I concorrenti del Grande Fratello 12 – La fictionality. E al prossimo giro, i famosi
Prime impressioni sui nomi emersi fra i concorrenti del Grande Fratello 12.
Grande Fratello 12 – Vista la partenza del reality, è d’uopo qualche riflessione sulla nuova infornata di concorrenti. Perché fin da ieri, quando seguivamo live per voi la conferenza stampa di presentazione da cui emergevano i primi nominativi di cui poi vi abbiamo dato conto (Claudia Letizia, Leone Guicciardini, Ilenia Pastorelli, Danilo Novelli, e poi con i primi nomi che spuntavano online, Luca Di Tolla e Mario Ermito), c’era una sensazione che poi è diventata concretezza.
Quest’anno non c’è nemmeno negli intenti il desiderio di essere rappresentativi dell’Italia contemporanea (non che poi ce la si facesse, ma spesso veniva almeno annunciato nelle conferenze di presentazione). Quest’anno c’è una virata verso il glam fin dagli intenti. Abbiamo la spogliarellista di burlesque che ha già fatto un reality e il “noto” nobile (che non è certo il primo, ma ha un cognome decisamente più impegnativo); abbiamo il modello già più bello d’Italia e già comparsista qua e là, c’è la sconosciuta ma ogni tanto modella. Poi c’è lo sconosciuto ma quasi-caso-umano, che non può mancare per contrasto.
Insomma, gli ingredienti per un reality–fictionality si affastellano uno sull’altro. Ora presumo che all’uso del termine fictionality qualcuno si potrebbe risentire: ma non c’è alcun intento denigratorio. Anzi. Il termine fu speso addirittura dalla nota critica letteraria Catherine Gallagher per parlare della “verità” nei romanzi del settecento (Daniel Defoe, per dire, insisteva sulla veridicità storica del suo romanzo Robinson Crusoe), quindi è un riferimento decisamente alto. Fictionality, dicevamo: è evidente, dai nomi emersi, che – per ragioni contingenti e comprensibili – il “papà” di tutti i reality abbandoni il suo intento di raccontare la realtà rappresentandola. Perché ormai non ci crederebbe più nessuno.
I concorrenti del Grande Fratello 12
Tuttavia, la scelta di avere all’interno del cast personaggi che han già fatto tv in maniera spiccata aumenta l’ampiezza di questa virata decisa verso un altro modo di concepire il reality show, che deve fare spettacolo ad ogni costo e che proverà a lasciare sul campo dei palinsesti un’altra edizione monstre (se Donelli, ieri, ha addirittura dichiarato che non si sa ancora quante saranno le puntate, l’intento è chiaro. Anche se i maligni potrebbero pensare che, coi tempi che corrono, potrebbe essere addirittura una scappatoia qualora si dovesse chiudere prima del record di puntate): non si cerca nemmeno più di lasciare quel retrogusto di inconsapevolezza naif dei concorrenti (un’inconsapevolezza di fatto inesistente, ormai). Si punta direttamente sull’esperienza pregressa.
E visto che parlavamo di Crusoe e quindi, fatalmente, di naufraghi e isole, viene scontato lanciare una provocazione: a questo punto, il prossimo anno, si mettesse in piedi l’edizione definitiva. Quella con i famosi.