Home Grande Fratello Grande Fratello 2014, concorrenti: Rachid Khadiri Abdelmoula ha rifiutato: “Il mio sogno è fare l’ingegnere”

Grande Fratello 2014, concorrenti: Rachid Khadiri Abdelmoula ha rifiutato: “Il mio sogno è fare l’ingegnere”

Rachid ha lottato tanto per la sua laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino e non vuole ‘bruciarla’ per una fama effimera in un programma che non ritiene per nulla educativo e nei cui valori non si riconosce: l’esatto contrario del protagonista di Reality, di Matteo Garrone.

pubblicato 3 Novembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 12:24

Ricordate la storia del ‘venditore di accendini’ laureatosi in Ingegneria al Politecnico di Torino? Bene, è proprio di lui che stiamo parlando. Il dottor Rachid Khadiri Abdelmoula ha detto no al Grande Fratello, che l’ha contattato per averlo tra i concorrenti della sua 14a edizione, e spiega i motivi in un editoriale pubblicato oggi su La Stampa.

“Vendo accendini e studio Ingegneria: che me ne faccio della popolarità del Grande Fratello? No, non ci vado in tv, preferisco l’università.

Preferisco progettare palazzi e il mio futuro di ragazzo normale, ex «vu’ cumprà», con un lavoro vero. Perché chi tiene duro e fa sacrifici, un lavoro lo trova”.

Basta l’incipit di questa specie di lettera aperta per scardinare tutte le leggi della ‘società dell’immagine’ del terzo Millennio, per mostrare che un altro mondo è possibile e per spiegare alla tv che non tutto è acquistabile con la moneta della popolarità, a scapito di una credibilità ‘sudata’ vendendo accendini.

E Rachid lo spiega perfettamente:

“I conti in tasca e gli amici mi danno del pazzo: un ingegnere affermato guadagna 2 o 3 mila euro al mese. Una star della tv decine (…) Ma io sono Ingegnere. Ho studiato di notte per ottenere questa laurea al Politecnico“.

E in quel “io sono ingegnere” c’è la rivendicazione di un’identità professionale (non di un ‘semplice’ titolo di studio) che rende giustizia ai “16 anni passati a chiedere l’elemosina nelle vie di Torino, prima per mangiare, poi per pagarmi le tasse universitarie. I chilometri nelle gambe a vendere accendini e braccialetti. I denti malandati della povertà“. Non può certo permettere a nessuno di portargli via una laurea sognata come la sua.

Rachid chiarisce le ragioni del suo no:

“Il successo all’improvviso non mi ha mai convinto. Anche se gli autori del reality hanno insistito perché partecipassi all’edizione 2014 del Gdf, ho detto no. No, senza ripensamenti. Perché? Se avessi voluto diventare famoso avrei scelto il Dams.

La fama è frivola e vola via in fretta, la laurea resta. Ciò che vale costa caro, diceva il mio professore delle superiori, all’Itis Avogadro. Non raggiungi chissà che traguardo se diventi per qualche mese star della tv. Io voglio crescere e l’università non è fatta per perdere tempo”.

Ovviamente preferire lo studio alla popolarità tv rende Rachid un essere inspiegabile, per amici e per la tv, che non può certo ‘rassegnarsi’ a un inconcepibile no:

“È vero, non sono mai stato affascinato dalla televisione. Non ho tempo per guardarla. Sarà per questo che gli amici mi dicono di tentare ma io non li capisco: «Sei simpaticissimo, sei intelligente. Magari sfondi, ti rendi conto?», mi ripetono alcuni.

Neppure la signora della Endemol, la società di produzione del Grande Fratello, ci credeva: «Ci dice di no? Non è possibile. Ci pensi ancora. Verremo a Torino per dei provini, cerchiamo proprio uno come lei». Giù la cornetta. Poi un’altra telefonata. Segue una mail, a cui devo ancora rispondere”.

Ma a lui il Grande Fratello non interessa e ha il coraggio di resistere alle ‘sirene’ di un programma nel quale sa benissimo che non farebbe che recitare:

“I miei valori sono altrove. Non mi riconosco neanche un po’ in una trasmissione che non trovo seria ed educativa“.

Pensate che stia buttando un’occasione? Beh, in realtà non sta facendo altro che obbedire al ‘comandamento n°1’ che la tv predica ormai da decenni, sta inseguendo il suo sogno:

Ai sogni bisogna obbedire. Il mio è di fare l’ingegnere con la cravatta. Come mi vedo tra dieci anni? Spero di aver svoltato. Non in uno studio televisivo, ma in uno di progettisti”.

Si parla spesso di ‘riscatto’ nei reality, ma l’idea di riscatto di Rachid è molto più concreta e solida. Sarà perché deve superare quasi venti anni di marciapiedi e di accendini:

“Tra 10 anni spero di aver dimenticato la strada, quelle nottate fuori dai teatri a fare a gara con le «madame» a chi dice meglio «cerea», salve in piemontese. Di avere ormai alle spalle quelle camminate interminabili, molleggiando sulle mie Adidas bianche, con gli accendini in mano, a ripetere «mi lasci qualcosa per la causa marocchina?». Sarebbe un paradosso nascondere che per noi giovani il periodo è nerissimo. Le passeggiate da vu’ cumprà mi hanno insegnato che per ottenere qualcosa non devi stare mai fermo. La storia è ciclica, dopo le discese ci sono le crescite economiche. L’incognita è sul quando. Spero sia presto, il più presto possibile, perché noi giovani vogliamo solo lavorare”.

E con i suoi 27 anni Rachid Khadiri Abdelmoula, da Khouribga, Marocco, ha osato sfidare il Grande Fratello, forte della sua identità, conquistata a suon di monetine e sudata esame dopo esame al Politecnico.

Il suo riscatto lo ha già vissuto: ora vuole costruirsi un futuro sicuro e un lavoro appagante. Attenzione, vuole costruirselo, non lo sta pretendendo. Ed la sua è una scelta ben più coraggiosa del passare qualche settimana in tv. Rachid mi fa pensare all’Italia anni ’50, almeno quella che ci hanno raccontato i film, quadrata, solida, con un obiettivo davanti chiaro e raggiungibile. Un’Italia che non è scomparsa ma che negli ultimi decenni è stata vissuta come ‘sfigata’ e non al passo coi tempi. Vuoi vedere che ora, complice la crisi vera, torna di moda?

Comunque ad maiora, Rachid, semper.

 

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