibilità, lontana dal gossip selvaggio, lontana dalle fandom tossiche, lontana dalla Mostra di Venezia…
Perché i social non sono il male assoluto, esistono e non possono essere ignorati del tutto.
I vip, invece, nella maggior parte dei casi, non sono questi “personaggioni” ma già il fatto che abbiano una pagina su Wikipedia e una carriera rispettabile fa gridare al miracolo.
Cesara Buonamici, per quanto non sia ancora entrata nello spirito del programma, non è apparsa un corpo estraneo. Meglio lei delle esagerazioni verbali di Sonia Bruganelli. Probabilmente sì, nel pool degli opinionisti, però, manca una controparte, una figura in leggera antitesi con la compostezza della giornalista del Tg5.
Rebecca Staffelli è carina e il suo modo di fare non è fastidioso come quello di chi l’ha preceduta.
Arriviamo ad Alfonso Signorini.
Il problema di Signorini è che manca proprio di ironia. Non ha sense of humour, non ha il gusto della battuta, non ha la capacità di cogliere il dettaglio e cavalcarlo. Signorini si trova a proprio agio solo quando si tratta di scandagliare il passato tormentato di un concorrente. Stop.
Ecco, un’edizione così, non castigata com’è stato erroneamente fatto credere, avrebbe meritato una conduzione più brillante.
La considerazione finale, quindi, è la seguente: era così difficile attuare queste soluzioni nelle ultime due-tre edizioni che abbiamo visto?
La risposta è semplice: no.