Grande bellezza, piccolo fratello ed italietta varia
Il Gf è vecchio e stantio. La Grande Bellezza va in tv distruggendo la prassi. E l’Italia che fa? Si siede sul divano.
La prima notizia è che questa sera La Grande Bellezza va su Canale5. Ed è polemica, ovviamente. D’altro canto, il film è Medusa, quindi è Silvio Berlusconi – e, per la cronaca, visto che siamo in clima di larghe intese, o grosse koalition, se vi piace il tedesco, uno dei big boss di Medusa è Giampaolo Letta, anche noto per essere fratello di Gianni Letta e dunque zio dell’ex premier Enrico – quindi si fa un po’ come pare al biscione, con buona pace di prassi consolidate e non scritte – tipo: non si manda in onda un film se non son passati almeno 24 mesi dall’uscita in sala, per consentire i passaggi in pay per view e lo sfruttamento in home video – e di considerazioni oggettive – sarà chiaramente un danno per le sale che ancora programmano il film. Amen, così è deciso e l’udienza è tolta.
La seconda notizia è che il Grande Fratello è tornato ed è andato in onda ieri sera, e con buona pace dei fan è stato un ritorno al passato imbarazzante. Poco importa se Alessia Marcuzzi ha aperto dicendo di essere felice anche per la vittoria della Grande Bellezza agli Oscar (spottone per stasera), ignorando – o forse no, tanto il cortocircuito delle larghe intese dell’entertainment è cosa fatta – il fatto che i nuovi mostri stigmatizzati – furbescamente? – da Sorrentino sono proprio simili a quelli che escono dal Grande Fratello. D’altro canto, Sorrentino mica ignorava di esser prodotto da Berlusconi, no?
Il Grande fratello era un piccolo clone di se stesso, uguale a qualche edizione fa, con meccanismi già visti e il minimo sforzo sinaptico del racconto. E’ andato bene o male a seconda di come si vuole leggere la curva (io la vedo progressivamente in calo nel prime time, per dire) e i dati (che sarebbero numeri ma si sa, sono variamente interpretati e interpretabili). Di certo per un kickoff ha segnato il passo, a dimostrazione del fatto che il format è stantio e, a quanto pare, incapace di prodursi in qualsivoglia novità.
Si darà poi la colpa al casting, magari. O ad altro. Tant’è, è stato un brusco ritorno al passato – ma non a quello del Gf-che-almeno-è-un-programma-moderno. No, al passato remoto delle edizioni da dimenticare –, pennellato svogliatamente: va di moda, di questi tempi, pennellare svogliatamente. E’ successo anche a Sanremo.
E non basta ripetere che un programma è social, perché lo diventi (esattamente come a Sanremo non bastava ripetere la parola “bellezza” perché il festival diventasse bello). Né basta essere TT su Twitter – bella forza, che ci vuole?
E in tutto ciò l’Italietta che fa? Sta a guardare la tv, naturalmente. Sempre meno, sempre più frammentata, ma sempre appecorata allo stesso modo. Gli italiani dimostrano ogni giorno di esser disposti a farsi prendere in giro, a lasciare che si parli male di loro, a farsi calare addosso qualsiasi cosa: dallo spettacolo alla politica, poco cambia. L’importante è che ci sia un divano e uno schermo da guardare, in uno scherzo infinito dove non c’è più nessuno capace di non prendersi sul serio.
Grande fratello e piccola bellezza, Grande bellezza e piccolo fratello. Piccola Italietta.
Ne parleremo oggi alle 17.37 su Radio Popolare con gli amici di Ecco noi presempio.